La lotta paga. Lo slogan sarà pure antichissimo, ma proprio perché eterno significa che non è solo uno slogan.
Gli scioperi del trasporto pubblico e non solo, in Germania, hanno portato a un accordo sugli aumenti salariali che può sembrare “paradisiaco” solo a chi – come I lavoratori qui in Italia – si sente ripetere ogni giorno che “l’inflazione non deve alimentare una spirale prezzi-salari”. In parole povere: non vi daremo un centesimo in più, stringete la cinghia e non rompete il c….
A Berlino, invece, i lavoratori pubblici – rappresentati dal sindacato Ver-Di (niene a che vedere con I presunti “ecologisti-bellicisti” al governo – portano a casa 3.000 euro di una tantum, esentasse, per recuperare il differenziale tra stipendi e prezzi dell’ultimo anno.
La nota governativa specifica che il primo versamento di 1.240 euro avverrà a giugno e che da marzo 2024 invece gli stipendi aumenteranno di 200 euro al mese (visti gli stipendi lì, tra il 7 e l’8% in più, per i livelli più bassi).
Per l’anno prossimo l’ulteriore aumento previsto è del 5,5%. Ma tutto questo “ben di dio” (agli occhi italiani, ovvio) non corrisponde esattamente alle richieste che avevano alimentato gli scioperi: +10,5%. Il che ha fatto dire al leader di Ver.di, Frank Werneke, “abbiamo raggiunto la nostra soglia del dolore” nel firmare questo compromesso.
Come dire: il vero minimo sindacale..
L’accordo è comunque importante perché rompe il tabù del divieto di aumenti salariali – la criminalizzata “spirale prezzi-slari” – proprio lì dove il mantra dell’austerità ha il suo centro decisionale: la Germania.
E sarà decisamente complicato impedire che qualsiasi paese della UE possa imboccare la stessa strada. Se è pur vero che i conti pubblici tedeschi sono migliori della media, non si può certo dire che gli orari di lavoro a Berlino siano particolarmente ossessivi: 1360 ore di servizio l’anno, contro le 1719 dell’Italia. In pratica, un giorno di lavoro in meno ogni settimana…
Dunque la bufala retorica della “maggior produttività” non può neanche essere nominata.
Resta la differenza abissa tra i sindacati francesi o tedeschi – niente affatto “rivoluzionari”, ma almeno attenti a fare il proprio mestiere (rappresentare gli interessi immediati dei lavoratori) “al minimo sindacale” – e la “triplice” dei complici CgilCislUil.
Segnaliamo, come più volte fatto, che il livello dei prezzi nei due paesi è praticamente identico e in qualche caso addirittura minore a Berlino che non a Roma.
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Paolo De Marco
Citazione « Se è pur vero che i conti pubblici tedeschi sono migliori della media, non si può certo dire che gli orari di lavoro a Berlino siano particolarmente ossessivi: 1360 ore di servizio l’anno, contro le 1719 dell’Italia. In pratica, un giorno di lavoro in meno ogni settimana…
Dunque la bufala retorica della “maggior produttività” non può neanche essere nominata.»
No comment sulla « produttività »
Fra poco il lato serio della IA – GTP4, 5 ecc – si concentrerà sui protocolli – SOP o Standard Operating Procedures – della burocrazia pubblica e privata per abbattere i costi di produzione, aumentando la produttività e eliminando così la metà o 2/3 dei burocrati – assieme al peggiore clientelismo. Serve la riduzione generale del tempo di lavoro. Intanto non vi fa sognare potere ottenere un servizio – rinnovo del passaporto ad esempio – in tempi brevi se senza l’impressione di vivere in uno romanza di Kafka?
Per i marxisti la produttività libera la forza del lavoro apprendo ad una società dove lavorano tutte.i ma meno in modo da usufruire di sempre più tempo libero per emanciparsi in quando Specie Umana. Il contrario del transumanesimo produttività e razzista-esclusivista.
Paolo De Marco
Binazzi Sergio
e poi i nostri politici si meravigliano se i giovani scappano all’estero, spesso anche l’opinione pubblica ampiamente influenzata dalla informazione distorta menzoniera e becera. non si può pretendere come fanno in italia, con il plauso della triade sindacale, che la gente vada a lavorare per nulla o quasi. dovremmo prendere esempio da altri paesi in materia di rivendicazioni sindacali invece tutti zitti i pecoroni italiani. i Di Vittorio e altri si rivoltano nella tomba credo.
giorgino
E seevidente la possibilità di una lotta comune dei lavoratori europei, Francia Gran Bretagna germania lottano già , si deve arrivare ad uno sciopero europeo, con obiettivi legati percentualmente alle condizioni nazionali , ma obbiettivi comuni in uno sciopero indetto comunemente. Voi di contropiano avete spesso risposto ai miei commenti che parlavano di questo, dicendo che a causa della gabbia dell’ euro questo sarebbe stato non possibile, per le troppo diverse condizioni tra ad es tedeschi ed italiani, anche se vi va dato atto che non avete mai detto che i lavoratori tedeschi sfruttano quello italiani. Ora fatti dicono che bisogna mettersi a lottare sul terreno più avanzato offerto dal capitale stesso, con lo sciopero europeo, ciò è possibile alla luce dei fatti
Angelo
Buongiorno a tutti….
Perché ho questa sensazione utopistica esagerata sempre più forte ogni volta che leggo queste cose? Sono meridionale…,
emigrato al nord più di venti anni fa…,faccio parte, ahimè, di quella “triade” accennata da qualcuno in una azienda abbastanza importante…Sono anni signori….anni che sento sempre le stesse parole ripetute e controbattute in una specie di spirale infinita…e poi, nei momenti in cui esci da questa spirale cosa sento??? Il lavoro sommerso nel Sud Italia, questo o quel politico corrotto, i colleghi in fabbrica che continuano a lamentarsi e piangere senza muovere un muscolo ed indirizzarlo verso una protesta pensando che sia il sindacato a risolvere il suo problema…praticamente non è cambiato un benemerito c…o da quando io sono partito dal mio paese! Qualsiasi cosa io faccia , ovviamente nel mio piccolo, o abbia fatto, qualsiasi cosa io dica o abbia detto non è servita a nulla in tutti questi anni…. continuiamo a vivere in un paese che in trent’anni non si è smosso di una virgola…. nonostante io esca da quella spirale ogni tanto…tutto ciò a dimostrazione che se non c’è unità, se non ci si connette tutti insieme per formare un’unica punta di diamante passeranno altri trent’anni ragazzi…e noi avremo i nostri figli che si ritroveranno magari su questa stessa piattaforma a parlare ancora delle stesse identiche cose…un saluto a tutti!