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Sessanta giornalisti uccisi dagli israeliani a Gaza

Sotto i continui bombardamenti nella Striscia di Gaza dal 7 Ottobre sono stati uccisi 60 giornalisti. In sole 6 settimane di guerra è il numero più alto dal 1992 secondo il Comitato Internazionale per la protezione dei giornalisti. (CPJ). Altri tre sono stati uccisi sul confine tra Libano e Israele.

Si tratta di giornalisti palestinesi e arabi, colpiti senza scrupoli dai bombardamenti israeliani perchè erano gli unici a trasmettere o inviare notizie dalla Striscia di Gaza.

Alla mattanza di civili si è dunque affiancata una mattanza di operatori dell’informazione che non ha precedenti ma che non sembra sconvolgere affatto le redazioni dei mass media occidentali. Forse perchè trasmettevano o lavoravano sul lato sbagliato e non a seguito delle truppe israeliane. In questo conflitto siamo andati ben oltre il giornalismo “embedded” che avevamo già visto all’opera in Iraq o in Ucraina.

Quasi che i reporter palestinesi o arabi siano figli di un “giornalismo minore” e che la loro uccisione non meriti lo sdegno del giornalismo occidentale che in molte redazioni sembra ormai dominato da una sorta di “suprematismo” morale e culturale diventato insopportabile.

Alcune associazioni come Amnesty International Italia, Assopace Palestina, Fnsi, Odg, Usigrai Articolo 21, Rete NoBavaglio, Un Ponte per, Free Assange Italia, Gv Press e Lettera 22 sostengono una petizione di giornalisti italiani e internazionali che chiedono l’accesso a Gaza per coprire una guerra di vitale importanza per i nostri Paesi e il nostro futuro.

Questa non è solo una richiesta per giornalisti, ma un appello a difendere i principi fondamentali su cui si fonda ogni società libera e democratica.

La copertura giornalistica indipendente è fondamentale specialmente in periodo di guerra.

Questa richiesta è resa ancora più urgente dai continui blackout mediatici che isolano completamente la Striscia di Gaza rendendo impossibile anche la comunicazione su social network.

Per Venerdì 24, ore 11, sala di Stampa Romana, in piazza della Torretta 36. è previsto un incontro pubblico a cui interverranno tra gli altri Lucia Goracci, Riccardo Iacona, Alberto Negri, Nello Scavo, Beppe Giulietti, Tina Marinari, Luisa Morgantini e i colleghi che hanno portato avanti petizioni analoghe in Francia e Spagna.

 

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2 Commenti


  • matteo

    Eppure mi sembra di ricordare che quando si trattò di difendere un miserabile individuo della risma di A. Sallusti, tutto il giornalistume “liberal” italiota marciò unito come un sol uomo. Poi vennero il caso Assange e lo sterminio sistematico dei giornalisti in Palestina… e solo poche voci si alzarono. Il circo mediatico italiano è una montagna di m***a!


  • Sergio

    due pesi due misure ovunque…

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