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E Mattarella scivolò sull’untore…

Se si vuol capire come funziona il cervello del potere capitalistico italiano bisogna analizzare il discorso di Mattarella, ancora per poco presidente della Repubblica, fatto ieri all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pavia.

All’unanimità, i media mainstream lo hanno definito un discorso “durissimo”, “contro i no vax” e di apertura all’obbligo vaccinale, che il governo ha in mente di introdurre ma ancora esita a legiferare.

Come i nostri lettori sanno, noi siamo da sempre per l’obbligo vaccinale come misura di tutela di tutta la società, senza eccezioni se non per i casi di incompatibilità. Quindi non siamo rimasti “indignati” per quella che in condizioni normali è un’ovvia misura di profilassi, ma per la “logica” con cui questa classe dirigente procede.

Una logica che palesemente non ha come obiettivo la salute pubblica, ma l’imposizione di dispositivi di comando e l’identificazione di “nemici” inconsistenti cui addebitare gli immensi fallimenti della lotta alla pandemia (130.000 morti, e non se ne vede ancora la fine).

Andiamo con ordine.

Mattarella ha presentato la questione come “richiamo alla responsabilità sociale e in questo periodo al dovere, morale e civico della vaccinazione, trasformando così una questione di salute pubblica, ossia dell’intera collettività, in una questione “morale” individuale. Da premiare o sanzionare.

Che esistano anche dei risvolti “etici”, non c’è dubbio, perché si può e si deve far riferimento a sistemi di valori che privilegiano oppure disprezzano gli interessi collettivi rispetto a quelli grettamente individuali. Ma in questa direzione Mattarella andrebbe a cozzare con gli interessi della “proprietà privata dei mezzi di produzione” e quindi della “libertà di impresa”.

Dunque non si spinge ad approfondire il ragionamento, ma si limita – come si fa sempre in ambienti democristiani – a buttarla genericamente in caciara, su astratti “doveri civici” che in altri ambiti vengono bellamente dimenticati, in primis dalle “istituzioni” (dal diritto alla salute alle “condizioni di vita dignitose” previste dalla Costituzione, ecc).

Ma subito dopo il presidente si lancia in una autentica falsificazione della realtà scientifica:

Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi, con l’eccezione di chi non può farlo per salute, e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago, costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunciare alla propria possibilità di recuperare in pieno luoghi e modi e tempi di vita“. 

In questo modo si identifica il non vaccinato con “l’untore” dei Promessi sposi, ai tempi della peste. Mentre, semmai, chi rifiuta di vaccinarsi espone in primo luogo se stesso e, ovviamente, tutti i suoi contatti quotidiani, al rischio del contagio.

La differenza tra un vaccinato e uno che non lo è, sul piano strettamente epidemiologico, quasi non esiste. Entrambi possono contagiarsi e contagiare. E gli studi in corso non hanno ancora dato una risposta definitiva circa la minore – o no – carica virale dei vaccinati.

La vera differenza sta nelle conseguenze. Un vaccinato che si contagia ha assai meno probabilità statistiche di sviluppare la malattia, venire ospedalizzato, finire in terapia intensiva ed eventualmente morire (il 97% in meno, non proprio un’inezia).

E’ insomma ovvio che una collettività universalmente vaccinata subisce meno perdite umane, impiega meno risorse ospedaliere sul fronte pandemico (e può dedicarle ad altre patologie), seppellisce meno corpi, compromette di meno le attività economiche, ecc.

E’ per questo che – diciamo da mesi – occorre introdurre l’obbligo vaccinale, cancellare i brevetti esclusivi sui vaccini e permettere così la produzione free della quantità di dosi necessaria a mettere in sicurezza tutta la popolazione mondiale (visto che le pandemie non rispettano le pratiche doganali).

Ma descrivere il non vaccinato come la causa della diffusione del contagio è rivelatore della pessima coscienza di questa classe dirigente, che cerca un “nemico” da incolpare per i propri fallimenti.

Chi non si vaccina, al limite, può esser descritto come un aspirante suicida. Se ne possono criticare – lo facciamo quotidianamente – le paure irrazionali, le diffidenze più o meno motivate, le argomentazioni cervellotiche e complottistiche, la paturnie di ogni genere.

Ma non è un untore che limita la libertà e attenta alla vita altrui. A meno che non sappia di essere contagiato e pretenda di comportarsi come se non lo fosse.

Dunque, Mattarella ha involontariamente rivelato – forse per eccesso di sicurezza – il meccanismo ideologico e retorico inventato da un potere incapace, avido, inefficace e menefreghista davanti alla pandemia. Rassegnato a convivere con il virus per permettere alle imprese di macinare profitti senza problemi.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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10 Commenti


  • Giovanni ciarlante

    Credo che quello che scrive sia un tantino strumentale Mattarella non sarà un fulmine di guerra ma tracciarlo di mala fedeli trovo eccessivo. Poi se mi può portare un esempio di uno stato sovrano capace di opporsi alle politiche delle multinazionali escluso Russia, Cina e Cuba, per forza di cose. Quindi chiedere ad un paese, governato da questa ammucchiata, di abolire i brevetti lo trovo funzionale al cercare una polemica per ottenere facile consenso. Sa perfettamente che è irrealistico.


