Le mobilitazioni antimilitariste in occasione del 2 giugno hanno attraversato alcune città riaffermando chiaramente il No all’invio di armi e al coinvolgimento dell’Italia nella guerra.
La manifestazione di Roma in Largo Argentina si è posta come scenario alternativo alla parata militare istituzionale, ribadendo l’opposizione frontale alla guerra e all’invio di armi. Alcuni interventi hanno espresso il loro sostegno ai referendum che chiedono l’abrogazione delle leggi che hanno consentito di inviare armi sui teatri di guerra. Clicca QUI per ascoltare gli interventi della piazza a Largo Argentina.
Ma i riflettori su questo 2 giugno erano puntati su Bologna dove la partecipatissima manifestazione aperta dallo striscione “Spalare e non sparare” ha messo i piedi nel piatto della contraddizione emersa con la recente e devastante alluvione in Romagna.
Il corteo è partito da piazza dell’Unità verso il palazzo della Regione. Cliccando
QUI è possibile ascoltare l’intervento di Giuseppe il volontario del fango, che per due giorni è rimasto incatenato davanti alla caserma di viale Vicini per denunciare l’assenza dello Stato e dell’esercito in questo momento di emergenza dell’alluvione.
Il corteo di Bologna si è mosso verso la regione Emilia-Romagna per indicare i responsabili del disastro della Romagna passando proprio sotto quello che per anni è stato l’ufficio di Elly Schlein che, come vice presidente della Regione, ha avuto proprio per i cambiamenti climatici e il dissesto del territorio.
Al Parlamento europeo, dopo un maldestro emendamento presentato senza convinzione, ha poi avallato l’uso di mezzo miliardo di fondi PNRR per le munizioni per la guerra in Ucraina, mentre gli stessi fondi non si possono usare per la Romagna.
E mentre le istituzioni fanno le passerelle, le sfilate e le esercitazioni militari, i mezzi pesanti dell’esercito restano chiusi nelle caserme invece di spalare tra Faenza e Ravenna. “Continuiamo a organizzare la solidarietà attiva, continuiamo a organizzare il controllo popolare sulla “ricostruzione” perché non vogliamo tornare alla normalità” denunciano i manifestanti. Clicca QUI per vedere il video del corteo di Bologna.
A Milano nel pomeriggio si è tenuta una manifestazione in piazza della Scala organizzata dai comitati promotori dei due referendum contro l’invio di armi all’Ucraina. Occorre raccogliere le firme necessarie entro il 22 luglio.
Infine una manifestazione contro la presenza delle basi militari e la militarizzazione della Sardegna si è svolta a Cagliari.
* Tutte le foto sono di Patrizia Cortellessa
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