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Grazie Cottarelli, le tue fesserie aiutano a far chiarezza

Le illuminazioni arrivano all’improvviso, quasi inattese. Ma bisogna essere pronti a “sentirle”.

Da giorni sono, come tutti, alle prese col rebus green pass. Lo sono individualmente, come vaccinato. E come collettività politica, sottoposta a fascinazioni opposte.

Sullo sfondo, ad agitare e dirimere queste fascinazioni, “le piazze”messe in piedi alla bell’e meglio dai soliti gruppetti fascisti e un po’ di “imprenditori” con le pezze al culo (è quasi un’autodefinizione, a sentire le varie dichiarazioni alla tanta stampa che li segue).

Lì per lì, pensavo al solito cliché mentale di certa sinistra antagonista, per cui “se c’è una piazza, bisogna starci”, “bisogna saper ascoltare”, “guardare alla composizione sociale” e via dicendo.

E già così qualche certezza arriva. Le piazze non sono tutte uguali, come del resto questi ultime settimane a Cuba è apparso chiaro. A Majdan-Kiev-Ucraina, alcune componenti di “movimento” presero una cantonata pazzesca, scambiando i nazisti per qualcos’altro e quel corrotto di Yanukovic per il vecchio “orso sovietico revisionista”.

La “composizione sociale” è piccola borghesia schiacciata da questa crisi (generalmente commercianti, ristoratori, baristi, gestori balneari, ecc), zero o quasi lavoratori dipendenti.

L’imprinting politico è chiaramente di destra, condito da complottismi no vax e altre stronzate che un anno fa mobilitavano molto più di oggi (il numero dei morti, con la campagna vaccinale, è calato molto, anche se non si è mai azzerato).

La “nuova perversione” inventata dai fascisti è il rovesciamento nell’uso e nel significato storico di alcuni simboli. E vedere dei fascisti indossare la stella di David o portare cartelloni con Draghi paragonato a Hitler dà la misura dell'”onestà intellettuale” dell’operazione.

Ma non è neanche una novità. I fascisti lo fanno spesso (per esempio, Fronte della Gioventù era il vecchio nome dei giovani comunisti prima della guerra; Ordine Nuovo era il giornale fondato da Gramsci; Casapound ha provato a prendere l’icona del “Che” grazie alla collaborazione di Diego Fusaro, ecc). Roba vecchia, per chi ha memoria…

Ovvio che quelle piazze debbano preoccupare, ma non si vede perché dovremmo riconoscervi qualcosa di “familiare” o assumerne alcuni obbiettivi. Non basta opporsi allo stesso governo, almeno figurativamente, per essere dalla stessa parte della barricata.

Contemporaneamente, venivo come tutti investito da una “comunicazione” strabordante sulle piazze no vax da parte dei sistema mediatico. Chiamarla “informazione” è ormai un’offesa alla professione giornalistica. Servizi tutti uguali, “scalette” dei tg molto simili (a volte proprio uguali), commenti grosso modo seriali.

E lì uno comincia a chiedersi “perché” piazze tutto sommato mosce, dal punto di vista numerico (la “retorica complottista” può essere sguaiata, al limite del violento, ma sempre di quattro gatti si tratta) vengano presentate come “l’unica opposizione” al governo Draghi.

La risposta, razionalmente, non è difficile. Un’”opposizione” così imbecille è il sogno di ogni governante: “volete voi finire sotto la guida di gente così?”…

Se poi confrontiamo quanta attenzione hanno ricevuto altre manifestazioni davvero di opposizione (quella del 22 maggio, promossa da Potere al Popolo, Usb e altri per chiedere di togliere i brevetti sui vaccini per facilitare la produzione del numero di dosi necessario a livello nazionale e mondiale; ma anche quelle degli operai licenziati, dalla Gkn alla Gianetti Ruote, ecc; fino a quelle a difesa di Cuba e della sua ambasciata, il 26/7). Numeri simili, trattamento mediatico opposto.

Se quelle no vax o no green pass fossero considerate davvero di “opposizione” avrebbe ricevuto lo stesso trattamento: silenzio assoluto, a meno di “scontri”.

A livello parlamentare è lo stesso ruolo attribuito a Giorgia Meloni e alla sua banda. La quale non fa altro che prendere la posizione opposta al governo, su temi assolutamente secondari, finendo per fare la parte che una volta apparteneva a Salvini: dire tutto e il contrario di tutto.

