Non si arresta il movimento di solidarietà con il popolo palestinese e la mobilitazione per chiedere un cessate il fuoco a Gaza e la fine di quello che per alcuni aspetti si configura come un genocidio verso la popolazione palestinese. “Martedì 17 ottobre, bombe israeliane hanno colpito una scuola ONU e l’ospedale Al Ahli dove una parte del milione di sfollati cercava rifugio, uccidendo più di 800 Palestinesi” scrivono le realtà solidali con la Palestina. “Non rimaniamo indifferenti e inermi davanti a questo massacro. Nella Striscia di Gaza come nella Cisgiordania occupata”.
Dopo le riuscite manifestazioni popolari della scorsa settimana, in alcune città si tornerà in piazza anche in questo fine settimana.
Manifestazioni risultano già convocate a Napoli e Palermo per venerdi pomeriggio, mentre a Roma e Milano si terranno sabato.
Sempre sabato uno spezzone dedicato alla Palestina sarà ben presente nella manifestazione di Pisa contro le basi militari che lambirà Camp Darby, l’hub militare Usa dove sono stoccate molte delle armi che gli Stati Uniti forniscono a Israele.
A Palermo venerdì l’Associazione “Voci nel Silenzio”, in rappresentanza della comunità palestinese di Palermo, invita la società civile tutta a manifestare venerdì 20 ottobre con un corteo che partirà da Piazza Indipendenza (ritrovo ore 17) e si concluderà in Piazza Pretoria.
La piattaforma chiede il “cessate il fuoco” immediato sulla Striscia di Gaza e l’apertura di corridoi umanitari per permettere il flusso di persone, in particolare gli sfollati, e di beni di prima necessità (medicinali e personale medico-sanitario, acqua, cibo, benzina, vestiti ecc); il riconoscimento dello Stato di Palestina, e l’imprescindibile diritto al ritorno dei milioni di profughi palestinesi sparsi nel mondo; il ritiro immediato di Israele dai territori occupati in virtù del diritto internazionale e delle innumerevoli risoluzioni Onu
A Napoli l’appuntamento a cui hanno aderito una quarantina tra associazioni, forze politiche e sindacali sarà alle 16 in piazza Mercato.
Le richieste sono: la fine immediata dei bombardamenti su Gaza; la fine dell’embargo imposto a Gaza e l’immediata apertura dei corridoi umanitari e la fornitura di materiali di prima necessità (acqua potabile, carburante, medicinali, materiale sanitario, ecc); la protezione degli sfollati che hanno perso le proprie case distrutte, al fine di garantire loro l’assistenza di cui hanno bisogno.
Ma soprattutto che venga applicato il diritto al ritorno dei profughi palestinesi; il ritiro immediato delle forze israeliane dai territori palestinesi occupati; il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese; la liberazione dei prigionieri politici palestinesi.
A Lecce l’appuntamento per la Palestina è per venerdi 20 novembre alle ore 15.30 a Porta Napoli.
Le richieste della piazza chiamata a Roma per la mattina di sabato (ore 9.30 a Piazza Vittorio) sono la fine del genocidio contro la popolazione Palestinese nella Striscia di Gaza; il transito garantito di aiuti umanitari alla popolazione; l’invio di forze ONU in tutta la Palestina, a protezione della popolazione palestinese dalle barbarie israeliane ; l’attuazione delle Risoluzioni ONU; risarcimenti per tutta la sofferenza umana, sociale e materiale, per ricostruire la terra Palestinese invasa.
A Milano sabato l’appuntamento per la manifestazione è alle 15.00 in piazza Duca d’Aosta. “La condanna dei crimini di Israele in Palestina e il grido per la liberazione della Palestina sono sulla bocca dei popoli del mondo, consapevoli che laggiù si sta combattendo anche una battaglia di civiltà e per la dignità umana, uno scontro più generale tra liberazione e oppressione”.
A Firenze la manifestazione “Gaza chiama Firenze risponde” si è data appuntamento sabato 21 ottobre alle ore 18.30 a Santa Maria Novella.
A L’Aquila ieri oltre cento persone hanno preso parte in serata al sit-in a sostegno della Palestina che si è tenuto in pieno centro storico, in piazza Regina Margherita. Alla manifestazione, autorizzata dalla questura dell’Aquila, hanno partecipato anche diversi ragazzi della comunità palestinese nel capoluogo abruzzese. Proprio questi giovani hanno tentato – in quella che si è rivelata essere la prima parte del sit-in – in maniera pacifica, di arrivare in corteo sotto palazzo Fibbioni, sede del Comune dell’Aquila, per manifestare contro il fatto che il sindaco, Pierluigi Biondi, ha esposto la bandiera israeliana accanto a quella ucraina: ma dopo un dialogo con le forze dell’ordine hanno preferito tornare in Piazza Regina Margherita.
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