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Ondata di occupazioni nelle scuole romane, le ragioni di una protesta

Oramai si fatica anche a contarle, le scuole romane che negli ultimi giorni sono state occupate dagli studenti e dalle studentesse della città. Siamo sicuramente sopra i 30 istituti, e tra questi ci sono scuole di estrazione, posizione e indirizzo di tutti i tipi, dal centro alla periferia, dagli tecnici ai licei, e via dicendo.

Una vera e propria “rivolta”, scoppiata in un momento di “rinnovata”, ahinoi, incertezza sul futuro a breve di questo paese, con l’arrivo della variante Omicron sul suolo della penisola che spaventa non solo i mercati e tutto quello che ne consegue per la vita delle persone, studenti compresi.

Tutto è cominciato poco meno di due mesi fa, con tre occupazioni d’infilata, Rossellini, Albertelli e Ripetta, in un malessere montato col tempo tra le maglie della nuova generazione e definitivamente esploso nell’ultima settimana.

Un malessere che la geografia delle occupazioni indica essere trasversale, condiviso tra ragazzi e ragazze che frequentano le scuole della capitale. E come potrebbe essere altrimenti…

Un anno e mezzo di pandemia non è bastato per indicare ai governi e ai ministri che si sono succeduti la via da intraprendere per garantire in primis una scuola sicura e all’altezza della sfida posta dal Covid, dove le diseguaglianze sono letteralmente esplose a seguito delle diverse possibilità, da un punto di vista economico a sociale, di affrontare un periodo così duro.

Il fallimento della classe dirigente anche su questo aspetto (non stiamo qui a citare il numero dei decessi, dei disoccupati-inattivi, dei nuovi poveri ecc.) ha acuito tutti i problemi presenti nella “scuola di ieri”.

Oggi le questioni al centro della protesta sono gli istituti fatiscenti e inadatti a garantire un servizio di formazione nelle condizioni attuali, scaglionamenti impossibili da seguire, docenti trattati come burattini e sballottolati da una scuola all’altra (con ripercussioni sulla qualità della didattica), l’inadeguatezza (o la mancanza di volontà?)  del governo dei migliori e del ministero dell’Istruzione di affrontare decentemente le questioni poste.

Ma è l’impianto della formazione tout court che è messo in discussione nelle mobilitazioni di massa di questi giorni, con la conoscenza ridotta a nozionismo, esami di profitto manco rispondessero ai listini di Piazza Affari, e poi un linguaggio divisivo e legato alla visione aziendalistica della società (crediti, debiti, valutazione quantitativa ecc.).

C’è tutto questo in discussione tra i ragazzi, e c’è qualcosa in più. Il ruolo dei presidi-manager, che hanno dimostrato tutta la loro insipida fermezza nel trattare, citiamo, “un problema politico come una questione di ordine pubblico, col solito ruolo servile delle forze dell’ordine”.

L’attacco diretto viene dai ragazzi dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa che ieri sera hanno sanzionato la sede dell’Associazione Nazionale Presidi in risposta alle vergognose parole del Presidente Mario Rusconi, il quale ha declassato la protesta studentesca come “un’inutile perdita di tempo a scapito della maggioranza degli studenti”.

Su questo, vi lasciamo al comunicato diramato dall’Osa stessa, ma ci teniamo a concludere con la piena solidarietà a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi che in questi giorni di lotta hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, in un capitalismo che li vorrebbe “zitti, buoni e in silenzio” (e magari a lavoro 365 giorni all’anno come Renatino, con stipendi da bidello).

Un capitalismo che invece bisogna combattere dai banchi di scuola ai posti di lavoro, fino alle piazze della città, come quelle di oggi contro il governo Draghi lanciata dai sindacati di base, ancora una volta uniti contro l’asservimento della politica alle banche e alle multinazionali che spremono uomini, donne e territori per la loro brama di profitto.

Che lo sforzo organizzativo degli studenti romani sia da stimolo per tutte le lotte del paese.

*****

La scuola siamo noi

Contro il governo e la scuola dei padroni, organizziamo l’opposizione, costruiamo l’alternativa

Siamo al termine di una vera e propria settimana di lotta per gli studenti e le studentesse delle scuole romane. Licei, tecnici, scuole del centro e della periferia, grandi e piccoli, fuori e dentro il Raccordo, sull’esempio del Rossellini, dell’Albertelli e del Ripetta, in decine di istituti si sono sollevate le voci della nuova generazione che non rimane in silenzio e passa al contrattacco, occupando una dopo l’altra le scuole della capitale.

