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Dl Aiuti alla Camera. Conte, M5S e Lega si allineano a Draghi

Si è svolta ieri sera la discussione sul dl Aiuti alla Camera. Licenziato dal governo a maggio, si tratta di 17 miliardi di spesa che dovrebbero contrastare le difficili condizioni economiche del momento, ma al suo interno c’è anche un restringimento dei criteri del reddito di cittadinanza e il lasciapassare al termovalorizzatore a Roma.

Quindi, proviamo a tirare le somme.

Da un lato il governo prova mettere una toppa alla crisi inflazionistica creata dalle sue stesse scelte, in primis dovuta alle scelte belliche di questi mesi. Una politica che prevede una spesa militare di 38 miliardi annui, più del doppio di quanto previsto dal dl Aiuti votato oggi.

Dall’altro lato, assistiamo alla genuflessione del M5S rispetto a due lotte (per il Reddito e contro l’Inceneritore di Roma) che rappresentavano due cavalli di battaglia per il Movimento, il quale invece ora vota la fiducia al governo e per bocca di Conte manda il rinnovato sostegno a Draghi dopo gli attacchi degli ultimi giorni.

Aldilà del fatto che il restringimento sulle regole del Reddito di Cittadinanza ci spiega il perché della martellante campagna mediatica che ci siamo dovuti sorbire in queste settimane sugli “imprenditori che non trovano personale”, è da segnalare che il presidente dei pentastellati dice che non potranno condividere il voto finale, dopo la discussione degli ordini del giorno, e che al Senato vedranno cosa fare. Ma il punto politico rimane l’appiattimento assoluto dei Cinque Stelle sulle linee del governo.

Intanto quindi la scissione di Di Maio si conferma come una mossa da politicanti alla ricerca di uno spazio in cui posizionarsi verso le prossime elezioni, quando i seggi saranno molti meno.

Nel Parlamento continua a mancare una rappresentanza politica di alternativa, che faccia gli interessi dei lavoratori e che non ne parli retoricamente per poi fare invece quelli del partito trasversale degli affari. Per questo sabato ci incontriamo a Roma Verso l’Unione Popolare

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