Una prova?

Quattro mesi fa imperversava da tutti i canali tv dicendo:

Cosa aspetta la Commissione europea a richiedere la procedura d’urgenza al Parlamento europeo sul Certificato verde digitale?

Il Certificato Verde segna un primo passo verso la definitiva eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione che tanto hanno danneggiato la nostra economia, segnatamente il settore turistico.

Questo strumento DEVE ESSERE IMPLEMENTATO NEL TEMPO PIÙ BREVE POSSIBILE, in modo che diventi effettivo già prima dell’inizio della stagione estiva, consentendo agli operatori di svolgere un’adeguata programmazione.

Il green pass NON CREA ALCUN OBBLIGO, né diretto né indiretto, ALLA VACCINAZIONE.

Ne è la prova la proposta di equiparare tre diversi tipi di certificati relativi al COVID-19: certificati di vaccinazione, risultati di tamponi e certificati di guarigione.

D’altra parte, l’adozione omogenea di questa misura in tutta l’Unione Europea comporterebbe finalmente il venir meno di tutte le restrizioni, dai viaggi al libero utilizzo di tutte le infrastrutture pubbliche e private.

NON PUÒ ESSERCI ALTRA PRIORITÀ”.

Oggi… lo potete sentire da soli, su ogni canale.

Fin qui siamo nel classico. Poi arriva Carlo Cottarelli a chiarire con grande nettezza il tutto. Ieri seri a La7, davanti agli estasiati Concita De Gregorio e David Parenzo, a un certo punto afferma questi ‘no vax’ mi ricordano i ‘no euro’”.

Tana!

Al netto delle difficoltà di un economista neoliberista nel capire che la sua non è una scienza (“prevede il passato”, come si usa dire), e quindi non è assimilabile a quelle vere, l’analogia illumina l’intento politico del governo Draghi: usare lo straccio di un’opposizione foraggiata e vezzeggiata contro i vaccini e altre misure (spesso discutibili o idiote) per squalificare ogni tipo di opposizione possibile sulle scelte economiche il governo fa sotto la regia strettissima dell’Unione Europea.

Però la cazzata di Cottarelli consente di chiarire il ragionamento anche per certa compagneria, che vive di contrapposizioni bipolari (in senso psichiatrico), come se non ci fossero mai alternative razionali, ma solo “istintive”, a quello che fa il potere.

E allora. Cottarelli mette insieme di proposito, per raggiungere l’obbiettivo politico governativo, due cose che non stanno insieme. La pandemia, infatti, è un fenomeno oggettivo, provocato da un virus (non interessa, in questo discorso, come sia venuto fuori il virus) e riconosciuta da tutte le comunità scientifiche, di tutti i paesi del mondo, anche in guerra tra loro.

La pandemia va combattuta da chiunque, e i vaccini – una volta in produzione – sono l’arma principale per farlo. Poi, certo, si può giustamente discutere sul perché l’Ema prenda in considerazione solo quattro prodotti occidentali e tante altre cose. Ma sul fatto che bisogna combattere il virus, non c’è da discutere.

L’euro, la moneta unica, è stata invece una scelta politica dell’establishment continentale, per facilitare l’imposizione di gerarchie interne, ragioni di scambio, deflazione salariale, politiche di austerità, ecc.

E tutte le scelte politico-economiche vanno a vantaggio di qualcuno e a danno di qualcun altro. Sono espressione di interessi sociali differenti, di interessi di classe contrapposti, non calamità naturali.

Dunque sono anche reversibili, checché abbia detto a suo tempo proprio Mario Draghi quando la poltrona che occupava era quella di presidente della Banca Centrale Europea.

Questa differenza essenziale (calamità oggettiva/scelta politica soggettiva) rivela la disonestà intellettuale di un Cottarelli (l’alternativa sarebbe che non arriva a capire la differenza, ma non ci possiamo credere).

Ma spiega anche dove si è incagliata la capacità di riflettere di certa compagneria.

Invece di discutere di “green pass sì/gren pass no” bisognerebbe interrogarsi su come si combatte una pandemia? Anzi: come si combatte una pandemia a questo punto, dopo che il disastro è già stato combinato?

