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Il Corriere della Sera esorcizza l’astensionismo

Uno dei ciambellani del Regnante attuale, il noto Antonio Polito, editorialista del Corriere della Sera, oggi in una delle sue consuete note, si preoccupa o per meglio dire, si cimenta e minimalizza con un’interpretazione dell’’astensionismo emerso alle comunali di domenica e lunedì scorsi ( pari al 53%).

Scrive, il “ nostro”, che l’astensionismo non è da attribuirsi a protesta, sfiducia, disinteresse o altro ancora, seppur manifestato da una così alta e ragguardevole percentuale di cittadini, bensì una esemplare prova di maturità democratica che classifica le suddette elezioni ( alibi precostituito per le prossime nazionali?) come una routine a cui sottrarsi, perché fondamentalmente la democrazia, quella vera, non è in discussione, anzi.

Egli,  si inoltra ancor più nella Bibbia delle interpretazioni, dando un’ulteriore chiave di lettura, direi quasi spericolata, quando lo definisce come una sorta di Green Pass ai governanti di ogni Istituzione, che va ad assommarsi a quanti invece il voto, così come è emerso, lo hanno indirizzato ai partiti facenti parte del Governo Draghi.

Perché questo bisogno di dare patenti ai non votanti?

Forse la paura che il futuro possa riservare qualcosa agli occhi dei Poteri, in svariate forme e modalità, inedite, non volute, che possano rappresentare un presupposto ad una reazione organizzata allo status quo?

Conclude, il Polito, affermando che questi sono i tempi del fare non della protesta.

Gli si può dare ragione a metà.

La sua è quanto stanno operando Governo e Confindustria.

La nostra, invece, sta nel Fare dell’11 ottobre, giorno dello Sciopero Generale, proclamato dal sindacalismo conflittuale, una giornata di Protesta e di Lotta.

*Potere al Popolo Milano

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