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L’Italia sotto pressione internazionale sul caso Cospito

In solidarietà con lo sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis, sono state convocate per oggi pomeriggio manifestazioni davanti alle ambasciate italiane in Cile e Colombia.

A Strasburgo, in sede di Parlamento europeo, anche l’eurodeputata irlandese Clare Daly (Sinistra europea) è intervenuta sulla vicenda Cospito: “Alfredo Cospito, anarchico italiano, è da 105 giorni in sciopero della fame contro il regime penitenziario 41bis. Un regime di detenzione che autorizza la violazione di diritti umani: niente telefonate, nessun contatto con alti detenuti, al chiuso per 22 ore al giorno, con una sola visita al mese. Un regime carcerario condannato dalla Corte europea dei diritti umani per l’infrazione di due dei suoi articoli”, ha detto la Daly.

“Eppure – ha continuato – questo regime continua a esistere, in uno Stato membro dell’Unione europea, senza essere messo in discussione dalle nostre cosiddette democrazie. Alfredo ha perso più di 40 chili, i suoi livelli di potassio sono crollati: morirà, se non si interviene. Il ministro della Giustizia deve decidere sulla revoca del 41bis entro il 12 febbraio, ma ha detto che lascerà la decisione alle autorità giudiziarie. Questa è una sentenza di morte: ad Alfredo non rimane tutto questo tempo”. La eurodeputata irlandese ha chiesto un intervento dell’Ue: “L’Unione europea resterà in silenzio? Questa è una questione di diritti umani. Oltre 200 esperti di diritto e avvocati hanno condannato questo regime. Il 41bis deve essere revocato. Salvate Alfredo Cospito”.

Del resto il regime del 41-bis e l’ergastolo ostativo violano la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per la precisione l’articolo 3 che proibisce la tortura, le punizioni e i trattamenti inumani e degradanti. È quanto si legge in due diverse sentenze della Corte Europea dei diritti umani (Cedu), emesse tra il 2018 e il 2019 in cui il sistema penale e carcerario italiano è stato condannato.

Anche in Venezuela cresce la pressione contro il governo italiano sul caso di Alfredo Cospito. Il Consolato generale d’Italia a Caracas ha ricevuto mercoledì una lettera firmata da Juan Contreras (ex deputato chavista venezuelano, direttore di una radio e presidente della Coordinadora Simon Bolivar), dove rivolge un appello “ad unirsi alla lotta di resistenza” per Cospito e a “manifestare di fronte alle Ambasciate o ad enti italiani”.

Cospito “è un compagno anarchico italiano” che “per la sua formazione politica è sempre stato in prima linea, mai disposto a scendere a patti o ad arrendersi”, si legge nella lettera circolata in rete ed esprime dure critiche alle autorità italiane. “Se Alfredo muore, quel che è certo è che lo ha assassinato questo Stato, queste Guardie, questo governo, questi falsi democratici”, chiosa la lettera prima di invitare all’azione. “Chiamiamo tutti i sinceri democratici, tutti coloro che non sono d’accordo con questi sistemi oligarchici, agli antagonisti in Italia, in Europa e in America Latina, a esprimere solidarietà con la lotta di resistenza del compagno Alfredo”.

“Non è un bel segnale, ma un messaggio negativo contro lo Stato italiano” – ha commentato con un certo imbarazzo il ministro degli Esteri italiano Tajani – Si tratta di un ex parlamentare chavista che ora fa il conduttore radiofonico e questo messaggio certamente non fa bene alla stabilità, perché è un messaggio negativo a sostegno di una persona che è detenuta per reati di terrorismo”, ha aggiunto il ministro. Per una sorta di legge del contrappasso, i governi italiani hanno sempre manifestato e sostenuto iniziative ostili al governo bolivariano del Venezuela. Adesso viene ripagata della stessa moneta.

Ma l’imbarazzo per Tajani e il governo è il fatto che adesso l’Italia non è più sponsor ma bersaglio di campagne di pressione internazionali sui diritti umani. Le autorità italiane con la vicenda Cospito hanno “perso l’innocenza” agli occhi del mondo.

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