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Se ci vuole il Papa per smascherare la filantropia della Leonardo…

Prima che iniziasse il fine settimana è successo un evento di grande impatto, che però ha ricevuto poca attenzione da buona parte dei media. Per volontà del Vaticano che ne è proprietario, l’ospedale pediatrico Bambin Gesù ha rifiutato una cospicua donazione dalla Leonardo.

Il milione e mezzo offerto dall’azienda sarebbe dovuto servire a comprare un costoso macchinario Pet-Tac, ma dai vertici dell’istituto sanitario hanno risposto che si trattava di una “donazione inopportuna”. Questa scelta segue la linea di pace che il Papa propugna da mesi e mesi.

La risposta di Leonardo è arrivata tramite Repubblica, dove i rappresentanti del gruppo hanno fatto sapere che “in tutti i teatri di guerra in corso, a partire dall’Ucraina e dal Medio Oriente, non c’è nessun sistema offensivo di nostra produzione. Non capiamo questo rifiuto”.

Non c’è voluto molto perché venissero sbugiardati, com’era ovvio. Giorgio Beretta, della Rete italiana pace e disarmo, ha riportato su X (l’ex Twitter) una serie di voci di documenti governativi pubblici in cui vengono registrati cospicui pagamenti da Tel Aviv all’azienda italiana.

Non essendoci il dettaglio delle esportazioni, Leonardo può dire che non si tratti di sistemi offensivi. Ma questo tipo di argomenti in un paese in cui, come in tutta la filiera euroatlantica, si è condannata la Cina per la vendita di alcuni chip che potevano poi finire dentro delle armi russe farebbe ridere. E tuttavia è usato.

Ad ogni modo, il tema centrale qui è che la Santa Sede ha mostrato nella sua concretezza l’ipocrisia dell’industria bellica, più volte criticata da Francesco per gli extraprofitti di questo periodo di guerra. Mentre la conta dei bambini palestinesi uccisi si avvicina a 10 mila, un’impresa di morte cerca di ottenere l’approvazione pubblica attraverso un atto filantropico.

Il Vaticano ha inceppato il meccanismo e ha rivelato come la donazione sia parte di un calcolo aziendale, senza avere nulla a che fare con la sfera della moralità. Non a caso, il Papa ha ricordato ieri sera, ospite al programma Che tempo che fa, che dietro le guerre ci sono i guadagni del commercio delle armi.

Ora, nessuno vuole fare finta che la Chiesa, intesa come istituzione secolare, sia mossa solo da esponenti di indubbia moralità. Le zone oscure o decisamente nere della sua storia sono ben note; e certamente anche sotto il pontificato di Francesco non sono scomparse come per magia. Ma che ci si concentri sulle contraddizioni del Vaticano è voler nascondere il valore del rifiuto alla donazione.

Ad esempio, un articolo su Open ha sottolineato che proprio il Bambino Gesù utilizza una flotta di droni della Leonardo, gestita dall’Aeronautica militare, per il trasporto di prodotti biomedicali e fiale di sangue fra le sedi distaccate di Santa Marinella e Palidoro. Un altro esempio di tecnologia dual use, con usi civili ma applicazioni anche militari.

Il punto è proprio questo. A dover cercare di individuare per forza una falla nell’atteggiamento vaticano, si finisce a criticare l’utilizzo delle produzioni della Leonardo per scopi medici, quando il nocciolo della questione posta dalla Santa Sede era proprio questo: basta con l’industria della morte.

Ora, di per sé è un fatto marginale, e non cambierà nulla né nello scenario internazionale né nei rapporti tra Chiesa e Leonardo. Ma un caso del genere e le reazioni a cui ha dato origine sono risultate in un altro vivido esempio di come il modello occidentale e le sue retoriche siano sempre meno capaci di rispondere alla sua crisi economica ed egemonica.

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