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I tanti trucchi di regime per impedire la raccolta firme

Noi di #UnionePopolare ce la faremo per la straordinaria mobilitazione democratica di questi giorni. Ma è giusto che si conoscano tutti gli ostacoli truffaldini che il palazzo ha messo in campo per impedirci di essere alle prossime elezioni politiche.

Tutti i grandi giornali e le tv hanno presentato come “proibitiva” la raccolta di almeno 40.000 firme in pochi giorni, richiesta per presentarsi alle elezioni a chi non faccia parte del palazzo.

Leader e partiti onnipresenti in televisione sono stati esentati dalla raccolta con un provvedimento da hoc. Altri hanno trovato simboli di partiti dismessi, ma per le regole “ancora in vita”, da usare per non dover fare i banchetti.

Già perché – come molti sanno ed il sistema mediatico nasconde – tante di queste formazioni sempre in prima pagina, se dovessero raccogliere decine di migliaia di firme in due settimane di agosto, semplicemente scomparirebbero.

Così, alla fine, solo le formazioni fuori dai giochi di palazzo sono state costrette all’impresa; tutte le altre hanno potuto appropriarsi delle elezioni come “cosa loro”.

Tuttavia l’enorme numero di firme ferragostane da raccogliere non è un ostacolo insormontabile per chi non esista solo in tv, ma soprattutto nel paese.

Le organizzazioni che fanno parte di #UnionePopolare sono composte da migliaia di persone che partecipano normalmente a tante lotte e mobilitazioni e che in questi giorni hanno rinunciato alle vacanze per stare ai banchetti.

Il sistema questo lo sa e perciò ha posto ulteriori barriere per impedire di presentarsi alle elezioni a chi il sistema rifiuta.

Chi in questi giorni è ai banchetti ha sicuramente raccolto lo stupore di tante persone che venivano per firmare, ma non potevano. Perché sono sì elezioni nazionali, ma le firme debbono essere raccolte territorialmente da residenti nel territorio. Come se fossero elezioni provinciali.

Sei di Bergamo? Non puoi firmare a Brescia e viceversa. Molti si stupivano che non si potesse fare come per i referendum, dove ogni firma vale ovunque sia raccolta. Invece per le elezioni del Parlamento nazionale le firme devono essere locali.

Pensate alla circoscrizione Estero ove bisogna recarsi alle ambasciate e ai consolati del paese di residenza, spesso neppure attrezzati allo scopo, per sottoscrivere per una lista.

Ovviamente in tanti hanno anche chiesto: ma non si può fare la firma elettronica? Eh no cari miei, sarebbe troppo democratico. Nel paese dove l’innovazione tecnologica è sulla bocca di ogni politicante, chi ha lo SPID può fare con esso qualsiasi pratica legale, tranne firmare per le elezioni.

Ci vuole il cartaceo, certificato da un pubblico funzionario elettivo o per professione e presente sul posto. Ma non basta.

Di fronte a questa grossolana ingiustizia tanti cittadini democratici potrebbero decidere di sottoscrivere per le liste escluse dal pateracchio di regime, per puro spirito di libertà.

Non sono d’accordo con le tue idee, ma faccio in modo che esse possano partecipare alle elezioni. Io stesso vorrei firmare per altri, oltre che per Unione Popolare, per senso di giustizia.

Ma non si può. Chi firma per una lista non può firmare per altre, pena l’annullamento della sottoscrizione. Quindi gli esclusi dal palazzo non possono aiutarsi tra loro, ma al contrario debbono confliggere. La firma diventa una sorta di pre-voto.

E si devono sottoscrivere liste con già le candidature definite. Avete presente il balletto dei candidati che imperversa ora sui mass madia? Chi raccoglie le firme deve avere già i nomi pronti e stampati.

Infine una volta raccolte le adesioni, ad ognuna di esse deve essere aggiunto il certificato elettorale, anch’esso cartaceo. 40.000 certificati da raccogliere in pochi giorni dagli uffici comunali di tutta Italia, nel periodo delle ferie ( sacrosante) dei lavoratori pubblici.

Il governo ha forse predisposto risorse speciali per questa fondamentale funzione democratica? No, anzi alcuni Comuni, come Milano, hanno chiuso gli uffici per mancanza di personale.

Ecco, questo è ciò che ha di fronte in questi giorni il popolo che dai banchetti rivendica il diritto di partecipare ad un gioco elettorale truccato in partenza.

E nonostante tutti questi ostacoli, proprio per l’eccezionale mobilitazione di migliaia di persone, alla fine #UnionePopolare sulla scheda ci sarà.

Però come potremo dimenticare che gli altri, da Fratoianni a Meloni, passando per l’arco di tutti i partiti, si sono messi d’accordo tra loro per impedirci di partecipare?

Come possiamo credere che non siano tutti, ma proprio tutti, parte delle stesso regime degli esentati dalle firme, regime che fa il possibile per escludere chi è fuori di esso? Ricordatelo, per favore.

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5 Commenti


  • Pasquale

    Caro compagno Cremaschi hai detto la parola magica. Le elezioni sono ormai ‘cosa loro’. Ma i veri Comunisti non si arrendono mai.
    Adelante!!!


  • Mauro

    Partecipiamo alla cosa loro per fare?


  • Agustin

    Per fare vedere che non è cosa loro,ma dei cittadini onesti che si adoperano ogni giorno per vivere in una Italia senza mafia senza guerra senza discriminazione razziale e di censo,che guarda al futuro ,preoccupata della sempre maggiore lobotomizzazione liberista e fascista..Chiediamo sempre la verita’ che è sempre Rivoluzionaria!


  • Maurizio

    10 100 1000 Guy Fawkes


  • ndr60

    Capisco chi non si fida, ma dopo oltre 20 anni di astensione dal voto, stavolta andrò a mettere la mia crocetta. Con la consapevolezza che se il governo Draghi è stato il più infame degli ultimi 76 anni, il prossimo sarà pure peggio, senza una degna opposizione.

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