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Torino. Nuove strategie dell'”ordine pubblico” contro i No Tav

Per il Movimento No Tav, il presidio comunicativo di ieri mattina (9 agosto) nel capoluogo piemontese, può essere annoverato tra i tanti esempi della determinazione e della forza che guidano questa lotta ormai trentennale.

All’alba di quelle che, proprio da queste pagine alcuni giorni fa, sono state definite “rocambolesche dichiarazioni” arrivate da molte parti della politica italiana, capeggiate da quelle della ministra Luciana Lamorgese e condite dalle solite affermazioni lamentose dei sindacati di polizia, oggi, a Torino i No Tav scesi dalla Valle verso la pianura erano tanti.

Ad accoglierli, non troppo stranamente, il solito dispiegamento di forze dell’ordine poste a protezione dell’incontro che doveva svolgersi in Prefettura tra la ministra Lamorgese, il capo della polizia, il prefetto e il questore e dunque tra chi si dovrebbe occupare della gestione dell’ordine pubblico in Valsusa.

Ma si sa, la gente di montagna ha la testa dura e così, nonostante numerosi tentativi di intimidazione, i No Tav sono riusciti a raggiungere il centro di Torino praticamente blindato e di far sentire la loro voce anche a “lor signori”.

Voce che, oggi più che mai, ha voluto parlare alle persone, ha voluto urlare a squarciagola la propria verità: una verità da troppo tempo messa sotto il tappeto da parte dei mass media, spesso burattini in mano di chi, quotidianamente, violenta la Valsusa e usa violenza contro chi invece difende questo territorio e se ne prende costantemente cura.

Una verità che parla alla gente, che dice che i violenti non sono i No Tav ma le forze dell’ordine che da anni hanno letteralmente invaso la valle mettendo in atto una disastrosa militarizzazione che, troppo spesso, si traduce in volti e corpi devastati da lacrimogeni sparati ad altezza uomo o da sassi tirati da altezze sconsiderate.

Con il pensiero rivolto soprattutto a Giovanna, chi era in piazza oggi, ha urlato tutta la sua rabbia nei confronti di chi da trent’anni si arroga il diritto di considerarsi “paladino difensore” di cantieri che sono illegali, inutili e portatori di distruzione e che nel far questo agisce con la volontà di fare male a chi, al contrario, questa terra la vuole proteggere e tutelare.

La cura del territorio per contrastare chi, mosso da profitto, porta avanti strategie volte a rimpinguare i portafogli dei soliti noti inserendosi a pennello in un modello di sviluppo sbagliato che guarda solo ed esclusivamente ad un futuro in cui il nostro pianeta sarà, purtroppo, destinato a morire schiacciato da una crisi ambientale epocale.

La voce del Movimento No Tav, questa mattina, secondo noi, è arrivata forte e chiaro alle orecchie di chi doveva e voleva ascoltare. La palla ora passa a loro: noi, montanari testardi e dal cuore forte, non ci muoveremo di un passo e continueremo a difendere la nostra Valle finché sarà necessario!

Avanti No Tav!

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