Ci è giunto questo decalogo – in realtà con “11 comandamenti” – che dovrebbe costituire il sistema di regole cui deve attenersi ogni cronista del media mainstream quando deve parlare di Israele e Palestina.
Non sappiamo dire se questo “undecalogo” sia frutto di una concertazione esplicita tra proprietari/controllori delle principali testate giornalistiche occidentali, oppure semplicemente un riassunto ex post di quello che quotidianamente fanno i redattori di regime.
In effetti, per la precisa corrispondenza tra “comandamenti” e pratica giornalistica effettiva, quotidianamente verificata da tutti noi “spettatori”, potrebbe essere una qualsiasi tra le due ipotesi.
La realtà è questa. Potete verificarla anche da voi…
*****
Le 11 regole da conoscere prima di guardare il telegiornale della sera “su un canale di notizie francese o occidentale in generale”. Queste sono le regole a cui deve attenersi il conduttore del telegiornale.
Regola n. 1: In Medio Oriente, i palestinesi sono sempre quelli che attaccano per primi, e Israele è sempre quello che si difende. Questa si chiama vendetta legittima.
Regola n. 2: I palestinesi non hanno il diritto di uccidere i civili dell’altra parte. Si chiama terrorismo.
Regola n. 3: Israele ha il diritto di uccidere civili palestinesi. Questa si chiama autodifesa.
Regola n. 4: Quando Israele uccide un numero molto elevato di civili, le potenze occidentali lo invitano a dar prova di moderazione. Questa si chiama la reazione della comunità internazionale.
Regola n. 5: I palestinesi non hanno il diritto di catturare soldati israeliani, anche se il loro numero è molto limitato e non supera un soldato.
Regola n. 6: Gli israeliani hanno il diritto di rapire tutti i palestinesi che vogliono (circa 7.500 prigionieri finora). Non esiste alcun limite massimo e non è necessario fornire alcuna prova della colpevolezza dei rapitori. Tutto quello che devi fare è pronunciare la parola magica “terrorista“.
Regola n. 7: Quando dici “resistenza”, dovresti sempre aggiungere la frase “appoggiato dall’Iran”.
Regola n. 8: Quando dici “Israele”, ovviamente, non dovresti aggiungere “sostenuto da Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna ed Europa”, perché lo spettatore potrebbe pensare che si tratti di un conflitto squilibrato.
Regola n. 9: Non parlare mai di “territori occupati”, di risoluzioni ONU, di violazioni del diritto internazionale o delle Convenzioni di Ginevra. Ciò potrebbe confondere e confondere lo spettatore.
Regola n. 10: Gli israeliani parlano francese e inglese meglio dei palestinesi. Questo spiega perché danno la parola a loro e ai loro sostenitori ogni volta che è possibile. Quindi possono spiegare le regole precedenti (da 1 a 9). Questa si chiama “neutralità giornalistica“. E cerca l’aiuto di esperti della regione per spiegare cosa sta succedendo.
Regola n. 11: Se non sei d’accordo con queste regole o se ritieni che favoriscano una parte nel conflitto contro un’altra, allora sei antisemita.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Prastirita@gmail.com
Hanno rifiutato, un indagine internazionale sulla strage ospedale di Gaza.
sostenendo che bisogna fidarsi della loro “democrazia”, anziché del terrorismo di Amas.
se non sono stati loro, perché rifiutare ???
sono atti criminali così feroci è brutali.
Tutta la stampa (con qualche eccezione)
occidentale sono indecenti.
E Sem
Cosa può cambiare un tg in un allevamento intensivo? Abbiamo accettato di essere bestie da lavoro e/o da macello e come tali ci trattano.