    • Redazione Contropiano

      Sul realismo si può concordare, visti gli schieramenti e il servilismo verso il grande capitale multinazionale. Ma non è che sia una “esimente” per la falsificazione intenzionale…


  • Augusto Paris

    Ben scritta la critica a Mattarella, molto più superficiale e scontata la retorica dell’obbligo vaccinale. Non capisco se vi rendete conto che non possono esistere obblighi sui corpi delle persone, altrimenti è finita. Non è questo il punto marxista per il bene collettivo, perché non decidere di non curare che beve o chi in qualsiasi modo va , per comportamento non salubre, nelle strutture sanitarie, come è possibile lasciare ai fascisti queste battaglie. Resto sempre basito da queste posizioni . Viva la rivoluzione comunista


    • Redazione Contropiano

      Non possiamo che ripeterci.
      In una pandemia mondiale, non esiste nessuna “libertà individuale” per quanto riguarda la vaccinazione.
      I vaccini obbligatori già esistono (sono 10, in Italia).
      E la prevalenza dell’interesse generale su quello individuale è un caposaldo del marxismo. Altrimenti dovremmo difendere anche la proprietà privata dei mezzi di produzione…


  • WALTER+GAGGERO

    Mattarella è un fuorilegge, e incita all’odio indicando cime IRRESPONSABILE chi non si vaccina esercitando un diritto consentito dalla legge,
    Da denuncia,


  • Ciro

    A parte il fatto che accettare l’obbligatorietà vaccinale implica già di per sé la tacita presa d’atto che col virus bisogna purtroppo conviverci. Quanto alle posizioni del governo e della Confindustria sembrano muoversi nella medesima direzione: entrambe sono favorevoli alla somministrazione dei vaccini. Quindi tentare di attaccare il padronato su questo terreno è veramente sciocco; è una tesi che non sta in piedi è che rischia di diventare un boomerang.


    • Redazione Contropiano

      Il virus non obbedisce alla politica. Ne sfrutta gli errori. Cosa che non pare entrare nei tuoi ragionamenti…
      Django ti riderebbe dietro…


  • Augusto Paris

    Quando non esiste nessuna liberta individuale, è finita, anche quella collettiva, ma voi non lo capite, non siete marxisti. Viva Lenin sempre, i capisaldi del marxismo sono molti, ma il principale è che non saremo mai liberi finché ci sarà qualcuno che non lo è, i borghesi dicono che la tua liberta inizia dove finisce la mia, ma questo è il concetto negativo della liberta, non quello dei comunisti. Non sono contro i vaccini, chi lo vuole fare è liberissimo di farlo, ma se qualcuno per qualsivoglia ragione non decide di farlo , deve essere rispettato e non ricattato sul lavoro con la coercizione del pass, o con l’obbligo vaccinale, ma dove siamo nel Cile di Pinochet. I comunisti non la pensano come voi.


    • Redazione Contropiano

      La confusione ideologica tra quanti si autodefiniscono comunisti è oggi immensa. La maggior parte, come in questo commento, ne ignora persino i fondamenti, e scambia il liberalismo per il comunismo e, di conseguenza, chiama “fascismo” qualsiasi prevalenza della dimensione collettiva su quella individuale (come fa la mozione dell’Unione Europea che equipara fascismo e comunismo accomunandoli tra i “totalitarismi”).
      La cosa che è scomparsa dall’orizzonte di questi compagni è niente di meno che la realtà oggettiva. Così non riescono neanche a intendere che un virus, e la pandemia che ne segue, non è un fenomeno che dipende dalla lotta di classe, ma un fenomeno naturale che naturalmente incide sui rapporti sociali e può essere sfruttato per rafforzare il potere padronale o viceversa.
      Scomparsa la realtà oggettiva, sparisce anche qualsiasi atteggiamento scientifico. E la somministrazione di un vaccino – che ha senso epidemiologico solo se inoculato a tutta la popolazione mondiale, fatte salve le dovute eccezioni – si trasforma in una “scelta di libertà”, come se stessimo parlando di comportamenti sessuali o di scegliere le merci al supermercato.
      Una cecità devastante che fa dimenticare persino l’esperienza individuale: ognuno di noi, fin da bambino, ha obbligatoriamente ricevuto più vaccini, altrimenti non sarebbe neanche stato ammesso a scuola. Ed è ancora così, senza che nessuno chiami questo obbligo “dittatura” (se non i no vax storici, quelli ante-pandemia).
      Questa condizione di disorientamento assoluto è l’ultima coda dell’implosione seguita alla caduta del Muro, ma in realtà iniziata molto prima, che ha spinto a sostituire i fondamenti del marxismo con vaghi riferimenti progressisti, liberamente dosabili ed interpretabili a livello individuale. E quindi alla babele…


  • Sergio

    Davvero non so proprio come certe concezioni “marxiste” sì siano formate in questi lunghi anni di egemonia borghese. Nel firmamento marxista pare ci sia un posto per tutti: ieri da Bernstein a kautsky, oggi ad una galassia indistinta, tanto confusa quanto inconsistente. Per Marx la libertà non è un atto politico ma storico, non è nelle Costruzioni, nelle leggi, decreti ecc ma il risultato della scomparsa della società di classe e sino allora, parlare di libertà è un chiacchiericcio inconcludente quando non addirittura fuorviante

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