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“E’ arrivato il momento di parlare di cose serie”. Intervista a Lorna Prior

La sinistra ha un compito difficilissimo. Da quando ho pubblicato il video contro il voto utile mi definiscono con disprezzo “influencer“. Abbiamo incontrato “Lorna Prior” alla presentazione dei candidati di Unione Popolare venerdì 2 sotto i palazzi dell’Eni, a Roma.

Lorna viene ritenuta una influencer su Instagram e per questa tornata elettorale sta pubblicando alcuni video in cui invita l’elettorato progressista a fuggire dal richiamo del voto utile lanciato dal Partito democratico contro il “pericolo fascista”.

Il Pd infatti è il vero responsabile, insieme al resto della classe politica e imprenditoriale del paese, del disastro economico, sociale e culturale a cui, da trent’anni a questa parte, hanno costretto il paese.

Il pericolo delle “due destre”, come le chiama Lorna, rifacendosi a definizione di inizio anni ‘90, non è altro che il frutto delle politiche antipopolari portate avanti dal finto progressismo del Pd e dai suoi “antenati”.

Lorna ha accettato gentilmente di concederci un’intervista, che vi proponiamo di seguito.

Buona lettura.

***

D: Ciao Lorna, innanzitutto vorremmo chiederti da dove parte l’idea di utilizzare la tua popolarità raggiunta sui social per schierarti con forza in mezzo a questo tornante elettorale, che in realtà si innesta in un momento di grande incertezza per il mondo intero. Come vedi inoltre l’utilizzo di strumenti come Instagram, nati per un certo fine, indirizzati invece per un uso politico, quali i pregi e difetti da tenere da conto….

R: Mi stanno chiamando “influencer” – principalmente in senso dispregiativo – da quando ho pubblicato il primo video contro il voto utile, ma non credo di rientrare nella definizione. Gli influencer agiscono secondo logiche che non mi appartengono, sono attivi sui social per vendersi e per vendere. Io sono solamente un’elettrice che si avvale del diritto di esprimere la sua opinione. Credo che per i giovani, ricorrere ai social per dire la nostra sia una scelta naturale. Siamo le generazioni senza voce, quelle che nessuno ascolta e che, di conseguenza, non si fanno sentire attraverso i canali tradizionali. Ci trovate sui social. Ed è proprio per questo che, nelle ultime settimane, tanti fossili della politica sono opportunisticamente sbarcati su TikTok. Io sono una content creator che solitamente si concentra sulla cultura pop, ma arrivano anche i momenti in cui bisogna parlare di cose “serie”. La politica ha più o meno abbandonato i giovani a sé stessi, per cui volevo riuscire a rivolgermi proprio a loro, ad altri che, come me, sono stanchi di vivere nell’incertezza e nella povertà. Questo in primis per spiegare a tutti perché è tempo di dire “basta” alle politiche anti-sociali di vecchi partiti come il PD. Ma anche per farli sentire compresi – sono in moltissimi a pensare che le cose debbano cambiare, eppure in qualche modo ci sentiamo comunque soli nel lottare contro una corrente avversa. Dobbiamo iniziare a dialogare tra noi, perché solo dall’unità dei giovani potrà nascere un nuovo tipo di politica.

D: Cosa pensi della politica in generale e della classe politica nello specifico di questo paese, quella che, come tu racconti bene nei tuoi video, ha provveduto nei dei decenni alle selvagge privatizzazioni, all’attacco ai salari e allo Stato sociale.

R: La politica dovrebbe essere il mezzo attraverso il quale noi cittadini decidiamo come verrà governata la nazione in cui viviamo. Questo scopo è andato tragicamente perduto. Il divario tra cittadini e rappresentanza non è mai stato così enorme – un’autentica voragine. E infatti l’astensionismo è alle stelle, perché nessuno crede più che la classe politica sia interessata a rappresentarci. In particolare, in Italia come in molti altri stati, c’è il gravissimo problema della mancanza di alternativa. Le politiche economiche e sociali della destra e della sinistra quasi non si distinguono – storicamente, la sinistra dovrebbe rappresentare i lavoratori, ma i peggiori attacchi ai nostri diritti, dal pacchetto Treu in poi, sono venuti dal Partito Democratico. Infatti molte persone sceglieranno di supportare la destra a queste elezioni. Ma le politiche di Meloni, Salvini e Berlusconi saranno sempre quelle: privatizzazioni, taglio delle tasse ai ricchi, deregolamentazione. La prova di ciò è che tutti, dalla coalizione della Meloni, a Renzi e Calenda, fino all’alleanza di Letta e Bonino, vogliono seguire la linea Draghi. Se le basi sono queste, possiamo davvero considerarci una democrazia?

