La soglia è ferma a 9 euro e non c’è l’adeguamento automatico all’inflazione, ma finalmente si riconosce che la contrattazione di Cgil, Cisl e Uil non salva i salari.
È stata depositata alla Camera la proposta di legge firmata da M5S, PD, Azione, Alleanza Verdi-Sinistra e PiùEuropa per l’introduzione di un salario minimo orario di 9 euro. Si tratta di un’autentica capriola per diverse delle forze politiche che hanno sottoscritto la proposta, che capovolgono completamente quanto hanno sostenuto per anni e cioè che il salario è materia di contrattazione e non può essere determinato dalla legge. Nella nuova proposta, infatti, il salario minimo orario è fissato a 9 euro (Trattamento Economico Minimo) e se dovesse essere approvata nessuno potrebbe più essere pagato meno nel nostro Paese.
Nel testo ci sono molti punti non condivisibili, a cominciare dalla stessa soglia dei 9 euro, troppo bassa in considerazione soprattutto della recente fiammata inflazionistica e del fatto che la legge non potrebbe entrare in vigore prima della fine del prossimo anno. Inoltre, l’adeguamento annuale del salario minimo non sarebbe automatico, seguendo l’aumento dei prezzi, ma verrebbe demandato alla valutazione di una Commissione. E, inoltre, ai datori di lavoro che dovranno adeguare le retribuzioni minime in base alla legge, verrà corrisposto un beneficio, fortunatamente pro tempore, a carico ovviamente della fiscalità generale.
Ma al di là di questi evidenti limiti, ciò che balza agli occhi è la messa in discussione della tesi sostenuta da diversi anni, anni nei quali queste stesse forze politiche hanno fatto parte della maggioranza di governo, e che Cgil, Cisl e Uil hanno ripetutamente difeso. E cioè che il salario è una materia che appartiene alla contrattazione collettiva e che fissarne un pavimento sotto il quale non si possa scendere equivarrebbe a depotenziare la contrattazione stessa. Ora sembra che a difendere questa tesi sia rimasto solo il segretario della Cisl assieme a tutto il governo di destra, al punto che la stessa Meloni ripropose questo concetto anche al recente Congresso nazionale della Cgil, dove una platea di delegati si sentì ripetere dalla premier quello che per anni loro stessi erano andati raccontando in giro.
Qualche settimana fa è stato rinnovato il contratto per Vigilanza e Servizi Fiduciari, dove veniva smentita ancora una volta la tesi che la contrattazione sia di per sé in grado di salvaguardare i salari dei lavoratori. L’ennesima dimostrazione di quello che in USB sosteniamo da tanto tempo e cioè che con queste organizzazioni sindacali la contrattazione non salvaguarda un bel niente e che una legge a difesa dei minimi salariali sarebbe uno strumento utile non solo per sostenere i settori più in difficoltà ma anche per favorire un rialzo generalizzato delle retribuzioni.
USB, come è noto, ha presentato una sua proposta di legge di iniziativa popolare il 2 giugno assieme a Unione Popolare, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e ManifestA, sulla quale è impegnata a raccogliere le firme e che non presenta i limiti della proposta di cui sopra. Intanto perché fissa la soglia a 10 euro, poi perché prevede un adeguamento automatico all’inflazione in base all’indice IPCA (e non all’IPCA depurato dai prezzi dei beni energetici importati!) e infine perché non prevede risarcimenti per le imprese che adeguano i minimi in base alla legge.
La lotta per alzare i salari in Italia è ancora lunga, ma intanto possiamo dire con soddisfazione che abbiamo quasi completamente sconfitto una delle tesi centrali che ci era stata sempre contrapposta. Fino a poco tempo fa eravamo tra i pochi a sostenere la necessità di un salario minimo per legge, ora il fronte si è allargato di molto. La paura che in Italia possano mettersi in moto grandi mobilitazioni sociali come in Francia e la presa d’atto che decenni di collaborazionismo con i padroni hanno prodotto un impoverimento generalizzato costringe a profondi ripensamenti. Il lupo è stato obbligato a vestirsi d’agnello, stanato e smascherato nella sua profonda ipocrisia. Ora non diamogli tregua, a cominciare da tutti quei contratti che sono ancora al di sotto del minimo dei 9 euro l’ora. O volete aspettare una legge, che non ha i numeri in Parlamento per essere approvata, per adeguare i salari?
