G20. 12 mila in corteo per dire ai potenti della Terra che “la storia può cambiare”. Vasapollo: “serve una radicale inversione di rotta”
“A tutti quelli che sono in piazza, ai compagni e alle compagne diciamo che la storia può cambiare”.
Alla Bocca della Verità, meta della manifestazione partita da piazzale Ostiense in concomitanza con il G20 che si svolge nel quartiere romano dell’Eur, i 12 mila partecipanti al corteo, variegato e colorato, rappresentano l’USB, Fridays for future, ed anche le vertenze operaie e del lavoro come la Gkn, l’Alitalia, la Whirlpool; Extinction Rebellion e tutti i movimenti sociali, ma anche le esperienze del mondo contadino e dell’agroecologia; le reti studentesche, i movimenti per l’abitare; la rete Fuori dal Fossile e i movimenti No Tav, No Triv, per l’acqua pubblica e contro il nucleare; le esperienze transfemministe e gli zapatisti e le zapatiste del Consiglio Nazionale Indigeno dell’Ezln dal Chiapas; i sindacati di base; insieme a tutte le cittadine e tutti i cittadini preoccupati per il proprio futuro.
Numerosi anche i giovani di “Cambiare rotta” provenienti da diverse città italiane, la cui presenza è dunque frutto di un significativo sforzo organizzativo.
“Una manifestazione partecipata e pacifica – commenta Luciano Vasapollo, docente alla Sapienza e dirigente dell’USB – per sollecitare i capi delle nazioni più ricche a non dimenticare i paesi più poveri.
Chiediamo una reale inversione di rotta, per dare un futuro ai popoli oppressi, a partire dal diritto alle cure mediche a ai vaccini, ma anche alla cancellazione delle sanzioni che colpiscono le esperienze socialiste in America Latina.
Serve una radicale inversione di tendenza, per garantire a tutti/e un lavoro dignitoso, con il contratto a tempo indeterminato come regola generale; per l’innalzamento dei salari reali e un salario minimo europeo; per la parità salariale per le donne; per un reddito universale, esteso anche alle/ai migranti; per una netta inversione di tendenza rispetto ai disastri ecologici e al cambiamento climatico; per massicci investimenti nella scuola e nella sanità pubbliche, contro l’aziendalizzazione e la privatizzazione della sanità; per la sospensione dei brevetti e l’esportazione dei vaccini e della tecnologia per produrli in loco, per la lotta alla pandemia”.
Vasapollo sottolinea anche “la contraddizione insita nel G20, che riunisce i ‘potenti’ in un momento nel quale essi stanno tuttavia perdendo terreno, divisi come sono all’interno stesso dei paesi che rappresentano così come lo sono nell’Unione Europea.
Divisi inoltre anche negli obiettivi perseguiti a livello internazionale, basta vedere l’incoerenza di molti governi, compreso il nostro, in tema di produzione e commercio delle armi. Per non parlare del riscaldamento globale, al quale non si mettono soluzioni che pure sono state individuate. A
queste evidenti defaillance si contrappone la ricerca di uno sviluppo armonioso e condiviso propria del socialismo bolivariano, in paesi come Cuba e il Venezuela, vittime peraltro di continue campagne denigratorie alimentate dal fakenews oltre che colpite da sanzioni criminali che sottopongono i loro popoli a privazioni volte a ingenerare insoddisfazione verso i loro governi”.
“Come COBAS – aggiunge Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS – Confederazione dei comitati di base – ci rivolgeremo ai capi di governo e di Stato europei per ricordare loro, come abbiamo fatto nell’assai positivo sciopero generale dell’11 ottobre scorso insieme a tutto il sindacalismo conflittuale, che nel corso della pandemia l’Unione Europea con il Recovery Fund ha sì avviato una politica economica incentrata sulla spesa pubblica in deficit, in controtendenza rispetto alla fase dell’austerità, ma che il PNRR italiano e degli altri paesi europei non costituisce affatto una svolta nell’uso pubblico e sociale dell’ingente massa di denaro a disposizione: anzi, prospetta una lunga serie di regalie ai settori più forti, economici e politici, della nostra società e delle altre europee.
Per dire tutto questo ai signori del G20, e in particolare ai rappresentanti dei governi europei e del governo Draghi nello specifico, saremo in piazza sabato 30 alle ore 15 a Porta San Paolo/Piramide per un corteo che raggiungerà Bocca della Verità, in un blocco unitario di tutto il sindacalismo di base e conflittuale, di nuovo insieme dopo il successo dello sciopero generale dell’11 ottobre e come ulteriore passaggio di un percorso che avrà altre tappe rilevanti nei mesi di novembre e dicembre durante la discussione e le decisioni alle Camere sulla manovra finanziaria e sull’uso delle risorse del PNRR”.
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Giovanni
C’erano anche i Cobas, giusto per la cronaca