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Green pass, contraddizioni in seno al popolo…

Alla fine non è successo quel che i media mainstream preconizzavano da giorni, chiedendo “interventi risoluti” a un governo che non vuole altro.

Il centro dell’attenzione era su Trieste e sui portuali riuniti intorno al Coordinamento Lavoratori Portuali di Trieste (Clpt). Qui, infatti, la contrarietà al green pass aveva assunto toni e obbiettivi di fatto politici – il ritiro del decreto da parte del governo – che non potevano non diventare un duro oggetto del contendere.

Il muro opposto dal governo, dopo aver ammesso che il costo dei tamponi per i lavoratori non vaccinati deve essere a carico delle aziende (com’è peraltro logico e previsto da tutti i contratti di lavoro), ha innalzato il livello dello scontro a un punto tale che ognuno ha dovuto rifare i calcoli.

Già ieri sera il “blocco” era stato trasformato in “presidio”, e stamattina in effetti alcuni lavoratori sono comunque entrati senza incontrare gli ostacoli tipici di un “picchetto”.

Sul lato opposto, il presidio è diventato il catalizzatore della solidarietà “no vax”, con personaggi non proprio “di sinistra”. Quasi 5.000 persone stazionano davanti all’ingresso, mentre i portuali sono in tutto 950.

Peggio ancora, lo sciopero è stato dichiarato “illegittimo” da chi non aspettava altro che un’occasione per migliorare la propria immagine ferocemente anti-operaia: la Commissione di garanzia sugli scioperi.

Confermando così che il green pass tutto è tranne che una misura sanitaria, ma serve solo a rafforzare il potere aziendale sui dipendenti.

In questo solco si muove il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, che ha annunciato perciò la denuncia dei lavoratori in sciopero.

La “copertura sindacale” è peraltro arrivata da una sigla fantasma, il Fisi, che ha addirittura proclamato cinque giorni di sciopero.

Il problema è che come sindacato non esiste… La sedicente “Federazione italiana sindacati intercategoriali” ha sede a Eboli (in provincia di Salerno). Tra i leader viene segnalato il noto medico “no vax” Dario Giacomini, nonché Pasquale Bacco, altro medico “no vax”, in passato candidato alle elezioni politiche con CasaPound e sindaco a Bitonto con la Fiamma Tricolore. Nell’autunno scorso Bacco aveva capeggiato una manifestazione a Taranto incitando a togliersi la mascherina e a violare il lockdown.

Rolando Scotillo, segretario “generale” della Fisi, è stato candidato peraltro col centrodestra alle elezioni regionali in Campania, dopo esser stato nominato “commissario” dell’Udc nella stessa città.

Non proprio la migliore compagnia per una lotta operaia.

Diversa, sicuramente, la situazione nel porto di Genova, il più grande d’Italia, con blocchi all’ingresso dei tir al varco nazionale Etiopia, nella zona di Sampierdarena.

Un presidio in mattinata anche davanti all’accesso pedonale del terminal PSA di Genova Pra, nel ponente. Intorno alle 10.30 è stato bloccato anche l’accesso al varco Albertazzi. 

La diversità politica e sindacale è merito dei lavoratori del Calp, che hanno immediatamente spiegato con molta chiarezza che l’opposizione al green pass sul posto di lavoro non ha niente a che vedere con le follie “vo vax”. E quindi sbarrato sostanzialmente la strada a pelose “solidarietà” fascistoidi.

Josè Nivoi, portavoce del Calp Genova (Collettivo autonomo lavoratori portuali) e dirigente sindacale USB: “Se, anche sulla base di una cosa ragionevole come la gestione del tampone, loro (aziende, ndr) non accolgono la proposta o hanno ‘niet’ totali, certamente impugniamo questa decisione, non sulla base di posizioni no vax o no green pass, ma sulla base della sicurezza dei lavoratori”.

Precisando ancora che Il vaccino è un mezzo per tutelare la vita dei lavoratori, ma non è l’unico modo per tutelarla. Anche chi ha il vaccino infatti può essere portatore di covid, quindi se si vogliono evitare focolai covid, bisogna che si attuino delle procedure per evitare contagi: un modo è il tampone. Non è possibile però che sia a carico dei lavoratori“.

