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Caso Cospito. Le richieste della Procura ignorano la Corte Costituzionale

Era attesa nel pomeriggio di ieri la nuova sentenza del tribunale di Torino sul processo per Alfredo Cospito alla luce del pronunciamento della Corte Costituzionale sulle attenuanti, ma la decisione è stata rinviata al prossimo lunedì 26 giugno.

Il processo d’appello bis all’anarchico era cominciato ieri mattina perché il tribunale deve rivedere la sua condanna in base alle disposizioni della Corte Costituzionale sul verdetto per il fallito attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano (Cuneo) del 2006.

La Corte d’Assise d’Appello di Torino, presieduta dalla giudice Alessandra Bassi, e una nuova giuria popolare dovranno esprimersi circa il reato di strage politica contestato – arbitrariamente – dalla Procura di Torino a Cospito che ha negato qualsiasi attenuante e richiesta una condanna sproporzionata.

Su questo pesa la questione dell’ergastolo ostativo comminato al prigioniero politico anarchico nonostante non ci siano state vittime né feriti. Una condanna tombale alla quale si è aggiunto il regime da sepolto vivo in carcere attraverso il regime del 41bis.

Cospito  in videocollegamento dal carcere di Sassari  ha preso la parola durante l’udienza. Con il 41 bis i detenuti non hanno neanche più il diritto di partecipare di persona alle udienze su di loro.

La mia vicenda processuale – ha affermato – è stata usata come una sorta di clava da una parte politica, il governo, contro un’altra parte politica, la cosiddetta opposizione. Il mio trasferimento da una sezione all’altra in previsione dell’arrivo dei parlamentari del Pd è un esempio lampante di come il 41 bis sia stato strumentalizzato a fini politici”, ha detto Alfredo Cospito nel corso di una lunga dichiarazione spontanea, alla ripresa del processo.

La denuncia fatta da Alfredo è circostanziata, non è una semplice constatazione politica.

In pratica la direzione del carcere – che decide anche con chi ogni detenuto può vedersi “al passeggio”, durante l’ora d’aria – ha spostato Cospito in compagnia di detenuti per mafia proprio nelle ore precedenti l’annunciata visita dei parlamentari del Pd.

Un’autentica “trappola” pensata – probabilmente al ministero, viste le dichiarazioni poi fatte in aula dai meloniani Giovanni Donzelli e il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro – per trasformare l’allucinante vicenda di un prigioniero ingiustamente al 41bis in una squallida polemicuzza tra mezze figure.

Cospito ha inoltre definito “ridicole le accuse su un’alleanza fra anarchici e mafiosi”.

Adesso, rispondendo al ricorso presentato dagli avvocati difensori, la Corte Costituzionale ha autorizzato la possibilità di riconoscere al militante anarchico l’attenuante della lieve entità, di norma vietata proprio per il tipo di reato che prevede una pena fissa, oltre che per la recidiva reiterata che si contesta a Cospito.

Insieme a Cospito viene imputata anche la compagna dell’anarchico, Anna Beniamino. Per lei, la procura ha chiesto 27 anni di carcere.

La Procura generale di Torino, incurante delle indicazioni della Corte Costituzionale,  ha nuovamente chiesto l’ergastolo per l’anarchico.

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2 Commenti


  • Giulio

    Conoscendo quel Procuratore generale, è già tanto che non abbia richiesto la tortura!


  • Pasquale

    L’obiettivo di quella merda che si chiama potere è di annichilirlo e renderlo un vegetale se non farlo morire di carcere.

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