E’ leggibile sul sito dell’intelligence italiana che i servizi di sicurezza sono a caccia di “giovani professionalità”. E’ lo stesso sito a precisare che “l’Intelligence italiana svolge inoltre una ricerca mirata di professionalità attraverso la collaborazione con i migliori Atenei nazionali”.
I servizi di intelligence hanno pubblicato uno specifico avviso di ricerca rivolto a giovani professionalità con formazione e competenze nei seguenti settori:
• algoritmica per la crittoanalisi;
• fotointerpretazione di immagini satellitari;
• tecniche di machine learning per il riconoscimento biometrico.
Oltre alle competenze tecniche, sono richiesti “affidabilità e sicurezza, forte senso di responsabilità e di attaccamento alle Istituzioni dello Stato, nonché comprovate doti di riservatezza”.
All’esito di un preliminare screening curriculare, i candidati saranno sottoposti alle previste procedure selettive, comprendenti la verifica del possesso di adeguate conoscenze e competenze professionali, dell’idoneità psicofisica e attitudinale e dei requisiti di affidabilità e sicurezza.
Per entrare a far parte dell’Intelligence italiana resta sempre aperta la possibilità di presentare la propria candidatura spontanea attraverso la procedura on line della sezione riservata sul sito dei servizi di sicurezza.
I profili professionali di maggiore attenzione al momento in relazione ai settori di intervento sono quelli di:
• analista (in ambito geopolitico, del contrasto ai fenomeni del terrorismo e dell’eversione);
• esperto in campo economico (golden power, green economy e transizione energetica);
• conoscitore di lingue rare e dialetti d’area;
• tecnico della sicurezza cibernetica e nel campo dei droni;
• esperto nella ricerca informativa.
Anche le candidature spontanee acquisite mediante la piattaforma on line saranno sottoposte al predetto iter selettivo strutturato, preordinato all’individuazione delle risorse maggiormente rispondenti alle specifiche esigenze di impiego.
Nella loro campagna di reclutamento e collaborazione con le università, i servizi di intelligence precisano che la Scuola di formazione del comparto intelligence, istituita nell’ambito del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), collabora attivamente con una serie di università, centri studi e think tank.
“Il raccordo con il mondo accademico e della ricerca fa sì che alla formazione del personale dell’intelligence italiana concorrano accademici ed esperti di primo piano e rappresenta uno snodo centrale delle attività di promozione e diffusione della cultura della sicurezza”.
Ci auguriamo che gli studenti universitari, soprattutto quelli bravi, non subiscano questi richiami delle sirene e pongano le loro aspettative su settori completamente diversi. Anzi farebbero bene a segnalare pubblicamente se sono stati avvicinati da qualche reclutatore dei servizi di sicurezza e le modalità con cui l’ha fatto.
L’infiltrazione nei movimenti, del resto, viene praticata da sempre, ma non è mai indicata pubblicamente tra le “competenze” ricercate…
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Binazzi Sergio
sarebbe meglio nelle università crescere i giovani ad attività più consone a una società civile. forse anzi sicuramente non viviamo in una società civile, quindi si cerca di incanalare i giovani a queste turpiloquio attività, vedi molto probabilmente il tanto decantato Giulio Reggeni, che benché ne glorifichino la memoria faceva parte di questa mostruosa attività. a noi italiani poi serve poco l’intelligence tanto sono gli usa che dirigono questa penosa nazione
Giovanni Poglayen
In considerazione che si tratta di una attività necessaria, non possiamo che plaudere ad una richiesta trasparente!