E ci risiamo…
Siamo oramai alla più completa cretineria sinistrese. Chiusa in una bolla egocentrata e tramata dall’aureferenzialità più spicciola.
La comunità Lgbtq+, l’Arci e tutto il variopinto mondo della “sinistra” – da quella arcobaleno a quella in salsa rosa, tipo crema di scampi – esultano da qualche giorno sui social e sui media di regime, per il matrimonio Turci-Pascale.
Ossia per un atto privato assolutamente legittimo ma che, proprio per la sua “normalità”, non dovrebbe sollevare più di una benevola curiosità.
Esultanza che è l’ennesima conferma, laddove ve ne fosse ancora bisogno, di uno smantellamento ideologico della sinistra stessa.
Prodotto della retorica dei diritti civili e della completa sussunzione nel paradigma capitalistico.
Forgiato dallo “spettacolo”, quale modello immaginario e simbolico imposto dal capitale al suo più alto grado di sviluppo.
Lo scollamento con la realtà sociale e i ceti di riferimento – gli interessi dei quali si dovrebbe tutelare – è tale da non riuscire neanche a riconoscere che quel matrimonio, lungi dall’essere l’affermazione di un diritto, è viceversa l’attestazione di un privilegio esclusivo.
Di cui la Turci e la Pascale possono godere, appunto, in quanto Vip.
Non vi è insomma, dal nostro personalissimo punto di vista di “classe”, alcunché per cui esultare.
Turci/Pascale, nel nostro mondo – fatto non di privilegi, ma di vita vissuta e purtroppo spesso crudele, per chi è relegato ai margini delle metropoli di questo fantastico sistema demo-oligarchico – non sono differenti dai Ferragnez.
Ancorché si riconosca alla Turci un talento musicale di cui Fedez è, sempre a nostro opinabile parere, sprovvisto.
Ma insomma, le due signore arrivano in Jaguar, spendono 6.000 euro per una suite, una fortuna per il matrimonio al Castello di Montalcino, e la “sinistra” plaude all’unione civile?
Praticamente Beautiful!
Intanto però, a Napoli, Carmela ‘o masculone di Forcella, continua a spacciare la roba per campare, schifata e sfottuta dall’enclave del quartiere, in quanto lesbica.
Mentre Cloe Bianco, in Veneto, si uccide perché demansionata e poi allontanata dal suo lavoro d’insegnante, grazie all’inderogabile, intransigente, infame provvedimento dell’assessora leghista Donazzan.
Venendo emarginata dal consesso civile, ovviamente in quanto trans.
In conclusione, una “sinistra” – tanto quella liberal quanto quella cosiddetta radical – accecata dallo sfolgorante mondo del gossip e dell’audience, costruita esclusivamente sui diritti civili. Di chi può.
Ma intanto sorda alle grida di aiuto che si levano da ampi settori di classe, oramai ridotti alla fame o allo schiavismo nel sempre più umiliante emisfero del lavoro.
Mi sia consentita perciò, a questo punto, una chiosa in lingua napoletana.
Ma jate a fa’ ‘e pezz. Vuje ‘a Turci e la Pascale!
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antonio
… i guasti e gli abissi etici del pensiero unico e dell’individualismo hanno prodotto questi risultati.
La “banalità del male” scrisse qualcuno/a nel descrivere la “deriva etica ed esistenziale” di chi obbedendo alla propria gerarchia sociale: è “indifferente a quanto sta mutando nel suo vivere sociale!
In questo caso siamo oltre la banalità per sconfinare: nell’imbecillità!
Buongiorno
Gioconda
Ahimè capita frequentemente nella società di non considerare la propria appartenenza di classe raccontandosi di essere altro (turci/pascale o il calciatore bello e simpatico)
Ma prima o poi toccherà appoggiare i piedi per terra.
Pasquale
Benedette dal berlusca!!!!
Remo Pancelli
La vera tragedia sta nella metamorfosi culturale e antropologica che il sistema economico-politico accidentale, guidato dalla borghesia imperialista, sta determinando nei tessuti sociali, nel pensiero delle nuove generazioni: io sono perchè consumo, consumo perchè sono. Questo non vi basta. Allora, tu società, tu genitore, devete sostenermi perchè sono a vostra immagine e somiglianza. No! non ci stiamo e questo vi da fastidio. Allora, ci corrompete per impedirci di crescere e fare i nostri errori. Ci usate come carne da macello nelle vostre sporche guerre. Ci punite se rifiutimo e lottiamo contro. Se lottiamo per distruggere lo stato presente delle cose. Se lottiamo per costruire una sicietà senza classi.
Vincenzo Morvillo
Grazie Remo. Un abbraccio grande!