Una posizione peraltro di tutto il sindacato Usb il quale, per un verso rivendica che l’utilizzo del Green-Pass venga escluso dai luoghi di lavoro, indicando nel governo il responsabile di “una discussione enorme e divisiva, permettendo alle imprese di servirsi della “calda coperta pandemica” per destrutturare diritti e introdurre misure che poco hanno a che fare con la salute pubblica.

E peraltro “respinge con fermezza iniziative che abbiano come scopo il rifiuto totale a qualsiasi misura di sicurezza tese ad abbracciare impulsi complottisti o negazionisti della pandemia.

Episodi minori nel resto del paese, con iniziative altamente contraddittorie e differenziate dal punto di vista sociale e politico.

A Roma “manifestanti” non meglio identificati hanno provato a bloccare il traffico a Porta Maggiore, ma si sono sciolti immediatamente all’arrivo della polizia. Contemporaneamente un presidio era stato chiamato da una parlamentare ex Cinque Stelle notoriamente “no vax”.

A Sigonella il Siam, Sindacato Aeronautica militare, aveva indetto per le 7 di oggi un presidio davanti ai cancelli d’ingresso della base militare di Sigonella. Non bisogna dimenticare infatti che le percentuali più alte di “no vax” si registrano proprio tra le forze dell’ordine e in generale i militari (con punte inquietanti tra gli agenti carcerari).

Presìdi e cortei anche a Livorno, Trento, Milano. A Bologna circa 2.000 persone in strada, con bandiere tricolori, slogan contro il certificato verde, e cartelli con scritto «siamo liberi», e «il Green pass discrimina», «La schiavitù che viola la Costituzione».

Anche sul piano “istituzionale” la situazione è in movimento. Dopo aver tanto ostacolato i vaccini non “euro-atlantici”, le interconnessioni della logistica europea hanno scoperchiato l’inapplicabilità pratica delle disposizioni previste da green pass. E l’italiana Aifa si è detta ora pronta a sbloccare il green pass anche per i vaccini non autorizzati in Europa, ovvero il cinese Sinovac e il russo Sputnik (gli unici disponibili nei paesi dell’Est, i cui camionisti sono low cost).

In generale, è sicuramente paradossale che il governo più indifferente alla salute della popolazione, avendo – in perfetta continuità con il precedente – anteposto gli interessi delle aziende a qualsiasi altra considerazione, possa oggi recitare la parte del “premuroso” per aver inventato un “certificato” che non tutela nessuno (essendo rilasciato sia ai vaccinati che ai “tamponati” nelle ultime 48 ore).

Come si può vedere, l’assalto fascista alla Cgil è diventata l’occasione per avviare l’iter decisionale che dovrebbe portare alla sostanziale riduzione della libertà di manifestazione. E questo “blocco-non-blocco” può essere la scusa per restringere ancora di più il diritto di sciopero (vedi la decisione della Commissione…).

La situazione, per molti versi, ripropone un tema sempre attuale e che l’”antagonismo da social” sembra ignorare del tutto: le contraddizioni in seno al popolo.

Diversamente da quanto si crede nei cieli di alcune ideologie novecentesche, la condizione operaia permette sicuramente di identificare con chiarezza il proprio interesse come contrapposto a quello del padrone, ma non garantisce affatto che la “declinazione politica” sia “rivoluzionaria” o almeno progressista.

La decisione del governo Draghi di non rendere obbligatoria la vaccinazione anti-Covid ha rovesciato sull’intera popolazione – quindi anche su decine di milioni di lavoratori – la responsabilità di vaccinarsi o meno.

Una “libertà” che però comprometteva la contemporanea campagna vaccinale, perché rischiava (come si è verificato ad un certo punto) che il tasso di copertura fosse nei fatti insufficiente a garantire una qualche “immunità di gregge”.

Il green pass è stato perciò pensato come un mezzo surrettizio per “incentivare” la vaccinazione volontaria. Ma allo stesso tempo una comunicazione impazzita sugli “effetti avversi”, ingigantita dagli stessi media di regime, sollevava timori in una quota di popolazione (e di lavoratori) ben più larga dei “no vax”.

La decisione infine di rendere il green pass obbligatorio per accedere al posto di lavoro – ossia per guadagnarsi lo stipendio – ha finito per introvertire completamente la contraddizione sui singoli lavoratori, sui collettivi o sindacati. Spaccando e dividendo.

