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“No pasaran!”. La manifestazione antifascista a Bologna

Ieri sera a Bologna un corteo compatto di antifasciste e antifascisti, a centinaia, ha attraversato le strade della città al grido NO PASARAN.

Una massiccia presenza cittadina giovanile, con contributi da parte delle realtà di altre città e dell’Unione Sindacale di Base, ha risposto in maniera determinata all’aggressione del 4 maggio, portando fino a Porta Maggiore, luogo della mancata violenza, la lucidità e la rabbia di fronte ai gravi fatti che si sono succeduti dal 23 aprile, ovvero da quando abbiamo ricevuto le prime intimidazioni.

Quanto successo si deve leggere alla luce di un quadro internazionale che negli ultimi mesi ha avuto un’accelerazione esponenziale con l’invasione russa dell’Ucraina, che tra gli innumerevoli orrori della guerra ha anche visto la riabilitazione e legittimazione di forze dichiaratamente naziste.

Quella di ieri sera è stata una piazza che riceve il testimone di una tradizione antifascista militante, perché le pratiche antifasciste vivono in virtù del filo rosso che ne collega le esperienze, in una dimensione sia geografica sia storica: dalla Resistenza italiana alla guerra civile spagnola, che ci ha dato in prestito le sue parole d’ordine, chiare ed efficaci ieri come oggi, No pasaràn; dai movimenti e dai partiti antimperialisti in America Latina fino alla resistenza popolare del Donbass.

Questi esempi ci insegnano una risposta messa in campo dalle forze di classe, ma compito nostro è quello di leggere le tendenze in atto ora. Per questo, il percorso di mobilitazione conclusosi con il corteo di ieri 31 maggio, il primo passo della necessaria risposta antifascista al ritorno della minaccia nazista e squadrista nelle nostre città, nel nostro paese e in tutta Europa.

Abbiamo mosso i primi passi per l’adeguamento delle nostre pratiche alle avvisaglie di un nuovo tipo di nazifascismo prodotto dalle condizioni della fase che stiamo vivendo e dalla precipitazione dello scontro interimperialista in atto.

Abbiamo portato alla città tutta, ai giovani e agli studenti un messaggio sulla direzione che oggi dobbiamo intraprendere: l’antifascismo militante sarà l’unico argine alla marea nera che il nostro sistema sta preparando.

L’organizzazione quotidiana, la consapevolezza collettiva dei pericoli che aspettano tutti gli antifascisti, tutti coloro che combattono contro questa guerra devono essere le nostre bussole nel prossimo futuro. 

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