La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di 5 anni per l’ex Ad di RFI Mauro Moretti, con pena da rideterminare in appello, per disastro ferroviario. Già erano state dichiarati prescritti, infatti, i reati di lesioni gravi e gravissime ed omicidio colposo: l’ufficio esecuzioni della Corte d’Appello di Firenze, adesso, dovrà ricalcolare la pena in base alle sole attenuanti generiche.
Nella strage ferroviaria di Viareggio persero la vita 32 persone, mentre oltre 100 subirono lesioni anche gravi, a causa del deragliamento di un treno che trasportava GPL il 29 giugno 2009: già nel 2022 i magistrati stabilirono le responsabilità di Moretti e degli altri imputati, per la mancata tracciabilità ed i controlli inadeguati effettuati sui carri merci, che erano stati noleggiati da società tedesche.
Era avvenuto quanto denunciamo da tempo: per aumentare i profitti si era coscientemente deciso di tagliare su manutenzione e sicurezza. Moretti, fra l’altro, ha perfino avuto un passato di attività sindacale avendo fatto parte della segreteria nazionale della Filt CGIL tra il 1986 ed il 1990.
Con il ricalcolo della pena, per quanto vengano comunque riconosciute le responsabilità dei manager, non rischiano più il carcere: un eventuale riduzione, infatti, farà scendere la pena sotto i cinque anni.
USB e Rete Iside sono impegnate da tempo in una campagna per l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime, diventata una legge di iniziativa popolare insieme ad altri soggetti politici e sociali e per la quale la raccolta firme è ormai in dirittura di arrivo.
Siamo convinti che, grazie all’introduzione di questa nuova fattispecie di reato, si potrebbe finalmente porre uno strumento di deterrenza concreto contro chi taglia sulle misure a tutela di salute e sicurezza sul lavoro.
Le vittime di Viareggio aspettano ancora giustizia, quando ormai sono passati quattordici anni dal disastro ferroviario e dalla devastazione da questo causata.
Con il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro tutto questo, secondo noi, non sarebbe stato possibile: il rischio di incorrere in pene severe avrebbe un effetto pratico e di deterrenza su tagli a manutenzioni e dispositivi di sicurezza.
Tutte le info e firma online su leggeomicidiosullavoro.it
Foto di Patrizia Cortellessa
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