Ovvio che un lavoratore non vaccinato, che fino a ieri sera poteva essere costretto a lavorare in qualsiasi condizione, va difeso dal rischio di licenziamento. E questo giustamente spinge anche tanti altri lavoratori a solidarizzare e compattarsi.

Ma d’altro canto il rifiuto individuale del vaccino è incompatibile con qualsiasi visione e pratica collettiva del conflitto sociale. Se abbiamo infatti ancora una sanità pubblica – per quanto amputata a forza di tagli – è perché il movimento operaio ha strappato al capitale sia la necessità costruirla (vaccini compresi) che di assicurare almeno un minimo di rispetto delle condizioni di sicurezza sul lavoro.

Contraddizioni in seno al popolo, appunto. Che non si tagliano con l’accetta delle battute da social…

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19 Commenti


  • augusto paris

    alla fine, sotto sotto , daje contro chi è no green pass.
    bravi


    • Redazione Contropiano

      Se non ci si nascondessero sotto i no vax sarebbe meglio, non credi?


  • Lando

    Le contraddizioni in seno al popolo come insegna il presidente Mao si affrontano. Si identifica quale è la contraddizione principale e quale la secondaria. Da noi le contraddizioni sono mobilitazione di massa piccolo borghese, e arruolamento della sx antagonista alla campagna vaccinale delle multinazionali euroatlantiche.


    • Redazione Contropiano

      A quanto pare la tua contraddizione principale è piuttosto miserella…


  • augusto paris

    sono comunista nonostante voi, evviva i lavoratori portuali di trieste, o anche loro sono fascisti e contro il diritto collettivo.
    ma voi non capite.
    sono veramente dei compagni , solidali con tutti i lavoratori con i quali hanno lavorato a fianco durante tutta la pandemia,
    Abbiate il coraggio di ascoltare quello che dicono, forse la destra non avrebbe potuto cavalcare strumentalmente tutto il disaggio provocato dalle tante porcate del governo Draghi sostenuto da tutti ed in primis dai piddini e dai loro accoliti.
    Sono stato iscritto allla fiom per quasi 20 anni, perche credevo nel sindacato, ma dal 2018 ho stracciato la tessera dei venduti che fra poco faranno il patto sul lavoro a nostro svantaggio come è solito, non esistono patti con i datori di lavoro che ci hanno mai avvantagiati, senza la lotta.


    • Redazione Contropiano

      Abbiamo capito perfettamente, ci sembra. E quindi ripetiamo:
      “Ovvio che un lavoratore non vaccinato, che fino a ieri sera poteva essere costretto a lavorare in qualsiasi condizione, va difeso dal rischio di licenziamento. E questo giustamente spinge anche tanti altri lavoratori a solidarizzare e compattarsi.
      Ma d’altro canto il rifiuto individuale del vaccino è incompatibile con qualsiasi visione e pratica collettiva del conflitto sociale.”


  • marco

    bhe se ‘aifa (e il governo) finalmente si calano le braghe sui vaccini (realizzati da istituti pubblici) russi e cinesi è una bella contraddizione in cui inserirsi.
    Personalmente non mi sono ancora vaccinato perchè aspettavo che si realizzasse questo evento facilmente prevedibile.
    Già da un anno pensavo di andare a mie spese a san marino a vaccinarmi con lo sputnik, ma non è stato possibile.
    Ora se l’aifa cede credo che si potrà fare.
    Ma i costi non saranno comunque piccoli perchè bisognerà farsi il viaggio e tre pernotti.
    Ovviamente dubito che tali farmaci li troveremo mai a disposizione in un hub vaccinale e non credo siano ordinabili in farmacia.
    Un bello schiaffo al governo e a tutti i pecoroni che accomunano acriticamente ogni posizione vagamente diversa al mantra “no vax” sarebbe quella di organizzare ordini e distribuzioni di quei vaccini per tutti coloro che hanno molta più fiducia nella ricerca pubblica a qualunque latitudine che non nelle scelte euroatlantiche del governo.
    Se lo fate, il primo a mettermi in fila al vaccino sarò io.


