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La furia degli sfratti colpisce anche il questore di Roma

Abbiamo scritto spesso della furia cieca con cui, non solo a Roma, si procede con gli sfratti. Naturalmente, contestiamo quelli contro le occupazioni per necessità abitativa o contro le vittime di truffe (i “piani di zona”), non gli immancabili “furbetti” che anche in questo campo non mancano mai.

E non conosciamo, in questo caso, l’esatta posizione delle parti in causa, che dalle cronache sembrerebbe puramente privata, per un appartamento ad Ostia.

La vicenda viene infatti descritta come  il caso di una studentessa che, ricevuto un appartamento in eredità dalla nonna, aveva avviato un braccio di ferro con l’inquilino che non pagava l’affitto, ottenendo alla fine lo sfratto esecutivo.

Nei giorni scorsi, la ragazza, l’ufficiale giudiziario, un fabbro e, come è previsto, anche le forze dell’ordine e un’ambulanza del 118, si sono presentati ad Ostia, ma la giovane pare non ricordasse bene l’esterno della casa.

Giunti all’indirizzo, l’ufficiale giudiziario, non ricevendo risposta al citofono né alla porta, ha dato ordine di forzare la serratura. Una volta all’interno però, la giovane si è resa conto che erano entrati nella casa sbagliata. E non ci è voluto molto per scoprire che si trattava niente meno che della casa del questore di Roma, Carmine Belfiore.

Ossia di colui che, in ultima istanza, conduce la campagna di sfratti nei quartieri popolari (quello dove è avvenuto “l’incidente” non può ovviamente esserlo).

L’ironia della storia è sempre al lavoro per mettere in mutande la prosopopea del potere, ma stavolta si è divertita davvero parecchio.

Dalla vicenda si può notare infatti con quale “precisione chirurgica” avvenga l’esecuzione di uno sfratto, nel mentre si procede comunque di forza (la presenza di agenti di polizia) e sulla base di interessi privati a volte neanche supportati da un’adeguata conoscenza. In pratica, “sfondo la prima porta che trovo“…

La studentessa aveva ovviamente ogni diritto di vedersi restituire l’immobile ereditato dalla nonna, ma l’operato delle “istituzioni” (ufficiale giudiziario e polizia) ne vien fuori come approssimativo e violento. Furioso ed anche cieco, insomma.

Sempre, anche quando si tratta di entrare in casa del “capo”…

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