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Vogliamo il salario minimo a 10 euro l’ora, legato all’inflazione!

Non fermarti alle petizioni online, firma con USB la proposta di legge di iniziativa popolare

A partire dal salario minimo il governo Meloni si muove con riforme e politiche di sistema a tutto vantaggio di imprese e ceti parassitari, con cui condivide gli obiettivi del taglio delle politiche sociali e della compressione dei salari.

Governo e Confindustria, infatti, non possono accettare che sia messa in discussione la politica dei bassi salari, della precarietà su cui da oltre 30 anni si basa la struttura economica italiana.

Qui si spiega materialmente il perché dell’odio di questa classe verso i lavoratori, stabili, precari o sottoccupati, tacciati alternativamente di intascarsi immeritatamente il Reddito di Cittadinanza, di richiedere il salario minimo o di rivendicare aumenti salariali.

Alcune ragioni dei bassi salari sono da ricercarsi nei decenni di privatizzazioni che hanno letteralmente polverizzato il sistema industriale, in cui grandi poli presenti da nord a sud, pur nelle contraddizioni del sistema, si muovevano all’interno dei contratti nazionali, determinavano un complesso occupazionale, un monte salari e un gettito fiscale più stabili di quelli attuali. 

Un altro tassello è dato dalle deregolamentazioni, spacciate da centrodestra e centrosinistra come strumenti per favorire il mercato e lo sviluppo occupazionale.

Come era prevedibile le deregolamentazioni hanno invece fatto nascere un florilegio di tipologie di precariato riconosciute per legge e contrattualizzate al ribasso. Vedi CCNL multiservizi, cooperative sociali o vigilanza, solo per fare alcuni  esempi.

È questo il contesto che ha favorito lo sviluppo del lavoro nero e del cosiddetto grigio, delle false partite IVA, del sistema delle scatole cinesi fatto da cooperative.  

Che il salario sia talmente povero da non arrivare a fine mese lo sanno bene anche le donne e gli uomini impiegati nel labirintico sistema degli appalti, un’ingegneria contrattuale attraverso la quale il datore di lavoro, pubblico e privato, li paga poco e male.

Al tempo stesso dire che il salario “povero”, o meglio rubato, sia una condizione che scontano solo i lavoratori precari, quelli soggetti a contratti pirata o quelli il cui contratto è scaduto da tempo, significa fornire una visione parziale e di comodo.

È il monte salari, più in generale i salari previsti dal complesso dei  CCNL pubblici e privati, a essere congelato da 30 anni, con una perdita del 2,9% sul valore iniziale.

Il fatto che ci siano lavoratori che per ricatto occupazionale vengono pagati ancora meno, determina un meccanismo che frena lo sviluppo dei salari e della complessiva emancipazione sociale.

Occorre rompere il furto di salario e il ricatto del lavoro malpagato.

Da tempo sosteniamo l’esigenza del Reddito di Cittadinanza e del salario minimo, ma a differenza della proposta di PD e M5 Stelle, il salario minimo deve partire da 10 € l’ora e deve essere legato all’inflazione.

Al di là della proposta di spostare la discussione al CNEL, o delle raccolte firme on line o alla Festa dell’Unità, oggi c’è una solo proposta concreta: è legge di iniziativa popolare per portare il salario minimo a 10 € l’ora e legarlo all’inflazione. A questa proposta l’USB ha aderito convintamente, come le forze politiche di altrettanto convinta opposizione sociale.

In ogni caso un primo risultato è raggiunto: nessuno, neanche quel centrodestra e quel centrosinistra che hanno prodotto il disastro sociale, può più nascondersi. Ma soprattutto i primi chiamati in causa, i lavoratori, nei sondaggi all’80% si dicono favorevoli al salario minimo.

In questa estate infuocata in tutto il Paese ci sono centinaia di  banchetti per la raccolta firme: ne servono molte, ma siamo convinti di farcela. Ci serve l’aiuto e l’impegno di molti. Chiediamo a chi ha firmato la petizione on line di firmare la proposta di legge per il salario minimo a 10€!

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9 Commenti


  • giorgino

    benissimo, ma governo meloni e centrosinistra lungheggiano in discussioni perditempo per non introdurre il salario minimo, o svuotarlo dal didentro (9 euro presto erosi da inflazione)

    distraggono con finte discussioni e proposte, per poter colpire i settori più isolati, tipo reddito cittadinanza detassare imprese etc

    urge uscire dalla logica de provvedimento specifico per questo o quel settore, essa come detto e’ funzionale all’ inganno padronale, fa testo la storia del reddito cittadinanza

    chiaramente e difficile unificare di incanto i lavoratori tutti, ma bisogna propagandare un detonatore politico che favorisca nel tempo questo scatto di coscienza, tipo una piattaforma UNITARIA di tutto il mondo del lavoro, convocare una conferenza nazionale di TUTTI i lavoratori, se no gli stessi lavoratori si ridurranno a pensare solo la politica dei bonus ( che pagheranno essi comunque), ovvero il festa farina e forca con cui da anni la borghesia italiana da anni conduce le danze .

    se permettete, i salari più alti del passato dipendevano dalla presenza di grossi poli industriali al nord come al sud, al massimo in quanto pre condizione, la ragione vera erano gli ampi scioperi che connotarono quasi un quindicennio, se no sembra che si debba aspettare un governo che faccia ampi investimenti industriali pubblici prima di vedere la riattivazione dei lavoratori, comunque sempre possibile. Ci diamo la zappa sui piedi ?


