Potere al Popolo di Brescia considera una vergogna assoluta il voto bipartisan del consiglio comunale di Brescia che ha nella sostanza accolto la tesi dei peggiori fascisti israeliani, secondo la quale il sostegno alla causa palestinese è antisemitismo.
Nella città che ha visto una enorme e continua mobilitazione democratica ed antifascista per la Palestina, questo voto è una offesa ai sentimenti profondi di migliaia di cittadine e cittadini.
Mentre Israele va a processo per genocidio, non una parola su tutto questo da piddini, leghisti e postfascisti uniti.
Questo voto, dopo che 15.000 bambini di Gaza sono stati uccisi, è una macchia sulla città e un vergogna per tutti i suoi responsabili.
Solidarietà ai consiglieri che si sono opposti, al compagno Umberto Gobbi e agli antifascisti espulsi dal Consiglio Comunale per quanto ci riguarda non dimenticheremo questa infamia e ci impegneremo in tutti i modi perché la città non dimentichi. »
Qui di seguito alcuni articoli di giornali locali che descrivono l’allucinante clima che si è creato grazie alla follia di quasi tutti gli amministratori locali. E ricordatevi che qui governa il cosiddetto “centrosinistra”, che su questo tema non ha avuto problemi a schierarsi con la destra.
[Chi si somiglia, si piglia…, ndr]
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Mozione sull’antisemitismo: «Ecco i motivi del nostro voto contrario»
I consiglieri di maggioranza Catalano, Gastaldi, Labaran e Ashkar non hanno sottoscritto il documento presentato in Consiglio comunale perchè presenterebbe una definizione «riduttiva e limitante».
«Non abbiamo espresso parere favorevole alla mozione sull’antisemitismo in quanto contiene l’adozione della “strategia nazionale di lotta all’antisemitismo”, che è di fatto l’adozione della definizione operativa dell’Ihra sull’antisemitismo, documento che confonde l’antisemitismo con le critiche legittime alle politiche repressive ed espansionistiche del governo di Israele».
E’ questo l’incipit del comunicato sottoscritto dai consiglieri di maggioranza Francesco Catalano (Capogruppo Gruppo Consiliare Al Lavoro con Brescia), Valentina Gastaldi (Capogruppo Gruppo Consiliare Brescia Attiva), Raisa Labaran (Consigliera Gruppo Consiliare Lista Civica Laura Castelletti Sindaco) e Iyas Ashkar (Consigliere Gruppo Consiliare Lista Civica Laura Castelletti Sindaco) per i quali «La definizione dell’Ihra é riduttiva, limitante ed è stata facilmente strumentalizzata per colpire la libertà d’espressione individuale e collettiva».
«Inoltre – continua la nota dei consiglieri in Loggia – nella “strategia nazionale di lotta all’antisemitismo, si legge: “il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (bds) delle istituzioni o delle Università israeliane o di prodotti israeliani è da ritenersi esempio di antisemitismo”. La pratica del boicottaggio è una modalità di protesta pacifica, usata spesso, che rientra nelle libertà di scelte personali che in questo caso vengono pericolosamente indicati come antisemitismo».
«Non abbiamo espresso parere favorevole – viene spiegato – in quanto l’Onu nel documento A/77/512 del 2022 al punto 78 riporta: “la Relatrice speciale invita rispettosamente gli Stati membri delle Nazioni Unite a sospendere l’adozione e la promozione della definizione operativa Ihra e degli esempi ad essa allegati”.
Inoltre, nel documento proposto oggi per il voto manca ogni riferimento alle responsabilità italiane nella diffusione dell’antisemitismo e alla realizzazione dello sterminio avvenuto nei campi di concentramento».
«Il Governo Fascista e quello della repubblica sociale, con le leggi razziste, le deportazioni, gli arresti hanno consegnato ai Nazisti tedeschi migliaia di cittadini italiani. La mozione proposta oggi è priva di molti strumenti messi a disposizione per riconoscere l’antisemitismo e contrastarlo – evidenziano i consiglieri Catalano, Gastaldi, Labaran ed Ashkar – ed inoltre non rispecchia tutti gli elementi che il dibattito, degli ultimi mesi, ha portato alla luce».
«Per ultimo riteniamo che la nostra scelta non sia divisiva e men che meno una spaccatura. È una scelta diversa, per noi importante, rispettosa di un punto di vista che vuole stare nella complessità e non si accontenta di una scelta facile, nella convinzione che la diversità è arricchente e che le differenze fanno crescere», conclude la nota.
