Fa una rabbia enorme vedere gli idranti e le cariche della polizia sui manifestanti: è il simbolo di tutte le ragioni economiche di questo governo che si muove in piena in risposta alle logiche imprenditoriali e del profitto.
Le manganellate le prendono sempre i lavoratori, mica gli squadristi che assaltano le sedi sindacali…
La lotta dei portuali di Trieste è stata accolta da molti come una mobilitazione simbolo, perché sembrava potesse parlare alle lotte di tutto il paese impegnate contro le politiche del Governo Draghi.
Questa lotta poteva essere davvero questo, ma è diventata altro.
Molti portuali triestini si sono uniti alla protesta cogliendo inizialmente questi aspetti e, a partire dal loro spirito di identità e solidarietà forti, hanno deciso in totale buona fede di difendere il diritto al lavoro dei propri colleghi, perché nessuno deve pagare per lavorare e per ottenere il tampone gratuito, obiettivo raggiunto subito.
Ben presto però si sono visti gettare in un baratro di pessime decisioni e ancora più pessime alleanze.
I continui rilanci sulle proprie richieste, la repentina conclusione e poi l’assurda continuazione della mobilitazione dopo le pressioni da parte dei 3V, la concessione della piazza a personaggi palesemente negazionisti del Covid – come Enrico Montesano ed il Generale Pappalardo dei Gilet Arancioni – sono scelte che hanno screditato tutte le iniziative di lotta dei portuali d’Italia, una su tutte quella dei portuali di Genova.
Il green-pass è uno strumento di distrazione di massa e non è un caso che il governo lo abbia scelto: sta distorcendo i diritti del lavoro ed è particolarmente divisivo.
Capitalizza in funzione eversiva l’insoddisfazione popolare e la disaffezione verso le istituzioni. Un abbaglio che colpisce e divide i lavoratori, rendendoli incapaci di vedere con chiarezza quali siano i veri obiettivi della lotta di classe.
In questo contesto sociale e politico, o scegliamo dei veri obiettivi di classe o si finisce dalla parte di quelli che hanno deciso che il green-pass debba distogliere l’attenzione dall’attacco portato alle politiche sociali ed al lavoro dal Governo Draghi-Confindustria.
Leggo il comunicato del CLPT, il coordinamento dei lavoratori portuali (che allego qui sotto) e mi sale un sincero disgusto:
I lavoratori del porto sono stati impegnati da questi in una battaglia pesantissima al grido di “noi non molliamo mai” e adesso vengono scaricati come una zavorra dagli stessi soggetti che li hanno spinti a lottare senza trovare poi un’uscita nemmeno lontanamente onorevole.
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Paolo
Si può scrivere che il sindacato si è schierato col padronato, senza essere censurati!
Redazione Roma
Basta essere precisi: alcuni sindacati si sono schierati con il padronato, altri (Usb, Sicobas, Cub, Cobas) lo combattono e lo hanno dimostrato l’11 ottobre