Lo abbiamo fatto perché le bugie della classe padronale e dirigente del paese sono oramai sotto gli occhi di tutti e tutte. Una scuola che non assolve ai suoi compiti pedagogici di istruire le persone, i cittadini, i lavoratori di domani all’emancipazione collettiva e personale, alla socialità, allo spirito critico, al rispetto del prossimo e del diverso, alla solidarietà, alla partecipazione, alla salvaguardia dei diritti sociali e civili.

Una scuola allo sbando totale con l’arrivo della pandemia, incapace di garantire in sicurezza, in continuità e senza discriminazione di classe il servizio di formazione, con istituti fatiscenti, insegnati precari, lavoratori sottorganico, finanziamenti inadeguati, studenti-merce piazzati in orari sconclusionati come fossero pacchi da consegnare (creando enormi difficoltà di gestione familiare), presidi-manager che neanche il peggior Marchionne dei “reparti confino” di Nola.

Sono proprio alcuni presidi ad aver gettato la maschera in questa ondata di occupazioni. Forse troppo imbevuti dell’ideologia aziendalista, proprietaria e padronale, avevano pensato di poter reagire con la mano dura della repressione contro le legittime parole d’ordine scagliate fuori dalle aule delle scuole in rivolta.

Sospensioni ad personam per colpire la protesta, minacce di bocciature, gestione di un problema politico come una questione di ordine pubblico, col solito ruolo servile delle forze dell’ordine.

Forse, capo-padrone Rusconi, avevate pensato che la scuola fosse “robba vostra”. Ma la realtà è che LA SCUOLA SIAMO NOI! Siamo noi studenti e studentesse che lottiamo per un’istruzione fuori dalla logica del profitto, per una scuola pubblica, per un lavoro garantito, pagato e tutelato, per un insegnamento che punti alla conoscenza, e non al nozionismo (o alle singole competenze, come vi piace tanto chiamarle).

LA SCUOLA SIAMO NOI, che difronte alle difficoltà non rimaniamo zitti, buoni e in silenzio, ma facciamo valere la nostra voce, la nostra voglia di riscatto, la nostra determinazione per la costruzione di un futuro migliore, a partire dalla scuola.

A partire dalla scuola allora rispediamo al mittente le accuse di arroganza e di antidemocraticità, prendiamo le strade e uniamo le lotte contro Draghi e il governo dei peggiori, contro la scuola dei padroni.

LA SCUOLA SIAMO NOI, organizziamo l’opposizione, costruiamo l’alternativa!

Opposizione Studentesca d’Alternativa, 04 dicembre 2021

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2 Commenti


  • Marcella Stocchi

    mi sembra di essere tornata indietro agli anni 70, Quando lottavamo con manifestazioni e occupazioni operai, studenti e professori che nei cortei marciavano con noi sorreggendo striscioni che gridavano il diritto allo studio formativo, critico, solidale…avevamo le stesse rivendicazioni dei ragazzi di oggi…spero che anche loro trovino consenso presso professori illuminati e altre categorie sociali, come è successo a me…


  • Silvia Tanasi

    Appoggio e condivido il pensiero e l’ azione di tutti questi studenti uniti in una lotta x combattere quel servilismo radicato di presidi che considerano la scuola alla stregua di un azienda con meri calcoli di utili e profitti , che si sottomettono ai poteri forti che nn hanno certo a cuore il bene dei ragazzi ma la loro cupidigia , la loro avidità …i giovani nn ci stanno piu’ , i giovani hanno finalmente capito dopo due anni che il sistema li vuole inglobati in una societa’ dove esprimere il proprio punto di vista che nn si allinea al mainstream deve fare paura ….forza ragazzi siete voi adesso che dovete costruire il vostro futuro , x voi x i vostri figli …nn arrendetevi mai siate quella corrente che lava il fango.di questa societa’ che nn difende i suoi figli , una società che vi vuole burattini a cui tirare i fili a piacimento …unitevi in tanti xche’ è l’ Unione che fa la Forza

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