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Antifascista aggredito per una spilla, arrestati tre di CasaPound

Riportiamo il lancio dell’Agenzia Ansa così com’è. Ci vengono solo insulti irripetibili, dopo la sentenza della Cassazione sul “saluto romano”, se si reato oppure no e in quali condizioni o “intenzionalità”…

Oltretutto, anche in questo caso si evidenzia il ruolo pericoloso che vanno assumendo alcuni dei “profughi ucraini”, di cui tutto l’arco parlamentare e l’intero sistema mediatico mainstream preferisce sottacere il nazismo esplicito.

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Tre esponenti napoletani di CasaPound sono finiti ai domiciliari e ad un quarto è stato notificato un divieto di dimora, nell’ambito di una inchiesta sull’aggressione subita a Napoli nell’ottobre scorso da un fotografo che indossava una spilla con un logo antifascista sul giubbotto.

L’uomo fu immobilizzato, minacciato con un coltello, colpito a calci e pugni per portargli via il giubbotto. Le indagini della Digos, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, Gruppo antiterrorismo, hanno permesso di individuare gli indagati tramite l’analisi delle telecamere di videosorveglianza.

In seguito all’aggressione, all’uomo che indossava il giubbotto fu diagnosticato in ospedale un severo trauma cranico.

Gli arresti domiciliari sono stati notificati dalla Digos di Napoli a Vittorio Acuto, 34 anni, Paolo Primerano, 39 anni, ex guardia giurata, dipendente del ministero dei beni culturali, e a Taras Buha, 28 anni, ritenuto legato a fazioni neofasciste ucraine e collaboratore del console ucraino a Napoli. Divieto di dimora nella provincia di Napoli invece per il fratello gemello di Vittorio Acuto, Roberto Acuto, 34 anni, segretario cittadino di CasaPound, entrambi, sempre secondo gli inquirenti, legati a gruppi ultras della Curva A della tifoseria del Napoli.

Secondo quanto si è appreso solo i quattro italiani hanno preso parte alla manifestazione ad Acca Larentia mentre i fratelli Acuto si sarebbero recati lo scorso novembre alle celebrazioni del movimento greco di estrema destra Alba Dorata. I gemelli però sono stati bloccati e rispediti in Italia dalle forze dell’ordine elleniche. Durante le perquisizioni a casa di Primerano, nella provincia di Caserta, la Digos ha trovato, tra l’altro, e sequestrato una cartucciera di un mitragliatore da guerra contenente 55 bossoli.

“Pezzo di m… togli questo giubbino, cos’è questo stemma”: è la frase gridata dagli aggressori al fotografo 44enne. L’aggressione, avvenuta la sera del 12 ottobre 2023 nel quartiere collinare del Vomero, suscitò la reazione di diverse forze politiche. Alcuni giorni dopo si tenne un sit-in di solidarietà con la vittima. Sull’accaduto i parlamentari del M5s Dario Carotenuto e Gilda Sportiello presentarono una interrogazione al ministro dell’Interno.

Perquisita la sede di CasaPound

La sede napoletana di CasaPound è stata perquisita dalla Digos di Napoli nell’ambito dell’inchiesta su una aggressione avvenuta in città nell’ottobre scorso che ha portato stamane all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per tre esponenti del sodalizio e a un divieto di dimora per un quarto iscritto.

Sono state cercate tracce anche di tipo informatico, per approfondire il movente dell’aggressione e della rapina: alla vittima, un fotografo che indossava una spilla con un logo antifascista, è stato portato via il giubbotto dopo una violenta aggressione a calci e pugni.

Sempre su disposizione della procura la Digos ha perquisito le abitazioni dei quattro indagai, tra i quali il segretario cittadino di CasaPound, nella cui disponibilità erano i locali della sede del movimento. Sottoposto a perquisizione anche un quinto militante di CasaPound, indagato assieme ai quattro destinatari delle misure cautelari.

Quattro aggressori erano ad Acca Larentia

Quattro dei cinque appartenenti a Casapound indagati a Napoli per avere rapinato un giubbotto con una spilla antifascista a un fotografo di 44 anni, avrebbero preso parte all’incontro dello scorso 7 gennaio a Roma, ad Acca Larentia, dove molte persone si sono esibite con il saluto romano.

La vicenda è al centro di una indagine della Procura di Roma che per il momento vede coinvolte una decina di persone. Ai cinque indagati a Napoli vengono contestati dalla Digos e dal pm Fabrizio Vanorio i reati di rapina e lesioni aggravate, porto di oggetti atti a offendere e la ricettazione.

Fonte: Ansa

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1 Commento


  • STEFANO MARATTA

    c’è anche un kantiano patriota democratico ed anche un po’ nazista ucraino. Poi si dice , una si butta su Putin!!!!!!

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