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Il No Draghi Day rompe l’incantesimo

Le manifestazioni tenutesi ieri in 23 città italiane per il No Draghi Day convocate dai sindacati di base e conflittuali con l’adesione di organizzazioni politiche e sociali della sinistra antagonista, sembrano aver rotto un vero e proprio incantesimo. Guarda il video sulla manifestazione di Roma .

In un clima politico in cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi non incontra resistenze producendo un ircocervo istituzionale a metà tra un plenipotenziario e un inviato del destino, le voci di dissenso si erano fatte rarissime, in Parlamento e fuori.

La denuncia dei licenziamenti, del carovita, dell’assenza di un salario minimo e del mantenimento allo stato di collasso della sanità e dell’istruzione pubblica, hanno messo sul piatto un giudizio sull’operato dell’esecutivo che sarà impossibile ascoltare nei mass media pubblici e privati o in un Parlamento ormai asserviti al governo Draghi.

La partecipazione alle manifestazioni non era affatto scontata. In una società ancora annebbiata e confusa dallo smarrimento sull’emergenza pandemica, polarizzata artatamente su contestazioni degne di miglior causa, una opposizione a tutto tondo al “sistema Draghi” si era sentita solo nello sciopero generale dell’11 ottobre ed ora nella giornata del No Draghi Day.

E questa mattina si replica con l’assemblea pubblica convocata da Potere al Popolo a Roma insieme ai firmatari dell’appello contro l’ipotesi che Mario Draghi diventi anche Presidente della Repubblica, attuando così un presidenzialismo de facto che fa a pugni con il dettato costituzionale e spiana la strada ad una deriva autoritaria già ben visibile ma negata (o sostenuta) ostinatamente.

Sull’aria che tira in tal senso, segnaliamo un episodio marginale ma odioso alla conclusione della manifestazione di Roma. Ad alcuni manifestanti, tra cui una compagna di settanta anni, sotto la pioggia, la polizia ha preteso che si togliessero di dosso la mantellina impermeabile con la scritta Usb come condizione obbligatoria per poter passare il cordone di agenti e andare a prendere l’autobus. Con insistenza è stato detto di togliere la mantellina e ripiegarla, bagnata, dentro la borsa. Un abuso e una forzatura che meritano di non passare sotto silenzio. A meno che il Ministero dell’Interno o la Questura non producano una circolare che vieta le mantelline impermeabili con la sigla di un sindacato come Usb. Se non esiste tale documento, prendere provvedimenti verso gli eccessi di zelo di alcuni funzionari di polizia sarà doveroso.

A meno che non sia l’ennesimo segnale intimidatorio che si è voluto mandare a chi ha rotto l’incantesimo verso Draghi

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