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Andrea Vannini
bene il salario minimo orario, comunque. ma c’è da riflettere. se i partiti della sedicente opposizione e i sindacati complici contraddicono se stessi e si dicono favorevoli oggi a ciò che aborrivano ieri é piu’ che altro perche’ hanno avuto il via libera dalla ue. ue dove in varie nazioni il minimo c’è gia’. lo snatureranno e svuoteranno. il parlamento a questo serve. per spuntare una potenziale arma conflittuale. quanto alla legge di iniziativa popolare piu’ che propaganda non era e non é. con il risvolto negativo di legittimare istituzioni parlamentari indegne di ogni fiducia.
Giallo
ma secondo la UE, il salario minimo sarà vincolato ai fattori interni/ esterni /crisi che di volta in volta possono succedere.
in pratica può diminuire se c’è una crisi o l’eterna emergenza a cui ci sottopongono.
giorgino
una volta le lotte dei lavoratori. “garantiti” potevano avere ricadute, o trascinamento nelle lotte, verso i settori più precari
(precari strutturalmente, al di là dei contratti precarizzanti). Con la concertazione ciò e’ finito, ed i settori precari sono rimasti del tutto indifesi. Puo andare bene il minimo salariale, ma come tutte le cose che non nascono dalle lotte (e’ proposta parlamentare), può essere agita dal Capitale, può contenere la rivolta estrema che prima o poi arriva. Produrre aspettativa di ‘adeguamento del salario minimo da parte delle previste commissioni concertative, demotivando dalla lotta e dalla presa di coscienza. Le commissioni concertative per l’ adeguamento, possono giocare a mettere le fasce basse dei lavoratori contro quelle alte ( non volete accettare qualche piccolo sacrificio utile ad adeguare il salario minimo che ormai non ha il potere di acquisto minimo). Senza disponibilità alla lotta anche il salario minimo può rimanere sulla carta, tanto più che esso salario può appunto demotivare / depotenziare dalla lotta nel senso anzidetto. E’ stato così per il reddito di cittadinanza, non risultato di una lotta e relativa presa di coscienza, esso per di Maio doveva servire a creare lavoro, idea borghese che la borghesia meloniana e draghiana unida ha usato per sostenere “non ha eliminato la disoccupazione e allora mettiamolo via”. Secondo me la domanda, pur col plauso alla antica richiesta di salario minimo da parte di USB, e pur vedendo in positivo la nuova probabile legge, dovremmo però interrogarci sul perché dei provvedimenti come il reddito di cittadinanza ed il salario minimo, pur realistici al punto da venir implementati da forze politiche subalterne al capitale, e sentiti dai proletari ( per chi li propone c’e’ la attesa di molti voti), non sono stati motivo di lotte e mobilitazioni dal basso, per quanto da tempo nei programmi di partitini comunisti e sindacati alternativi. Non credo sia spiegazione sufficiente la nature un po’ “terza” di questi provvedimenti non espressione diretta del conflitto sui luoghi di lavoro. Rispondere a questa domanda può essere utile per capire quale ostacolo fa problema a quella mobilitazione per difendere ampliare ed integrare con richieste di servizi pubblici , provvedimenti come il fu reddito di cittadinanza ed ora il salario minimo. Perché è chiaro che, senza una mobilitazione complessiva intorno a questi provvedimenti dei governi borghesi, essi saranno agiti in senso antiproletario dalle forze del capitale . secondo me voi di contropiano dovreste dire la vostra e lanciare una serie di contributi di approfondimento su questa tematica, rispetto alla contraddizione che storicamente si e evidenziata in essa. Intendere reddito e legge sul salario minimo come già una conquista e sbagliato, esse sono espressione di una contraddizione interborghese che con studio e prassi tocca a noi farne un trampolino di lancio per lotte nostre e conquiste vere, capaci cioè di spingere in avanti la coscienza ed il rapporto di forza a nostro favore
giorgino
errata corrige : può contenere la rivolta estrema che prima o poi arriva sta per può soffocare
giorgino
e senza cadere nella trappola legislativista, nel senso che il punto di partenza su cui costruire eventualmente dell’ altro, deve essere comunque il conflitto diretto sui luoghi di lavoro