All’inizio – un anno e mezzo fa – noi eravamo per il “metodo cinese” (lockdown severissimi ma territorialmente limitati alle aree focolaio, test con tampone per tutta la popolazione in quelle aree, isolamento dei contagiati fino a guarigione – nessun “affidamento fiduciario” -, ripresa delle attività per gli altri, ecc).

Il governo Conte II non chiuse, invece, certe aree della bergamasca con “zone rosse”, obbedendo a Confindustria, e lasciò viaggiare il virus per tutta Italia, colpevolizzando poi i “comportamenti individuali” invece che se stesso.

Ora dovremmo pretendere molte più vaccinazioni – in alcune regioni, per esempio l’Umbria, i 70enni stanno ricevendo solo ora la seconda dose, figuratevi i più giovani… – il tracciamento dei contagiati (che sono fortunatamente un po’ meno d’estate e grazie ai vaccini), ecc.

Faccio notare che essere per il tracciamento ed essere contro il green pass è schizofrenico, perché di tratta quasi della stessa cosa, ma in termini rovesciati (il tracciamento limita i contagiati inseriti in un database, il green pass “libera” i vaccinati e comunque quasi-immunizzati, inseriti in un altro database).

Perché, se il problema è combattere la pandemia, si dice sì o no alle misure a seconda se siano efficaci o meno rispetto allo scopo. E le misure dei due governi – Conte II e Draghi I – sono state quasi sempre disastrose perché prese avendo come stella polare soltanto la continuazione delle attività produttive delle grandi imprese.

Pure sull’uso della mascherina, sul distanziamento e il lavaggio delle mani abbiamo avuto cretini che erano “scettici” e “sospettosi”…

Ma non è che “opponendosi” in egual modo a qualsiasi nuova misura si identifichi automaticamente una “linea d’azione proletaria”, simmetrica e rivoluzionaria.

Questo può avvenire – e quelli come Cottarelli lo sanno bene – per le scelte di politica economica e finanziaria. Se il governo dice “A”, dire l’opposto è quasi sempre giusto. Perché viene dall’interesse sociale colpito da quella scelta.

In una pandemia, invece, bisogna soppesare le varie misure, perché alcune servono, altre sono prese in giro, altre sono sciocchezze pure.

Il criterio della “libertà individuale”, assunto come un dogma indiscutibile anche da certa compagneria “bertinottiana”, è un criterio liberale, che proprio nei grandi disastri si rivela per quel che è: un’ideologia reazionaria, individualista, dannosa, pericolosa per sé e per gli altri.

Il contrario del benessere collettivo.

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8 Commenti


  • Gianni Sartori

    Per analogia: il Matteo Renzi (sempre da Concita, mi pare) ha fatto l’analogia – sostenendo che c’erano anche loro nelle “piazze” di cui si parla – con i No Tav e gli anarchici…
    bontà sua!
    GS


  • alberto+gabriele

    Ottimo articolo. Avrei solo una piccola obiezione.

    Tu dici

    Al netto delle difficoltà di un economista neoliberista nel capire che la sua non è una scienza (“prevede il passato”, come si usa dire), e quindi non è assimilabile a quelle vere, …

    Mi pare esagerato. Io direi che la “scenza economica” esiste, come esistono tuttele scienze sociali. Sono un po’ “molle” (soft e non hard) e i loro statuto epistemologico e’ dicverso da quello delle scienze come fisica, etc., ma possono essere considerate scienze in senso “debole” Inevitabilmente chi fa scienze sociali (e a maggior ragione chi fa economia) assume coscientemente o no un punto di vista di classe, e riconoscerlo e’ gia’ un gran passo in avanti verso la “verita’”. Ma puo’ e deve sforzarsi di adottare , pur riconoscendo la parzialita’ del suo paradigma, il metodo scientifico. Ipotizzando ottimisticamente per semplicita’ che il paradigma marxista sia “giusto”, se correttamente applicato dovrebbe produrre una analisi abbastanza “scientifica” dei fenomeni economici.
    Il rischio piu’ grave nel negare ogni scientificita’ all’economia e’ quello di cadere in un iperrelativismo alla uno vale uno in cui nessuna affermazione forte ( ad esempio, sul rapporto tra capitalismo e disuguaglianza) sia piu’ possibile.


