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Prosegue l’invio di armi italiane all’Ucraina. Spese militari sganciate dai vincoli di bilancio

Ci sarà probabilmente un decreto ad hoc affinchè l’Italia continui a rifornire di armamenti l’Ucraina e quindi rimanga coinvolta nella guerra in Ucraina.

La Camera ha approvato la mozione del centrodestra, quella del Pd e parte di quella del clan Calenda/Renzi sulla guerra in Ucraina. E’ stata invece bocciata con 193 No e 46 Si la mozione del M5S. Respinta anche la mozione presentata dall’Alleanza Verdi-Sinistra con solo 54 voti favorevoli.

Il testo della mozione della maggioranza di destra impegna il governo, tra l’altro, “a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto legge 25 febbraio 2022, numero 14” e “ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2 per cento del Prodotto interno lordo entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale”.

Il governo potrebbe varare il testo del decreto già al prossimo Consiglio dei ministri, in programma giovedì. L’emendamento presentato ieri dalla maggioranza al Dl di proroga delle missioni Nato, all’esame della commissione Difesa ed Esteri del Senato, è stato prima accantonato e poi ritirato dalla destra dopo aver avuto garanzie dal Pd e dal clan Calenda affinché non ci siano opposizioni o sorprese.

La proposta, che aveva suscitato molte perplessità, chiedeva di estendere fino al 31 dicembre del 2023 le norme sull’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari approvate dal governo Draghi e in scadenza alla fine dell’anno.

Durante la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama è stato trovato un accordo che prevede il ritiro della modifica in cambio del via libera entro dicembre a un decreto che proroga  l’invio delle armi all’Ucraina deliberato dal precedente esecutivo.

La destra batte sul tamburo della guerra, il Pd e Calenda le sorreggono lo spartito. Adesso l’Italia è ancora pienamente coinvolta nel conflitto in Ucraina e lo sarà per tutto il prossimo anno.  Alla manifestazione per la pace del 5 novembre Letta meritava qualcosa di più di qualche strillo nelle orecchie.

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1 Commento


  • c. Sergio Binazzi

    alla manifestazione per la pace del 5 novembre letta meritava di essere lapidato, questa gente, lui calenda & Co sono forse peggio dei fascisti al governo attualmente.

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