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Via Rasella. La Russa conferma che i fascisti sono rimasti tali

L’ignobile dichiarazione del Presidente del Senato La Russa su via Rasella non sta in piedi da nessun punto di vista. “Quelli che vennero uccisi (nell’attentato di via Rasella n.d.r.) non erano biechi nazisti delle SS ma una banda di semi-pensionati, una banda musicale” ha affermato quella che oggi è la seconda carica dello Stato. E’ un falso storico.

L’età media dei soldati tedeschi uccisi era infatti di 33,6 anni, quindi ben lontana da quella di semi-pensionati, non erao una banda musicale ma un reparto di polizia militare tedesca costituita tra cittadini di lingua tedesca dell’Alto Adige e operativi su tre teatri di guerra.

Il reparto di soldati tedeschi colpito dai partigiani dei Gap in via Rasella, era infatti il Polizeiregiment “Bozen” (Reggimento di polizia “Bolzano”), già Polizeiregiment “Südtirol” (dal 1º al 29 ottobre 1943) diventato in seguito SS-Polizeiregiment “Bozen” (dal 16 aprile 1944). Si trattava di un reparto militare della Ordnungspolizei creato in Alto Adige nell’autunno 1943, durante l’occupazione tedesca della regione. La truppa era formata da coscritti e volontari altoatesini mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania.

Il reparto era composto da tre battaglioni: uno operativo in Istria, uno a Belluno e uno, appunto, a Roma.

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Sull’azione dei partigiani dei Gap a via Rasella e le iniziative per rivendicare la memoria e l’orgoglio partigiano, riprendiamo il documento dell’organizzazione giovanile comunista Cambiare Rotta e il video (che potete vedere qui di seguito) della conferenza tenuta all’università insieme allo storico Davide Conti proprio in occasione dell’anniversario di via Rasella.

Cambiare Rotta: “Via Rasella è Orgoglio partigiano”

A distanza di 79 anni abbiamo tenuto tenuto vivo il ricordo e l’insegnamento di quel 23 marzo 1944, quando i Gap comunisti di Roma effettuarono la più importante operazione di guerriglia partigiana contro il nazifascismo nell’Europa alle prese con la Seconda guerra mondiale.

Il coraggio e la capacità militare dimostrata da quei giovani, donne e uomini partigiani comunisti nell’azione di via Rasella e il feroce eccidio per mano nazifascista perpetrato alle Fosse Ardeatine ci ricordano la durezza e la giustizia della guerra di liberazione che nessun tentativo di revisionismo storico, dalla “memoria condivisa” alla giornata degli Alpini, dalle foibe all’equiparazione in sede Ue tra comunismo e nazismo, potrà mai cancellare.

L’operazione via Rasella è orgoglio partigiano ed è patrimonio di ogni antifascista, romano come del resto del paese, che oggi giorno si batte contro la barbarie del capitalismo e quello sdoganamento del nazifascimo che in diverse parti del mondo prova a riemergere approfittando del supporto dei grandi gruppi industriali e finanziari internazionali, come l’invio di armi in Ucraina dimostra.

La targa che abbiamo riaffisso sui muri di via Rasella, in risposta a un poco sorprendente vuoto istituzionale, testimonia l’impegno che come antifascisti romani teniamo nei confronti di questa verità storica e lanciamo già da oggi l’appuntamento per l’80esimo anniversario dell’attacco partigiano, il quale cadrà il 23 marzo 2024.

La memoria, come quella che ci ha portato a dedicare le iniziative di quest’anno a Mario Fiorentini (scomparso lo scorso 9 agosto), è uno strumento imprescindibile per la costruzione di una società alternativa allo sfruttamento e alla tendenza alla guerra dimostrata dal capitalismo.

Mario, Carla, Sasà e tutti gli altri partigiani e le altre partigiane ci hanno insegnato che lottare per un mondo nuovo è giusto e necessario. E la storia dimostra che vincere è possibile.

Ora e sempre Resistenza!

 

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1 Commento


  • Pasquale

    Tentano di riscrivere la storia. Sono fascisti e stanno facendo i fascisti. Niente di nuovo. Tocca a noi impedirlo.

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