    • Redazione Contropiano

      Solo per informazione (sei ovviamente libero di fare il vaccino che preferisci): cubani, russi e cinesi non hanno mai messo in discussione la relativa efficacia anche dei vaccini euro-atlantici. Anzi, qualche volta ne hanno riconosciuto la novità scientifica (quelli a Rna-messaggero).
      Insomma,non è questo il punto dirimente per decidere se vaccinarsi o no.


  • Alberto

    Parto dal dato Istituto Superiore di Sanità: se l’età media dei deceduti è 80 anni e il 67% ha 3 patologie pregresse, che ho diritto io, cittadino europeo/soggetto non fragile, di vaccinarmi PRIMA di un soggetto fragile di un paese che per un regime di mercato perverso non ha potuto acquisire trattamenti?
    O vogliamo il sovranismo sanitario, un “PRIMA GLI ITALIANI” in salsa vaccinale? Cosa c’è di etico in tutto ciò? Chi è l’egoista?
    Dunque: tamponi gratuiti per l’intera popolazione (vaccinati e non vaccinati, risorse prese da spese militari), eliminazione del lasciapassare (coercizione senza base scientifica né etica, vedi sopra), rimozione dei brevetti su vaccini e salvavita, delegittimazione di organismi distributivi filantro-capitalistici quali Covax, potenziamento dei sistemi sanitari nazionali.
    POI, possiamo iniziare a discutere di obbligo vaccinale. Direi che per il 2050 dovremmo tranquillamente esserci.


    • Redazione Contropiano

      Complimenti per l’assenza di razionalità… Qualsiasi ragionamento su pandemia e vaccini che parte “dal singolo” è assolutamente fuori tema.


  • Seve

    Tutti i vaccini attuali, relativi al c19, sono sperimentali. Sono stati autorizzati alla diffusione ma mai approvati: da cio’ un rifiuto individuale si profila legittimo proprio dal punto di vista degli interessi collettivi. Uno stato che non prende sotto la sua responsabilita’ le conseguenze di una campagna sanitaria non puo’ urlare al tradimento.
    E comunque (parlo invece da vaccinato in epoca non sospetta, 4 mesi orsono) l’oggetto della protesta e’ molto piu maturo di quello che qui viene descritto, ovvero: l’obbligo di un certificato imposto sul luogo di lavoro, con implicazioni giuridiche e disciplinari che dovrebbero essere oggetto di contrattazione nazionale, invece che demandate all’arbitrio delle aziende.
    Questa lotta, cosi’ configurata, e’ sacrosanta a Trieste come a Genova. L’articolo qui sopra che tenta di classificarle mi sembra troppo dogmatico


    • Redazione Contropiano

      Sarà la milionesima volta che lo scriviamo: tutti i vaccini ammessi all’inoculazione di massa (quarta fase) hanno passato tre gradi di sperimentazione, con test su almeno 30.000 persone. A Cuba come in Europa. Preferiamo il metodo e il contesto cubano (proprietà e ricerca pubblici), ma neanche i ricercatori di Soberana mettono in dubbio la validità dei prodotti “euro-atlantici”. Che sono fatti da multinazionali private, arricchiscono Big Pharma, ma non più dell’aspirina o dei preservativi.
      Dopo oltre 6,6 miliardi di somministrazioni, chiamarli “sperimentali” significa dichiararsi no vax e basta.
      Sul green pass, analogamente, abbiamo scritto milioni di volte che si tratta di un “diversivo” del governo Draghi, pensato per dividere e scaricare sulla popolazione una scelta che dovrebbe essere statuale (obbligo vaccinale).
      E pensare di lottare contro un “diversivo” significa battersi contro i mulini a vento, su un terreno che non è il tuo e che infatti non va al di là di cerchie molto ristrette. Ma in cui, soprattutto, non c’è alcuna “vittoria” possibile (è un diversivo, un pezzo di carta…)
      Poi, giustamente, non si deve accettare che nessun lavoratore sia licenziabile per non aver fatto il vaccino lasciato “libero”, e che veniva costretto ad andare al lavoro anche durante il lockdown più stringente fino al 14 ottobre.
      Ma neanche si può accettare che una scelta individuale minoritaria e irrazionale possa diventare il cuore della “lotta”, mentre un governo di merda sta lavorando a svuotare le ultime istituzioni del welfare, privatizzando tutto (meno la polizia).
      A Genova questo lo hanno capito. A Trieste, vedremo.


