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A Bruxelles i parlamentari sono in vendita. Ma no, davvero?

Gli scandali e la corruzione, in regime capitalistico (ossia di prevalenza degli interessi privati su quelli collettivi) non sono certo una novità. Dunque non destano in noi sorpresa. Semmai c’è da restare (fintamente) sorpresi per l’indignazione che esplode a comando ogni volta. Per poi rientrare senza effetto alcuno.

In questa vicenda di dimensione internazionale – con parlamentari europei o ex sotto inchiesta o già in stato di fermo per essersi fatti comprare dal Qatar, dove si stanno giocando i mondiali di calcio –  è solo un business minore, una specie di “pubblicità”, per un paese produttore di petrolio e gas, ma viene fuori la realtà miserabile di un “sistema” che tutti i giorni pretende di vestire i panni del moralizzatore… degli altri.

L’Occidente neoliberista ama infatti dare lezioni sui “diritti umani” e sulla “libertà di espressione” mentre li va riducendo a quasi nulla al proprio interno (si possono prendere ad esempio i Twitter files, oppure la “congiura del silenzio” condotta dai media mainstream contro le opposizioni sociali e politiche, nascondendone mobilitazioni e presenza elettorale).

Si inventa una neolingua in cui la guerra ha questo nome se la fanno “gli altri”, altrimenti è “operazione di polizia internazionale” se decisa da Washington o Parigi (“impegnatissima nell’”antiterrorismo” nell’Africa subsahariana) o “operazione militare speciale”. Ma poi, guarda un po’, i nazisti si chiamano così se agiscono in Germania, ma diventano “democratici” se comandano in Ucraina.

Non ci stupisce, dunque, se in questa vicenda di corrotti a Bruxelles (altra sede di tutte le virtù, secondo la vulgata mainstream), molti degli indagati sono di “area democratica” (Panzeri risulta addirittura presidente di un’associazione che “lotta contro le violòazioni dei diritti umani”).

Qualcuno di loro è stato perfino “sindacalista” (ovviamente del tipo, e delle sigle, che hanno collaborato attivamente nelle distruzione dei diritti e del salario dei lavoratori).

Non abbiamo mai creduto, infatti, che il ceto politico travestito con quei panni fosse diverso dalla destra, visto che serve gli stessi padroni cercando – in questo “lavoro” – di incrementare il proprio individuale conto in banca.

Ci fanno invece ridere i “moralisti di destra” che stanno in queste ore cavalcando a loro modo questo ultimo scandalo. Gli stessi “politici” o “giornalisti” che difendono a spada tratta, magari nella stessa dichiarazione o articolo, l’evasione fiscale o il “garantismo a geometria variabile” (per se stessi, insomma), strepitano per la ricca corruzione dei propri “competitor” democratici.

Ci sembra di cogliere, in questo clamore, anche qualche pizzico di invidia. Le cifre e i corruttori dei “democratici europei” sono indubbiamente di grandi dimensioni e altissimo livello.

Mentre a destra, di solito, ci si vende anche per quattro spicci e a personaggi sotto ogni soglia

Qui di seguito i dettagli della notizia, nel resoconto dell’agenzia Agi. Perché spendere il nostro tempo per certe cose scontate, capirete bene, ci sembra uno spreco…

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Terremoto al Parlamento europeo: la vice presidente greca, la socialista Eva Kaili, in serata è stata fermata dalla polizia belga nell’ambito di un’inchiesta sulla corruzione legata al Qatar. Prima di lei nella mattinata erano stati fermati quattro italiani, tra cui l’ex eurodeputato di Articolo 1 (eletto con il Pd), Antonio Panzeri, e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati, Luca Visentini, già segretario generale dei sindacati europei.

Inoltre, nella lista dei fermati anche un assistente parlamentare che lavorava al servizio di Panzeri (ora nell’ufficio di un altro eurodeputato italiano di S&d) nonché compagno di Kaili. La quarta persona fermata è invece direttore di un’Ong che opera a Bruxelles.

I primi a dare la notizia dell’inchiesta che ha innescato la valanga che rischia di travolgere tutto il gruppo dei Socialisti e democratici sono stati i giornali belgi Le Soir e Knack. L’indagine, ora nelle mani del Gip Michel Claise che nelle prossime 48 ore dovrà decidere se convalidare i fermi, è per un presunto caso di corruzione, organizzazione criminale e riciclaggio di denaro.

Mezzo milione in contanti a casa di Panzeri

Da diversi mesi gli investigatori della polizia giudiziaria sospettano che uno Stato del Golfo abbia cercato di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo“, ha confermato la procura federale di Bruxelles senza fornire tuttavia né il nome del Paese né tantomeno le identità delle persone coinvolte.

La corruzione sarebbe avvenuta “versando ingenti somme di denaro e offrendo regali importanti a terzi con una posizione politica o strategica importante all’interno del Parlamento europeo“, ha spiegato la Procura.

Nell’ambito dell’operazione, condotta dalla Squadra anticorruzione della polizia giudiziaria, sono state perquisite sedici abitazioni (tra cui quella della vice presidente Kaili) e sono stati sequestrati circa 600 mila euro in contanti, di cui 500 mila trovati – sempre secondo i media citati – in casa di Panzeri, oggi presidente dell’associazione Fight Impunity, dedita alla lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani o crimini contro l’umanità.

I legami coi Mondiali

Secondo fonti informate, le indagini si focalizzano sul Qatar e in particolare sull’organizzazione dei Mondiali in corso. Nel frattempo si sono innescate le prime reazioni politiche. Il partito socialista greco ha espluso l’eurodeputata Kaili. Il Gruppo S&d al Parlamento europeo ha preso le distanze, richiamando alla “tolleranza zero nei confronti della corruzione” e promesso “la massima collaborazione con le autorità“.

Ufficialmente il Parlamento europeo “non si esprime su un’indagine in corso” ma politicamente l’opposizione è gia’ all’attacco: Ppe e Lega chiedono di fare chiarezza; il M5s vuole le dimissioni da vice presidente di Kaili: a questo punto passo scontato.

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4 Commenti


  • Pasquale

    Merda fetida.


  • Giancarlo staffo

    La superiorità morale euroccidentale!?!?


  • E Sem

    Nulla di nuovo. L’ interrogazione parlamentare E-006610-16 forse avrebbe potuto farci drizzare le orecchie e aprire gli occhi gia’ da tempo, o forse stiamo semplicemente
    assistendo ad una resa dei conti tra attori in ogni caso ostili alla vecchia europa.


  • Sergio Stornelli

    mi sorprende lo stupore della stampa e dei politici.
    le azioni di lobbing che determinano talune scelte politiche in cosa si differenziano dalla corruzione odierna?

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