* da QuiBrescia
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Alta tensione in Consiglio, Gobbi trascinato fuori dall’aula
Attimi di tensione questa mattina durante il Consiglio comunale in Loggia. Dopo il via libera, non senza spaccature politiche in seno alla maggioranza, della mozione sull’antisemitismo Umberto Gobbi dell’associazione Diritti per tutti ha dato in escandescenza scambiando parole non certo al miele con alcuni Consiglieri.
Vista la situazione, Gobbi e un paio di altri contestatori presenti in quel momento, sono stati allontanati dall’aula. Sono divuti intervenire gli agenti della Polizia locale di Brescia che ha fatica e non senza qualche spintone sono riusciti ad allontanare Gobbi e gli attivisti.
“Hanno fatto la discussione su una mozione che interessava tantissimi cittadini alla mattina e a sorpresa per evitare che fosse presente tutta la gente che c’era l’altra volta – ha detto Gobbi sulla scalinata di palazzo Loggia – Migliaia di persone che stanno manifestando non perché sono antisemiti, ma perché sono contro uno sterminio”.
** da ELive
A Brescia il primo consiglio comunale del 2024 ha approvato con 26 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti (1 assente, uscito dall’aula) una mozione sull’antisemitismo, fortemente contestata dalle migliaia di persone che, ormai da quasi quattro mesi, tutte le settimane si mobilitano a Brescia città a sostegno della popolazione palestinese, vittima delle violenze genocidiarie dello stato di Israele ormai dal 7 ottobre 2023.
A Brescia quindi la maggioranza di centrosinistra guidata dalla sindaca Castelletti (e trainata elettoralmente dal Partito Democratico) ha approvato un testo che ricalca – solo camuffato..un po’ meglio – la mozione strumentale presentata a fine 2023 dalla destra. Alla base della mozione c’è infatti la dichiarazione della cosiddetta Alleanza internazionale per il ricordo dell’Olocausto, l’IHRA, un ente intergovernativo (34 quelli aderenti, tutti europei o americani) con sede a Berlino che nei fatti equipara le critiche allo Stato di Israele e l’antisionismo alle (infamanti) accuse di antisemitismo: un falso storico e una chiara posizione politica, quella dell’IHRA, non certo…bipartisan.
Dentro palazzo Loggia il punto, previsto in votazione per il tardo pomeriggio, è stato anticipato…strategicamente, per impedire evidentemente la presenza massiccia di attiviste-i, come accaduto in un analogo caso, a fine dicembre, dove la mozione era stata rinviata su pressione della piazza, rimandata in Commissione Cultura.
Nonostante il voto mattutino in un giorno feriale – e nonostante blindati di polizia e agenti dislocati in piazza Loggia – un piccolo gruppo di attivisti, di Diritti per Tutti e Giovani Palestinesi d’Italia, è riuscito comunque ad arrivare dentro palazzo Loggia, esprimendo pubblicamente e rumorosamente la propria protesta. “La mozione – hanno spiegato – adotta la strategia nazionale di lotta all’antisemitismo (voluta dal Governo Draghi, ndRodu). Un testo basato sulla definizione dell’IHRA che equipara l’antisionismo all’antiebraismo, considerando così espressioni di antisemitismo anche la critica politica alla natura razzista dello Stato di Israele”.
Gli attivisti sono stati trascinati fuori dall’aula (qui il video) dagli agenti della Polizia locale. Il consiglio comunale è stato quindi momentaneamente sospeso, prima di riprendere.
Alla fine, il voto della mozione IHRA ha visto 26 favorevoli, 3 contrari e 3 astenuti.
A votare contro il capogruppo Francesco Catalano del gruppo Al Lavoro con Brescia, Valentina Gastaldi per Brescia Attiva e Arshad Memhood della civica Brescia Capitale.
Si sono invece astenuti i consiglieri-e della civica Castelletti Sindaco, Labaran, Patitucci e Askar. A favore tutti gli altri (il Pd, Azione, le destre). Fuori dall’aula al momento del voto Curcio (Pd)
In un comunicato stampa congiunto i consiglieri Catalano e Gastaldi (contrari), Labaran e Ashkar (astenuti) sostengono che “di fatto l’adozione della definizione operativa dell’IHRA sull‘antisemitismo confonde l’antisemitismo con le critiche legittime alle politiche repressive ed espansionistiche del governo di Israele”. Secondo i consiglieri comunali “la definizione dell’IHRA è riduttiva, limitante ed è stata facilmente strumentalizzata per colpire la libertà d’espressione individuale e collettiva”, sottolineando come nel testo approvato manchi ogni riferimento alle responsibilità italiane nella diffusione dell’antisemitismo e alla realizzazione dello sterminio avvenuto nei campi di concentramento.
*** da Radio Onda d’Urto
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