Cento persone in ascolto di più venti interventi da tutte le regioni hanno partecipato ieri alla seconda Assemblea nazionale per boicottare Israele e rompere la complicità tra Italia e lo Stato sionista (registrazione video in fondo all’articolo).
Un’assemblea promossa dal Comitato Angelo Baracca che nei programmi originari avrebbe dovuto essere spiccatamente operativa, con l’obiettivo principale di rilanciare la campagna di boicottaggio dopo le tre mobilitazioni nazionali effettuate in due mesi contro Carrefour.
Ma i fatti accaduti negli ultimi giorni hanno ampliato lo spettro della discussione, riservando spazio e riflessione politica agli avvenimenti più importanti. Rappresentanti di organizzazioni del popolo palestinese e del resto del mondo, dei lavoratori e studentesche, associazioni pacifiste, movimenti e comitati di scopo, partiti della sinistra radicale e singoli solidali hanno animato la discussione per tre ore della mattinata.
Innanzitutto, l’Assemblea ha sottolineato come sul fronte esterno l’attivazione dell’Italia nelle operazioni nel Mar Rosso decreti un salto di qualità nella partecipazione del Paese alla guerra, oramai ben oltre la “semplice cobelligeranza”, che al pari dell’invio di armamenti all’Ucraina avvicinano l’Italia nel baratro del conflitto bellico.
D’altra parte, nel fronte interno il tentativo da parte degli Interni di vietare le manifestazioni in sostegno della Palestina nel Giorno della Memoria hanno mostrato il servilismo dello Stato italiano verso lo Stato sionista d’Israele e la Nato.
Quel che rimane della sovranità democratica di questo Paese è stata messa in discussione dall’indicazione arrivata dai rappresentanti del sionismo in Italia e prontamente raccolta dalle nostre istituzioni, nel silenzio complice delle “finte” opposizioni parlamentari.
L’aver mantenuto le piazze e sfidato i divieti allora è stato un segnale importante del movimento per la Palestina. A Milano, la volontà di svolgere ugualmente il corteo si è scontrata con i manganelli della polizia, a riprova della sudditanza filosionista che permea a tutti i livelli la res publica.
È così che probabilmente per la prima volta in Italia il Giorno della Memoria ha allargato i suoi orizzonti non solo alla disumana Shoah, ma anche agli atri genocidi occorsi nella storia, da Gaza oggi a quello dei nativi degli altri continenti.
Inoltre, l’Assemblea ha sottolineato la presenza odierna e futura sul nostro territorio di militari italo-israeliani che combattono nell’esercito israeliano, di fatto una forza armata straniera presente tra le fila del Paese.
Il genocidio in corso a Gaza, a cui ha aperto formalmente anche la Corte di giustizia internazionale dopo la denuncia del Sudafrica, include tra i carnefici questi stessi militari.
Questo gravissimo fatto esemplifica sia il già citato indebolimento della sovranità democratica del nostro Paese, sia il doppio standard riservato dallo Stato italiano rispetto a chi è andato a combattere l’Isis o il rinascente nazismo.
E così, l’azione di boicottaggio deve sapersi inserire nelle contraddizioni che si aprono nello scenario politico nazionale e internazionale, acquisendo forza e incisività al fianco della più volte manifestata volontà popolare di sostegno alla causa palestinese.
L’obiettivo è mettere in campo una campagna non solo di boicottaggio ma anche politica, giuridica e di sensibilizzazione, che porti direttamente al 25 aprile con una parola chiara: la sola Resistenza è quella del popolo palestinese, non c’è manifestazione contro la guerra e per la pace senza la bandiera della Palestina, antifascismo è antisionismo, non permettere che il genocidio in corso a Gaza sia rappresentato nelle piazze della Resistenza dalla bandiera dello Stato sionista d’Israele.
In questo senario, le proposte messe in campo dall’assemblea si delineano su tutti i livelli della campagna, di cui di seguito ne forniamo una sintesi operativa:
– secondo fine settimana di febbraio, probabilmente sabato 10, mobilitazione nazionale davanti le farmacie contro i prodotti Teva, azienda che detiene il monopolio dei farmaci generici, idealmente da affiancare con una lettera da inviare ai medici di base per non far prescrivere prodotti che hanno a che fare con l’occupazione sionista;
– supporto allo sciopero del 23 febbraio e partecipazione alla manifestazione del 24 febbraio a Milano, manifestando il sostegno al popolo palestinese e denunciando in piazza la sudditanza dello Stato italiano al sionismo e alla Nato.
A queste date già in campo, l’Assemblea si ripromette di affiancare:
– una mobilitazione nazionale sul tema del boicottaggio accademico, chiedendo degli atenei di sospendere, come già fatto dal coraggioso Rettore dell’università di Cagliari, le collaborazioni con le aziende che supportano l’apartheid israeliano, come la fondazione Med-Or;
– una campagna politico-giuridica contro la presenza in Italia di militari italo-israeliani che stanno compiendo il genocidio a Gaza;
– momenti di denuncia contro il pessimo servizio pubblico offerto dalla Rai nella copertura del conflitto e contro la sospensione dei finanziamenti decretati dal governo Meloni all’agenzia Unrwa, che fornisce sostegno ai rifugiati palestinesi;
– immaginare altri momenti di boicottaggio e sensibilizzazione dell’opinione pubblica contro Leonardo e le aziende impegnate in prima fila con il regime sionista.
Un lavoro di certo intenso, ma quanto mai necessario per mostrare una volt di più tutto il sostegno della popolazione alla causa palestinese. Fino alla vittoria!
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.. Binazzi Sergio
il servilismo dello stato italiano è più che mai evidente. siamo servili degli usa, Israele, unione europea, nazisti ucraini ecc… noi come cittadini siamo oppressi da governi vari, proibizioni di tutti i tipi: green pass, coprifuoco, limitazioni di libertà individuale e collettiva ecc… quando bossi diceva ” padroni a casa nostra “!!!!