In questi ultimi mesi la Direzione della Glas Müller, ha deciso di sostituire il confronto sindacale con la repressione per mantenere il suo dominio sui tempi di vita e di lavoro dei suoi dipendenti
No alla repressione, no ai licenziamenti. Questo è stato lo slogan che riassume l’iniziativa di sciopero ed il presidio messo in atto da un gruppo di lavoratori della Glas Müller questa mattina davanti allo stabilimento di Bolzano.
Abbiamo distribuito alla cittadinanza un volantino di denuncia nei confronti della Direzione aziendale per il comportamento repressivo assunto nei confronti di quei lavoratori che hanno osato contestare le sue politiche sulla gestione dell’orario di lavoro e chiede di ricontattare un accordo mai votato dai lavoratori che permette all’azienda di organizzare il lavoro a chiamata: oggi lavori 10 ore, domani 4 e dopodomani sei a casa senza un minimo preavviso se non quello di esporre gli orari la sera per il giorno dopo.
Un modo ottocentesco di scaricare sui lavoratori le disorganizzazioni aziendali e la sua incapacità di programmazione del lavoro.
Infatti una simile flessibilità non ha senso, se non quello di imporre il dominio aziendale sul lavoratore – in quanti il mercato del vetro a livello industriale non è come un supermercato al dettaglio dove i flussi di clientela possono variare in base al tempo.
Quindi il problema è prima di tutto del gruppo dirigente che non è in grado di far fronte al mercato adeguando la sua rete commerciale e migliorando la programmazione produttiva.
A febbraio, alcuni lavoratori, stanche delle promesse dei sindacati confederali hanno deciso di organizzarsi in USB Lavoro Privato proclamando lo sciopero del lavoro straordinario e della flessibilità.
Da quel momento la direzione ha iniziato a inviare provvedimenti “a ciclostile” (multe, iperestensioni, richiami, ecc) privi di un fondamento reale fino ad arrivare al licenziamento di un lavoratore con l’obbiettivo di “Colpire uno per educarne 100”.
La protesta di questa mattina ha voluto mandare due messaggi alla Direzione della Glas Müller: Il primo che la dignità dei lavoratori non è in vendita e non può essere continuamente calpestata; il secondo che attendiamo di essere convocati per l’incontro richiesto ancora all’inizio del mese scorso.
Su questo intendiamo sfidare questa Direzione per verificare le strade che permettanodi organizzare la produzione nel rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori a partire dal riconoscimento della loro dignità.
L’attuale accordo nega la dignità e non riconosce la professionalità dei lavoratori e quindi va ripensato dalle sue fondamenta per pporre le basi di un accordo di secondo livello che preveda anche l’erogazione di un premio di risultato da valere per tutti i lavoratori.
Attendiamo di essere convocati ma on lo stesso spirito siamo intenzionati ad andare avanti per ribadire che dignità e diritto non sono merce di scambio.
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