Quando abbiamo accusato di schiavismo i padroni e i vari Renzi e Salvini, che vorrebbero abolire il reddito di cittadinanza sennò i giovani rifiutano il lavoro, abbiamo espresso un giudizio politico.
Ora però la criminalità imprenditoriale diffusa ci permette anche di parlare tecnicamente di schiavismo.
Un’impresa veneta tre anni fa aveva fatto scalpore su tutti i mass media compiacenti perché lamentava di non trovare operai. Poi li ha trovati, con la tratta di schiavi pakistani, minacciati e picchiati dai caporali se osavano chiedere i diritti sindacali.
Ora i caporali sono in prigione e il giovane e brillante amministratore delegato ai domiciliari, per il solito trattamento di favore riservato a padroni e politici.
Ma sapete come si è scoperta questa fabbrica degli orrori? Perché in una notte del 2020, nel mezzo di una strada vicino a Padova, è stato trovato un pakistano massacrato di botte. Era stato abbandonato lì dai caporali, dopo il pestaggio che aveva subito perché si era ribellato alla schiavitù.
Il ragazzo avrebbe dovuto morire lì, travolto da qualche automezzo il cui conducente non avesse visto in tempo un corpo in mezzo alla strada. Un cadavere senza nome di extracomunitario, la cui morte sarebbe stata subito archiviata e avrebbe permesso di mantenere il silenzio sullo sfruttamento disumano alla Grafica Veneta.
Invece l’operaio si è salvato e ha potuto raccontare le infamie e gli orrori.
La Grafica Veneta non è un’aziendina border line. È una grande impresa grafica che stampa libri per tutte le case editrici. Il suo padrone Fabio Franceschi, che ora naturalmente dichiara come tutto avvenisse a sua insaputa, è stato azionista de il Fatto Quotidiano, da cui è uscito quando si è candidato in Parlamento con Forza Italia.
Come imprenditore e politico di successo Franceschi fece campagna contro il “reddito”, contro i timidissimi vincoli ai contratti a termine stabiliti dal “decreto dignità”, contro i giovani sfaticati e contro la burocrazia che impedisce alle imprese di crescere.
Un vero liberale lo definì Berlusconi. Come quei liberali del settecento che si arricchivano con il commercio degli schiavi. A loro insaputa anch’essi.
Lo schiavismo e la violenza dello sfruttamento estremo stanno dilagando in Italia, e al vertice di questo sistema che viola i più elementari diritti umani ci sono sempre imprenditori perbene, riveriti e portati ad esempio.
Più di due terzi delle imprese italiane non rispetta leggi e contratti, nel mondo imprenditoriale la criminalità sociale ed economica è largamente maggioritaria.
Quando in tv vedete qualche imprenditore spiegare come dovrebbe funzionare il mondo e politici, economisti, giornalisti annuirgli soddisfatti, ricordatevi della Grafica Veneta.
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