  • Giovanni Scavazza

    A Giorgino, vedi che er monnezzaro Italia nun e’ la Francia! Annoi ce manca na rivoluzione. L’italiani, chiagnono e fottono. Franza o Spagna purche’ se magna! Io c’ho 71 anni, da quando e’ morto Berlinguer, a vota’ nun ce vado piu’. Co Achille Ochetto alla Bolognina e’ morta la Sinistra! Sti magna pane a tradimento, in vent’anni, anziche’ pensa’ de fa una grande e unica testa de balena, insistono affa’ tante piccole code d’alici!…. Che schifo!!!!


  • R.P.

    Una domanda sui 9€ l’ora.
    1. É l’importo lordo da cui si calcola il netto in busta paga?
    2. O é l’importo teorico mensile che include 13^, TFR e, se prevista, 14^?
    Nel primo caso il raffronto con la Germania, dove vivo, é fuorviante. Il salario minimo é 12€ orari, ma a nord delle Alpi non esistono tfr e mensilità aggiuntive, il Weihnachtsgeld (gratifica natalizia) é dato solo se l’azienda va bene e non a tutti come in Italia.
    Considerando gli oneri sociali, nell’ipotesi 1, il costo orario italiano minimo supererebbe quello minimo tedesco. La contribuzione tedesca é piú leggera della nostra, per esempio l’aliquota pensionistica é 19,2%, non il 33% canonico da versare all’Inps.
    L’obiettivo di pagare il lavoro in Italia piú che in Germania é lodevole. Ma é realmente possibile? O si va semplicemente a incentivare il nero, già oggi cosí onnipresente?
    Cordiali Saluti. R.P. Frankfurt/M. 🙂


    • Redazione Contropiano

      E’ l’importo lordo… ma non crediamo proprio che il Pd voglia un salario più alto di quello tedesco..


  • giorgino

    Non e semplice fare un raffronto Italia Germania, ci sono molti meccanismi da considerare, li ad d es, chi riceve il salario minimo generalmente chiede la integrazione per pagare l’affitto al wohnungamt, che può integrare
    mensilmente e stabilmente anche per percentuali alte, quindi ben più che il corrispettivo di una tredicesima mensilità italiana, per non dire di quello che stato e padroni lucrano sulle trattenute per il TFR finale da detrarre dal costo complessivo del lavoro, interessi che diversamente intascherebbe il lavoratore


  • Maurizio

    Cari compagni, mi sembra che questo comunicato non affronti la questione principale. La differenza principale non è tra 9 e 10 euro all’ora (che pure quando si parla di certe cifre anche un euro ha senso), ma nel chi paga il salario. Ora, da che esiste il capitalismo, il salario dei lavoratori è a carico del padrone e così è nella proposta di legge popolare promossa da UP. Invece la proposta PD-5S-SI prevede un’integrazione da parte dello stato per pagare il salario minimo. Insomma, un paradosso poichè sarebbero gli stessi lavoratori, attraverso la fiscalità generale, a pagare in parte il salario minimo. Quindi non è che “non ci si deve femare a firmare on line”, ma la petizione del centro-sinistra non si deve proprio appoggiare poichè è sbagliata ed contiene un imbroglio.


  • Mara

    Io non darei mai l’attributo di “povero” al lavoro in quanto toglie dignità al lavoro stesso poiché ha troppa attinenza con una qualifica etica riferentesi allo spirito come quella di povero di spirito mentre si tratta di un fattore di quantità e sottrae dignità al lavoro stesso quindi mi sembra qualunquisrico definire così il lavoro. lo chiamerei lavoro mal pagato.


  • germano claudino raniero

    SALARIO MINIMO. CI hanno fregato. O meglio hanno fregato i lavoratori. Questo perché? Perché il tema è stato gestito dall’ alto. e non frutto di mobilitazione operaia.. Perché si è ricorsi a uno strumento debole in partenza. In realtà, ed è grave che sia successo, proprio perché non c’è stata nessuna mobilitazione operaia e popolare, ne consegue che qualsiasi proposta passi andrà bene. Domandiamoci come mai reddito di cittadinanza, salario minimo, salario povero non siano patrimonio di lotta dei lavoratori.


  • Marco

    sono molto d’accordo con Germano, senza mobilitazione la raccolta di firme PD/m5s sarà un boomerang: il governo Meloni potrà intestarsi comunque il merito di aver messo mano al problema salariale, ovviamente con provvedimenti beceri che tengano ben lontane le mani dalle tasche degli industriali.
    Mettere in carico alla fiscalità generale gli oneri spettanti ai prenditori per raggiungere i 9 euro l’ora, com’è nella proposta su cui si chiedono le firme, è un ottimo grimaldello messo in anticipo in mano alla controparte.

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