 

D: Cosa pensi del percorso intrapreso da Unione Popolare, nella difficile sfida sia di visibilità nei mezzi di comunicazione odierni, sia di radicamento in una società probabilmente ancora scottata dal “tradimento” (se così si può definire) del Movimento 5 Stelle, che si professava antisistema ma che con tutte le sfaccettature del sistema si è accordata alla prima esperienza di governo?

R: La sinistra, quella autentica, ha un compito difficilissimo. Non solo deve ripartire quasi da zero, ma dovrà vedersela con un contesto politico e mediatico che li respingerà – questo sta in parte già accadendo con il Movimento di Conte, che nonostante gli errori e le molte scelte discutibilissime, ha comunque un programma leggermente più progressista delle altre grandi forze e per questo tende a venire maggiormente emarginato dai media (che, voglio ricordare, in molti casi sono controllati da grandi famiglie imprenditoriali). Figuriamoci quanta difficoltà potrà avere una sinistra socialista. La spinta per un movimento del genere dovrà venire obbligatoriamente dal basso. Ma la fiducia di un popolo che troppe volte è stato deluso e preso in giro non sarà facile da conquistare. L’inizio è stato buono, dato che Unione Popolare è stata in grado di raccogliere 60.000 firme in 10 giorni, oltretutto in pieno agosto, dimostrando che esiste la voglia di vedere una sinistra vera. Ma da qui in avanti sarà un percorso in salita.

 

D: Le elezioni saranno sicuramente un passaggio di un percorso di più ampio respiro. Alla fine di questa tornata, quali sono le priorità secondo te per andare avanti nella costruzione di una necessaria ipotesi di opposizione e alternativa rispetto alle due destre che si troveranno a governare, peraltro in un autunno che si preannuncia carico di tensioni sociali, tra economia di guerra, rincari di tutti i tipi?

R: La sinistra dovrà essere presente per la gente. Si preannuncia un inverno durissimo – molte persone dovranno decidere se mangiare o riscaldare casa. Queste persone avranno bisogno di una voce – che sia in Parlamento oppure in piazza. Bisogna organizzarsi. La Gran Bretagna su questo tema sta offrendo un fantastico esempio di unità e solidarietà. I cittadini britannici hanno dato vita al movimento Don’t Pay – questo inverno, rifiuteranno collettivamente di pagare le bollette. Con il supporto dei sindacati è nato anche un movimento di protesta più vasto, Enough is Enough. Sarà un inverno molto movimentato. C’è bisogno di questo anche in Italia, e sarà compito anche di Unione Popolare far sì che ciò possa avvenire, a prescindere dai risultati delle elezioni. Servono punti di riferimento certi per il popolo.

 

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5 Commenti


  • Walter

    Ottima analisi. E basta con lo storcere il naso, ché abbiamo bisogno di tutte le intelligenze, di prassi prima ancora di teorie. La prassi la contiene perché la incarna e la interpreta. Non stanchiamoci, perché prima o poi si spingeranno in un angolo e a quel punto dovremo essere lì, pronti.


  • alberto+gabriele

    Bravissima !


  • Andrej

    Quest’intervista pesa più di 10 anni di manifesto. Bisogna vedere cosa pensa della merdaNATO .


  • Francesco Cocozza

    Ottima analisi politica, economica e sociale.


  • Alex G.

    Sarebbe interessante sapere da Lorna se ritiene opportuno che la GB rinunci alla sua marcata tendenza a geopolitiche di interferenza e dominio.

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