E ‘iniziato dopo le 9 l’attacco della polizia contro il presidio no-green pass al porto di Trieste. Una trentina di portuali e circa trecento “esterni” che avevano trascorso la notte al molo si sono seduti per terra cantando “gente come noi non molla mai”prima che gli agenti azionassero gli idranti.
Un portuale, colto da malore, è finito per terra. Trasportato in ospedale, per non no si hanno notizie sulle sue condizioni.
La prefettura e l’Autorità Portuale avevano praticamente anticipato già ieri questa svolta, definendo “non più tollerabile l’occupazione del varco 4″. Questo dopo che il CLPT aveva annullato la precedente revoca della mobilitazione, confermando invece l’intenzione di proseguire fino al 20 ottobre.
Il coordinamento no vax cittadino – che non corre alcun rischio di licenziamento – alzava la posta annunciando di voler restare “a oltranza”.
Anche Cgil, Cisl e Uil si erano di fatto pronunciate per lo sgobero (ormai non distinguono più quale sia il loro vero lavoro…).
Alcuni manifestanti sono stati fermati dalla polizia. Sottolineiamo che i lavoratori esercitano un resistenza passiva, quindi “l’uso della forza” da prte della polizia risponde a una comando governativo, non a “necessità di ordine pubblico”.
Qui di seguito una sintesi delle notizie (fonte Ansa)
Ore 12. La polizia ha sparato lacrimogeni sui manifestanti, disperdendo la folla che continuava a stazionare. In tanti, dunque, sono arretrati su via dei Campi Elisi. I manifestanti si sono dispersi, alcuni stanno invitando le persone a scendere in strada e a protestare contro l’operazione di sgombero. La polizia sta intanto prendendo possesso dell’area antistante il Varco 4.
La polizia ha seguito i manifestanti anche lungo i Campi Elisi. Gli agenti avanzando con le camionette hanno continuato ad esplodere decine di lacrimogeni e ad attivare gli idranti.
Un migliaio di persone si trova lungo i Campi Elisi, tuttavia i manifestanti continuano a scandire slogan come “La gente come noi non molla mai” e “No Green pass”. Qualcuno piangendo, invece, è stato portato via. Un gruppo ha invitato a raggrupparsi in piazza Unità d’Italia.
Ore 10. Nello spiazzo antistante ci sono alcune centinaia di persone che stazionano. La polizia ha costituito una sorta di barriera tra uomini e mezzi e conta di avanzare lentamente spingendo lavoratori e No Green pass lontano dal Varco stesso.
I manifestanti – tra portuali con le tute gialle e No Green pass – si sono alzati in piedi gridando ‘libertà’ e chiedendo alle forze dell’ordine di arretrare. E ancora: ‘abbiamo tutti famiglia’, ‘vogliamo il diritto a lavorare’. Tra i portuali c’è anche Stefano Puzzer, leader della protesta.
I manifestanti quando gli idranti sono stati chiusi, si sono seduti nuovamente tenendosi per mano o abbracciandosi, mentre i mezzi della polizia hanno avanzato lentamente per poi fermarsi.
La polizia ha nuovamente azionato gli idranti, avanzando lentamente. Poco prima di lanciare nuovamente acqua, i poliziotti hanno tentato vanamente di alzare da terra i portuali che si tenevano per mano. Un secondo lavoratore ha accusato un lieve malore, la barriera di agenti allora si è aperta per farlo passare ed entrare nel porto per essere soccorso. Intanto, sono giunte altre persone nel piazzale dove ora si trova un migliaio di persone.
I lavoratori portuali, riconoscibili per le tute gialle, hanno costituito un cordone tra la polizia e i No Green pass per evitare contatti tra le forze dell’ordine e i manifestanti e garantire l’incolumità di tutti. La polizia continua progressivamente ad avanzare e gli altri ad arretrare senza però prove di forza da alcuna delle due parti.
Nell’avanzare, il blocco della polizia ha superato il gruppo di portuali che sedeva a terra di fatto isolandolo dal resto dei manifestanti. I poliziotti, avanzando anche con piccole cariche e con intervallato uso di idranti, hanno guadagnato un centinaio di metri e continuano a costringere i manifestanti ad arretrare.
La polizia – una barriera di agenti con due automezzi con idranti e alcuni mezzi blindati – continua ad operare a fisarmonica: avanza di qualche metro e si ferma per qualche istante, poi continua ad allontanare i manifestanti sospingendoli verso l’esterno. Gli agenti mirano a spingere i manifestanti nell’area del parcheggio antistante il Varco 4, dove parcheggiano i camion, per consentirgli così di continuare la loro protesta e nel contempo al Porto di riprendere regolarmente l’attività.
Lo sciopero contro il Green pass continua nello stabilimento della San Benedetto di Scorzè, a Venezia. Lo rende noto un rappresentante della usb, sigla che copre circa 85% degli operai.
La decisione di liberare alcuni dei varchi d’accesso al porto di Genova per far defluire il traffico dei mezzi pesanti ed evitare il blocco della circolazione in città è frutto di un serrato dialogo tra la polizia e lo zoccolo duro della protesta No Green pass. Il compromesso consente di tenere vivo il presidio principale a varco Etiopia, a Sampierdarena davanti al quale il 15 ottobre un lungo blocco stradale ha paralizzato la strada.
A varco Albertazzi i tir che trasportano merci deperibili, i mezzi passeggeri e quelli di servizio come i camion della spazzatura, vengono fatti passare. Ai presidi anon ci sono solo i lavoratori del porto di Genova ma anche lavoratori di altre categorie e i manifestanti arrivati da altre città. Presenti gruppi di anarchici e alcuni esponenti nel comitato Libera Piazza – no green pass. Gli altri varchi portuali (San Benigno e terminal Psa e Messina) e la viabilità interna al porto sono liberi.
Un sit-in di portuali in solidarietà ai colleghi Trieste si è radunato dalle 7 circa al porto di Ravenna. Secondo quanto appreso, si tratterebbe di qualche decina di persone e il presidio si sarebbe già sciolto, senza alcun impatto sull’operatività del porto.
L’appello a partecipare era partito ieri da chat su Telegram e chiamava a raccolta non solo portuali ma anche lavoratori di “Enichem, Eni-Versalis, Marcegaglia, Unieuro, Polynt, Her, Dock cereali porto, Vigili del fuoco Ra, Teorema e Cooo e del comitato di libera scelta Ravenna”.
L’azione, si leggeva nella nota, ha l’obiettivo di dare un “contributo territoriale” a un’iniziativa nazionale “che vede nei porti i punti di aggregazione, ma che raccoglie il malessere di tutte le categorie di lavoratori, dai sanitari agli insegnanti passando per ogni attività privata, stanchi di ricatti e imposizioni”.
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Paolo
Che tristezza. La sinistra sindacale non esiste più da tempo, ma fino a questo punto. Non ho parole.
Mauro
Pensano di far parte dell’élite…non lo sanno che poi toccherà anche a loro quello che chiedono x gli altri…
DANIELE TAMBURLINI
una “ebbrezza” che passerà (come quella dei forconi..) e ci troveremo alle prese con le questioni davvero di fondo, quelle poste dallo sciopero generale dell’11 ottobre – e penso che tanti di questi che manifestano contro il green pass non ci saranno nelle strade e nelle piazze a contestare le politiche economico-sociali, neoliberiste, del governo Draghi