  • giancarlo+staffolani

    Un’”opposizione” così imbecille è il sogno di ogni governante: “volete voi finire sotto la guida di gente così?”… Draghi forse è stato più furbo di quanto si potesse immaginare…….


  • Mauro

    Quindi?se scrivevi “vaccinatevi,vaccinatevi,vaccinatevi “facevi prima…ma nei centri sociali dal 6 agosto chiederanno il greenpass?


    • Redazione Roma

      il commento con il contenuto dell’articolo c’entra come i cavoli a merenda


  • andrea’65

    bello l’amarcord si sigle di sx utilizzate dai neofascisti, serve a rammentare da che parte politica è nata la startup di Mussolini.


  • Angelo

    Capisco che l’ideologia, nell’accezione marxiana del termine, autorizza i comunisti a collocare il pensiero debole (Vattimo, Cacciari, etc) o della c.d. biopolitica affermativa (Esposito, Agamben, etc) entro il dispositivo neoliberale, tuttavia questa considerazione generale non ci deve condurre agli atteggiamenti pregiudizievoli secondo cui, a prescindere da ciò che dicono, non vale la pena nemmeno ascoltare (se ci disturbiamo a studiare bene MilanoFinanza, altrettanto dovremmo fare con gli articoli degli intellettuali piccolo-borghesi). È ormai un dato evidente che il paradigma epidemiologico (che non è quello medico-clinico) contraddice ll principio della dignità della persona (frutto più della guerra partigiana contro il fascismo che di altro) o quello del lavoro, su cui (nonostante tutto) si fonda la Costituzione italiana. Per quanto mi riguarda, sarei favorevole all’obbligo vaccinale, ma sicuramente non al green pass, il quale non è solo uno strumento di tracciamento del contagio (ammesso e non concesso, come ritiene l’approccio epidemiologico e non quello medico, un contagio corrisponde a un caso di infezione), ma, nella sua ambiguità, anche uno strumento coercitivo, un dispositivo di “sapere-potere”, direbbe Foucault. Secondo me, Contropiano dovrebbe ritornare alla vecchia e buona abitudine di rimettersi a un’analisi più approfondita (oggettiva) da parte dell’intellettuale collettivo ed evitare facili conclusioni che non riflettono lo stato delle lotte di classe. Quello che mi è parso di notare nella lettura dell’articolo è un atteggiamento, profondamente antimarxiano, tendente a sposare in tronco l’impostazione epidemiologica (altrettanto biopolitica e neoliberale) sull’equazione “contagio=malattia”, su cui i medici non sono per nulla d’accordo, e di cui il green pass non è altro che un’espressione sintomatica. In altre parole, Contropiano, secondo me, non può ignorare che sposando acriticamente la prospettiva epidemiologica, rischi di fatto di ricadere in una erronea maniera di intendere la veridicità di una scienza umana come l’epidemiologia, che alla fine di tutto finisce per sposare il discorso dominante, biologista, sul green pass. Quest’ultimo fa ciò che l’obbligo vaccinale non implica necessariamente e cioè la messa in discussione dei diritti fondamentali, dello stato di diritto, della dignità dell’individuo (in attesa di una rivoluzione comunista, io ci penserei un po’ di più prima di fare a meno dello stato di diritto, della nostra Costituzione). Io vedo riproposto nell’articolo di Contropiano la posizione di un deleterio “biologismo” (alla faccia del buon materialismo storico-dialettico) che nuoce non solo alla teoria, ma anche alla prassi. Poi, ovviamente, la mia è un’opinione e posso anche sbagliarmi, ma sicuramente la questione del green pass non è così semplice come appare dalle parole di Contropiano.


  • Kallisto Tanzi

    Dal contratto di vendita del vaccino Pfizer

    Effetti a lungo termine ed efficacia

    “L’Acquirente riconosce […] che gli effetti a lungo termine e l’efficacia del vaccino non sono attualmente noti e che potrebbero esserci effetti negativi del vaccino che attualmente non sono noti”.

    Clausola di indennità
    “L’Acquirente accetta di indennizzare, difendere e mantenere indenni Pfizer, BioNTech (e) le loro affiliate […] da e contro qualsiasi causa, reclamo, azione, richiesta, perdita, danno, responsabilità, transazione, sanzione, multa, costo e spese”:

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