Nei giorni scorsi è morto Nicolò Ghedini, noto per essere stato a lungo avvocato di Silvio Berlusconi.
I media di regime hanno intonato il solito coro orientato alla beatificazione postuma, con scarni accenni alla “gioventù scapestrata” di quel magro “aristocratico padovano”, che meritava – secondo loro – comunque un apprezzamento e non andava confuso con il suo assistito.
Ci sembra giusto ricordare, a tanti anni di distanza, di che natura fosse quella “gioventù scapestrata”: quella dei gruppi fascisti di Padova, frammisti sempre con le trame stragiste.
Non è una sottolineatura malevola post mortem, ma la semplice constatazione dei fatti. Come si può agevolmente verificare da questo verbale di interrogatorio sottoscritto dallo stesso Ghedini nel 1980.
L’indagine cercava di far luce sulla strage del treno Italicus, e l’interrogatorio avviene pochissimi giorni prima della strage alla stazione di Bologna.
Piccola precisazione da parte nostra: per il contenuto e il tono del verbale, Ghedini in quel caso si mosse da “informatore” degli inquirenti. Un po’ al di fuori dei gruppi fascisti armati, ma neanche tanto (in fondo a Padova ci si conosce un po’ tutti, no?).
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Niccolò Ghedini – dichiarazioni del 27.09.1980 sulla strage dell’Italicus
Non ho mai sentito parlare di metaldetector; non ho mai sentito parlare nessuno dei miei amici di fare delle buche nel terreno sull’argine di un fiume e precisamente sul Brenta. Non ho mai sentito parlare nessuno di qualche rinvenimento di cassa metallica probabilmente contenente armi, documenti o altro.
Preciso che un paio d’anni fa in piazza Cavour a Padova il Contin mi ha accennato l’esistenza di uno schedario con informazioni sul nostro conto che non facevano parte del gruppo di Contin.
Non far parte del “gruppo Contin” si intendeva; non far politica attiva, essere contrario a qualsiasi altra linea politica estremistica e violenta.
Preciso, anche se non ho nessuna prova che Contin allora faceva parte di un gruppo violento della sezione Arcella, almeno presumo. Il gruppo del quale faceva parte il Contin era formato: Rinani, Benelle, Bertocco, Fasolato ed altri conosciuti da me solo di vista che frequentavano piazza Cavour, il Pedrocchi.
Il Contin con il gruppo summenzionato faceva capo a Rinani, unica persona che secondo me aveva una ascendenza su questi ragazzi, capace di trascinarli ed indottrinarli secondo il suo volere.
Preciso che da quando Rinani si è dato alla latitanza il gruppo anzidetto mi è sembrato che fosse sbandato, che non avesse più un capo carismatico. Il predetto gruppo era formato da circa 20 unità, ed anzi se avessi la possibilità di consultare delle fotografie – schedari – potrei anche riconoscerli e indicarveli.
Questi giovani erano tutti di Padova e provincia. Altra persona che conosceva tutti i componenti predetto gruppo era tale Giomo Franco di Rovigo. Il Giomo mi è stato presentato da De Angelis Gabriele.
Quest’ultimo era conosciuto da me dai tempi della mia militanza occasionale al Fronte della Gioventù di Padova, via Zabarella. Il Giomo, come già detto, mi è stato presentato da De Angelis Gabriele come segretario del Fuan di Rovigo, o segretario della sezione di Rovigo.
Il tutto risale al 1978, successivamente ci siamo rivisti ancora perché una mia amica era molto simpatica al Giomo ed abbiamo continuato a vederci per alcuni mesi.
Appena dopo ho perso quei contatti perché esso non si è più fatto vivo con me. Ho provato qualche volta a rintracciarlo a casa sua, ma non l’ho mai trovato ed infatti non lo vedo da più di un anno.
Dei fratelli De Angelis e cioè Gabriele e Mimmo, so che ambedue facevano politica attiva in senso al Msi. Ci frequentavamo sempre quando essi venivano a Padova provenienti da Roma.