  • Seve

    Ci credo se questi prodotti hanno attraversato tre gradi di sperimentazione: il terzo grado lo abbiamo fatto noi…
    Ma il problema del certificato verde la cui mancanza pregiudica profondamente il rapporto di lavoro e’ una tematiica sindacale di grossa portata. I sindacati complici che hanno avallato il governo si sono comportati da classiche corporazioni, a proposito di Fascismo, tutto diventa un’altra cosa e le conseguenze sul futuro dei rapporti di classe si faranno vedere.
    Si apre ora un terreno di confronto notevole per i sindacati di base, suggerisco di non ridurre la questione alla facilmente criticabile categoria “no vax” (nella quale, pur essendomi sottoposto alla sperimentazione, mi vedo configurato)


    • Redazione Contropiano

      Solo per rispettare la logica, se non proprio i fatti: i tre gradi di sperimentazione sono stati fatti, anche se la procedura di approvazione è stata più rapida del solito “in via emergenziale”.
      Ma anche a Cuba, in Cina e altrove stanno vaccinando tutta la popolazione in base allo stesso principio. Perché in una pandemia che si porta via la gente a pacchi (a camionate, dalle parti di Bergamo, do you remember?) l’alternativa è avere alcune centinaia di migliaia di morti oppure qualche decina (nel peggiore dei casi, che non è questo) per gli effetti collaterali del vaccino.
      Tu quindi avresti preferito attendere ancora un paio di anni e seppellire parecchi parenti e amici (e magari te stesso) pur di avere una “maggiore garanzia”.
      Infine, se anche fosse vero – e non è – che “la terza fase l’hanno sperimentata su di noi”, dopo 6,5 miliardi di dosi (cui vanno AGGIUNTI, 2,2 miliardi somministrati in Cina, ma non calcolati nel database euro-atylantii, https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/dalla_cina/2021/10/11/vaccini-oltre-2221-mld-dosi-in-cina-continentale_2a99a388-c178-4199-a1c5-3c8943dfdb30.html) si può tranquillamente dire che i vaccini (tutti, quelli di Big Pharma come quelli cubani, russi, cinesi) sono abbastanza efficaci, avendo ridotto il numero dei morti del 97% (in media) in caso di contagio.
      Vaccinatevi e riprendete a fare un po’ di conflitto sociale, se pure lo avete mai fatto. Perché ci sono governi, tra cui quello Draghi, che vi fanno ballare intorno al green pass e intanto ve lo mettono al culo su tutto il resto.


  • Sasa’

    Abbiamo capito..per voi non si tratta più di sperimentazione…tanto che vorreste l Obbligo…qui non si tratta più di no vax o si vax ( io personalmente ne ho fatti 2 più degli altri) ..si tratta di democrazia oppure di dittatura, filo cinese o capitalista a me pare di fatto lo stesso schifo da abbattere…e voi mi pare vogliate tenere il piede in due scarpe…peccato


    • Redazione Contropiano

      Detto sinceramente: non hai capito una mazza…


  • marco

    caro sasà, attento a ciò che chiami dittatura.
    in cina non ci sono green pass e se non nelle zone in quarantena non vi è obbligo vaccinale.
    In quelle a rischio lo stato si prende la responsabilità imponendo le necessarie misure sanitarie per legge (non facendo passare un ricatto per libera scelta).
    In cina il vaccino è frutto di ricerca pubblica (quindi più affidabile e meno costoso) ciò nonostante se vuoi pagare non vi è nessuna preclusione ideologica contro i vaccini delle big pharma.
    Oltretutto anche volendo ammettere un sistema di profilazione sanitario come il green pass, mi da molta più fiducia un controllo totalmente pubblico sui dati come quello cinese, dove ci sono severissime leggi a tutela della privacy dei cittadini contro i grandi fratelli delle aziende private.
    Qui da noi con la selva di subappalti per la creazione e gestione di software (per non parlare della benevolenza dei governi verso qualunque abuso purche sia fatto da grandi aziende e in nome del profitto) praticamente è come farsi appiccicare un codice a barre sul collo ed essere pronti per la mercificazione.


  • Mauro

    E IDDIO alla terza dose creò la terra piatta…


  • Mauro

    Continuo a leggere le prime pagine dei giornali esteri e continuo a non leggervi notizie su questa disastrosa quarta ondata…maledetti complottisti…

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