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“Politica di dissuasione dei salvataggi dei migranti” = che crepino tutti in mare

«Il governo porta avanti una politica di dissuasione dai salvataggi dei migranti». Lo ha detto ieri l’altro il deputato di Fratelli d’Italia, tal Federico Mollicone.

Voce dal sen fuggita? Macché. E’ una macabra dichiarazione che il Mollicone ha rilasciato, senza peli sulla lingua, rispondendo alla giornalista Roberta Benvenuto (video della trasmissione de La7 ,”Piazzapulita”, che trovate facilmente in rete) arricchendola pure con le farlocche argomentazioni che ora vanno alla grande nel suo partito.

Secondo Mollicone l’invio dei migranti da parte dei paesi stranieri non è una teoria complottista, ma una realtà: “Ci sono le notizie, e lo confermano i servizi segreti, che la Wagner (!) gestisce i flussi migratori”. 

E poi c’è la Germania che “paga le ONG“, ma non basta. Per il Mollicone l’Italia è proprio vittima di un fantomatico “disegno estero”. Guidato da chi? “dal panorama internazionale che favorisce la migrazione”. chiarisce il deputato di Fratelli d’Italia.

Ma chi è che sta manovrando questo famigerato “panorama internazionale” contro l’Italia?

Ma certo, come non ricordarselo? Sono quelli del “Piano Kalergi”! Ovvero i fautori del complotto mondiale che prevederebbe la “sostituzione etnica dei bianchi europei”.

Sono diversi anni che il “Piano Kalergi” è uscito dalle tenebrose nicchie dei cospirazionisti per entrare a pieno titolo nel dibattito pubblico italiano ed ora assurge a vera e propria linea di governo: l’immigrazione non è un fenomeno economico e sociale di portata secolare e globale quanto, piuttosto, un preciso piano organizzato dall’alto.

Secondo questa tesi, l’arrivo di milioni di persone in Europa sarebbe parte di un piano segreto architettato dalle élite “mondialiste” per importare orde di lavoratori a basso costo, mischiarli con le “razze europee” e creare così un meticciato debole e facilmente manipolabile.

Il piano sarebbe stato ideato da un filosofo aristocratico austro-giapponese dei primi del Novecento: tal Richard Nikolaus Eijiro. Poi una decina di anni fa, uno scrittore, complottista e negazionista, ne usò il titolo nobiliare (“conte di Kalergi”) per dare un nome al terribile complotto.

Nacque così il “Piano Kalergi”, il nuovissimo cavallo di battaglia del suprematismo bianco dei fascio-sovranisti italiani che ora serve a nascondere l’evidente assoluta incapacità del governo Meloni – e di una classe dirigente di dilettanti allo sbaraglio – di affrontare, in modo serio, efficace ed umanamente accettabile, un fenomeno strutturale qual’è l’immigrazione da almeno trent’anni.

E che è destinato a crescere nei prossimi decenni a causa delle conseguenze dei cambiamenti climatici, della progressiva carenza di risorse (soprattutto quelle vitali come l’acqua e il cibo), dell’aumento esponenziale delle popolazioni dei paesi più poveri e dei conflitti – locali e regionali – che ne conseguono.

Che poi, il “Piano Kalergi” non sarebbe altro che la solita “cospirazione ebraica internazionale” che mirerebbe alla “grande sostituzione” della popolazione europea con un’altra, di origine extra-europea.

Il tutto avverrebbe grazie a una precisa regia “pluto-giudaico-massonica” (con il solito Soros a fare da grande burattinaio).

Una narrazione tanto farlocca quanto pericolosa, la teoria della “cospirazione ebraica” ottenne una rinnovata popolarità in Europa negli anni ’30, anni di profonda crisi, dopo essere stata sviluppata nel libro di Adolf Hitler Mein kampf e che, purtroppo, sta, nuovamente, riconquistando sempre più proseliti ed alimentando tendenze reazionarie estreme in gran parte dell’Europa.

Ma tant’è: «L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari» come ci ricordava il buon Antonio Gramsci.

Il governo italiano (va detto: quello attuale quanto i precedenti ), nonostante le recenti stragi, continua a violare trattati, norme e convenzioni internazionali sull’obbligo di soccorso in mare causando centinaia e centinaia di morti affogati in mare? E chi se frega!

I migranti scappano da guerre, fame, persecuzioni, carestie, catastrofi ambientali che il buon occidente ha causato a tanti popoli della terra con le sue sporche politiche neocoloniali? Che crepino tutti in mare i terribili invasori che minacciano ogni giorno i nostri sacri confini e che vogliono, addirittura, “sostituirci”! Che il “carico residuale” finisca in pasto ai pesci o venga rispedito nei lager libici!

E se provate a dirgli: ma tutto ciò è disumano, vi risponderanno, ahimé, senza tema di smentita, “Ma che volete? Ha cominciato tutto Minniti, noi stiamo soltanto continuando il lavoro”.

E, in effetti, basterebbe, semplicemente ricordare che l’intesa italo-libica del 2017 porta la firma dell’ex ministro dell’interno (ora in Leonardo ad occuparsi di vendite di armi), Marco Minniti, ma anche quella di Paolo Gentiloni che, allora, era presidente del Consiglio e capo del governo allora in carica.

Si, proprio Paolo Gentiloni, attuale Presidente del Partito Democratico nonché commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione von der Leyen a partire dal 1º dicembre 2019.

Quell’ignobile trattato firmato per la prima volta il 2 febbraio 2017, sotto il governo Gentiloni aveva durata di tre anni e rinnovo automatico e prevede che il governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche per “ridurre i flussi migratori”, ai quali viene affidata la sorveglianza del Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette (quelle che prima speronano e poi prendono a bastonate in acqua i naufraghi), di un “centro di coordinamento marittimo” e di “attività di formazione”.

Quell’ignobile accordo ha provocato – secondo i dati di Amnesty International – il reinvio in Libia di 82.000 persone: donne, bambini, uomini costretti a detenzioni arbitrarie, torture, stupri(dati riferiti ad ottobre 2022).

Il 2 febbraio 2020 è stato prorogato alle stesse condizioni per 3 anni e poi dal 2 novembre 2022, in assenza di atti di revoca, si è rinnovato automaticamente per altri tre anni. Negli ultimi 10 anni secondo Save The Children sono morti oltre 1.100 bimbi morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Secondo le stime diffuse dall’organizzazione oltre 28.000 persone risultano morte o disperse dal 2014 ad oggi nel Mar Mediterraneo. Un mare che poteva e doveva essere un luogo di incontro e di pace tra popoli diversi e che, invece, grazie alle ottuse politiche di chiusura e respingimento dell’Unione Europea e dell’Italia, è stato trasformato in un immenso cimitero acquatico.

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