Gabriele è una persona molto in gamba e preparata e ricordo che una volta mi disse che preferiva non uscire con Benelle (altro mio amico, anno 1978), perché facevano un tipo di politica che serviva per mascherare altre attività illecite, non posso precisare di che genere. Voglio ricordarvi infatti che Benelle faceva parte del gruppo Rinani.
Si dà atto che al Ghedini viene mostrata la foto di Scannagatta Franco e non viene da lui riconosciuto.
In una occasione ho rivisto il De Angelis Gabriele a Padova in compagnia di un ragazzo di Roma ed erano a bordo di una autovettura “CX Citroen” di colore verde scuro e siamo andati a mangiare insieme ad una trattoria di Padova i due giovani si sono fermati a Padova 4 – 5 giorni ed hanno pernottato a casa di un amico del De Angelis, che non so il nome.
Il De Angelis secondo me potrebbe conoscere persone appartenenti a gruppi di estrema destra probabilmente della clandestinità. Questo l’ho capito dai discorsi avuti con lui.
Non so cosa sia ” Terza Posizione” ho letto solo qualche cosa sui giornali. Per quanto riguarda Ordine Nuovo, Ordine Nero, non so nulla se non solo notizie apprese sulla stampa.
Ritornando a Rinani posso dire che aveva una sua personalità ben chiara quasi sembrava non avere nessun altro al di sopra di lui. Non conosco Fachini Massimiliano.
L’amico romano di De Angelis, aveva senz’altro idee di estrema destra e se ricordo bene doveva essere figlio di un deputato o un onorevole, comunque suo padre era un pezzo grosso. Non conosco nessuno di Roma. O meglio dire conosco altra gente che non si occupa di politica.
Ho conosciuto Contin 3 o 4 anni fa a Padova. Ci siamo visti parecchie volte ed ho avuto rapporti amichevoli con lui. è un po’ matto ed è soprannominato nell’ambiente Padovano “Matto” , come il Bertocco è soprannominato “Sfregio”.
L’ultima volta che mi ha telefonato è stato quando è stato interrogato a Bologna. Mi ha chiesto un appuntamento, dicendomi che era ricercato e che voleva da me ospitalità.
Poco dopo ci vedemmo in una località di Padova, dove mi ci recai per evitare che esso venisse a casa mia. Mi ha chiesto di poter essere ospite a casa mia o in campagna o a Padova. Gli dissi che non era assolutamente possibile perché non volevo un ricercato in casa, e non volevo fare un atto illecito.
Perciò gli consigliai di costituirsi al più presto onde evitare effetti più gravi perché se realmente era innocente non gli sarebbe stato fatto nulla. Dopo di che gli chiesi come mai aveva di questi problemi e lui mi rispose che era stato portato a Bologna ed interrogato, non in merito alla strage ma in merito alla sua connivenza con gruppi padovani, e quindi aveva paura di essere arrestato.
Gli ribadii che se non centrava la cosa migliore da fare era quella di parlare con il giudice e lui mi disse che aveva paura che lo mettessero dentro.
A questo punto è intervenuto il suo amico che era presente, dicendo che vedendo la mia non disponibilità avrebbe trovato un’éltra sistemazione quest’ultimo ragazzo non è conosciuto da me, perchè non l’avevo mai visto prima. Potrei solo riconoscerlo in una fotografia se me la mostrate. Preciso che nei giorni successivi l’ho nuovamente rivisto in piazza Cavour insieme a Bertocco e ad altri. Non ho mai conosciuto Brancato Giuseppe.
Preciso che di questo non sono sicuro perché probabilmente se lo vedessi potrei conoscerli solo di vista, certo è comunque che di nome non lo conosco. Mi ritengo a vostra disposizione per altri chiarimenti.
Fatto letto confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.
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Manlio Padovan
Ma già il padre si dimostrò uomo di scarse qualità come difensore degli ipocriti cattolici nei fatti di Pozzonovo, in quel di Padova, del 1958.
Qualis pater, talis filius.
Louise
Non conoscevo “i fatti di Pozzonovo”, sono andato a cercarli. Grazie