La stampa guerrafondaia, il palazzo politico e anche i partigiani da tastiera si sono scatenati contro chi scende in piazza davvero per la pace ed è contrario alla guerra. Oggi si sono imbufaliti perché alla manifestazione di Roma non si gridava: “guerra alla Russia!”.
Tutti costoro non sono “nuovi”, sono la minoranza. Secondo un sondaggio, solo il 19% degli italiani è d’accordo con l’invio delle armi in Ucraina. Sono la minoranza che vuole la guerra. La stessa minoranza che nel 1915 trascinò il paese nella prima guerra mondiale.
Sono minoranza, ma hanno tutto il potere economico e politico, il controllo dell’informazione, sono fanatici e in fondo violenti, come i dannunziani del 1915.
Sono anche falsi e imbroglioni perché alla domanda “fin dove volete arrivare con la guerra?” non rispondono, o rispondono con insulti. Panciafichisti fu la parola coniata da D’Annunzio nel 1915 per insultare i pacifisti.
Ma credete davvero che noi che abbiamo lottato contro tutte le guerre, dall’Iraq, alla Iugoslavia, alla Palestina, credete davvero che noi non sentiamo dolore e solidarietà per i civili ucraini sotto le bombe di Putin?
Lo sentiamo da otto anni quel dolore, da quando le bombe colpivano i civili del Donbass, eravamo – quasi da soli – contro le bombe di allora, lo siamo contro quelle di oggi.
Solo che noi non vogliamo la terza guerra mondiale. Voi che ci date dei “vili” accusandoci di non schierarci, invece la volete.
Perché sapete benissimo che quando lo scopo è sconfiggere il nemico, allora ogni arma viene giudicata rispetto alla sua efficacia. Se le sanzioni non bastano si mandano le armi. E se ancora non si è vinta la guerra, allora ci vuole la No Fly Zone, cioè battaglie tra aerei NATO e della Russia. E poi la terza guerra mondiale.
Voi sapete benissimo che così si arriva lì, ma siccome siete vili, e voi lo siete davvero, non lo dite.
Noi abbiamo imparato in trent’anni delle vostre “guerre per la democrazia” che alla fine di esse nulla è risolto, anzi tutto è peggio con migliaia di morti e milioni di rifugiati in più.
L’Afghanistan non vi ha insegnato niente, anzi qualcuno di voi, in alternativa alla terza guerra mondiale, lo propone come futuro decennale del conflitto ucraino.
Sì, noi siamo per il cessate il fuoco immediato e per trattative che portino ad un compromesso di pace; non alla caduta di Putin – che è compito del popolo russo – non alla cancellazione dell’Ucraina o del Donbass, che non è compito di nessuno.
E poi vogliamo la ritirata delle armi, quelle nucleari prima di tutto, sia quelle di Putin sia quelle della NATO. E poi vogliamo lo scioglimento della NATO, che avrebbe dovuto essere compiuto trent’anni fa e oggi il mondo sarebbe più in pace.
Noi abbiamo proposte concrete per la pace, voi volete la terza guerra mondiale e accusate noi di essere Ponzio Pilato, di non scegliere.
No, noi non siamo “né né”, come dite voi. Noi scegliamo, noi siamo CONTRO.
Contro la guerra di Putin e contro le guerre della NATO e siamo anche contro di voi, guerrafondai che non avete imparato niente e volete ancora “insegnarlo” con tutta la vostra arroganza.
Le foto sono di Patriza Cortellessa
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Pasquale
Una bella strigliata ai guerrafondai. Bravo compagno Cremaschi.
Vaffanculo allo zar e allo zio Tom, vaffanculo al nazismo in Ucraina e al fascismo in Russia, vaffanculo alla Nato e alla UE, vaffanculo al capitalismo che genera guerre e sfruttamento, vaffanculo alla propaganda di regime e anche al governo italiano, imbottito di guerrafondai e interventisti mascherati da pacifisti, che inviano armi agli alleati. Vaffanculo a tutti gli imperialismi, cominciando da quello di casa nostra, e a tutte le dittature finanziate dall’America e dalle altre potenze. Spetta ai popoli sovrani e solo a essi, se e quando vorranno, il diritto di rovesciare con la lotta politica, le proteste, magari anche con la Rivoluzione, i propri governi. Questa guerra, come tutte le guerre, fa comodo a tanti, a cominciare dalle industrie che fabbricano armi belliche, passando per le grandi multinazionali della ricostruzione e finendo alla politica espansionista specialmente quella yankee con obiettivi di allargamento territoriale e mire di conquista. Lorsignori, la guerra la combattono dietro le scrivanie e dagli scranni di parlamenti, luoghi ormai vuoti di umanità, di valori, idee e solidarietà verso i popoli. Coloro che veramente non vogliono la guerra sono i cittadini civili, specialmente mamme e bambini, che vedono le bombe piovere sulle proprie teste e dei loro figli. E’ per loro e con loro che bisogna far sentire forte il NO alla guerra, a tutte le guerre. Anche in Russia tanta gente è contro, e per questo subisce la repressione del regime. Bisogna fermare questa guerra, bisogna zittire le armi, rimettere in moto la grande diplomazia, sedersi al tavolo, rispettare i vecchi patti e lavorare con serietà e dedizione per favorire il dialogo e raggiungere la Pace, non è necessario essere pacifisti, ma è indispensabile essere contro la guerra prima che la barbarie prevalga sulla ragione e succeda l’irreparabile. La guerra che verrà non è la prima, prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente. (Bertolt Brecht)
Fuori onda: Un plauso a Mimmo Lucano che propone di devolvere la raccolta fondi per le spese del processo a suo carico, promossa da Luigi Manconi e dall’associazione umanitaria ‘A buon diritto’, all’accoglienza per i profughi della guerra in Ucraina.
Pasquale Aiello
Paolo
Grazie Pasquale.
Giovanna Tripodi
Nella cruda realtà da sempre il terzo non è dato.
O Nato o Russia.
Peppe
Cara compagna Tripodi,
consentimi di osservare che ridurci a un simile manicheismo attesterebbe il nostro fallimento, mentre le nostre armi concettuali dovrebbe aiutarci a trovare una posizione autonoma (che nell’intervento di Cremaschi mi pare emergere, così come in molti articoli di Contropiano)
Credo sia arrivato il momento di farla finita con l’andare a traino delle posizioni altrui, come se veramente la scelta si potesse ridurre ai nazisti finanziati dalla Nato o alla visione antistorica di un piccolo zar panrusso. La realtà, pure quando è cruda, resta dialettica; e noi è lì che dobbiamo saper nuotare.