Ieri un blitz di protesta alla Rai di viale Mazzini a Roma da parte degli studenti di Osa e Cambiare Rotta, oggi sono volate le manganellate alla manifestazione davanti alla sede Rai di Napoli organizzata, secondo quanto hanno detto i promotori, “contro l’atteggiamento di censura della Rai sul genocidio in corso a Gaza e sugli episodi legati alle dichiarazioni di Ghali al festival di Sanremo ed al comunicato di scuse a Israele fatto leggere a Mara Venier durante Domenica In”.
Ieri gli studenti sono stati fermati e denunciati dalla polizia intervenuta davanti alla Rai di Roma, oggi a Napoli sono volate le manganellate e ci sono stati dei feriti quando i manifestanti hanno provato ad affiggere uno striscione sulla sede Rai.
La censura e la vergognosa complicità di tutte le reti Rai con i crimini di guerra israeliani è diventata insopportabile ai più. Nei giorni scorsi dopo il servilismo dimostrato dai vertici Rai verso l’ambasciata israeliana in Italia e con gli attacchi al cantante Ghali per le sue dichiarazioni contro il genocidio, un tam tam di indignazione aveva cominciato a circolare sulla rete e sui social.
Manifestazioni sotto la Rai, oltre che a Roma e Napoli, sono previste per oggi a Torino, Milano, Bari, Firenze, Cosenza.
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PREFERISCONO MANGANELLARCI PIUTTOSTO CHE DIRE LA VERITA’ SUL GENOCIDIO IN CORSO IN PALESTINA
A Napoli oggi più di 500 persone hanno manifestato in presidio sotto la sede Rai per denunciare la negazione del genocidio, la censura e la narrazione filo-israeliana della rai, evidenziata dal comunicato dell’Ad Roberto Sergio letto in diretta nazionale domenica scorsa.
La TV pubblica è la scorta mediatica del genocidio israeliano. Non solo censurano costantemente il genocidio in corso a Gaza, ma esprimono una posizione apertamente filo-sionista davanti a milioni di telespettatori.
Abbiamo provato a interloquire con i dirigenti RAI di Napoli, ma ancor prima che si potesse creare una delegazione per chiedere un’intervista il presidio è stato violentemente caricato, provocando diversi feriti.
Recentemente, in sede della Corte Internazionale di Giustizia, sono state votate sanzioni contro Israele e contro qualsiasi forma di incitazione al genocidio. Nonostante ciò nella televisione italiana, e non solo, risulta difficile parlare di Palestina nei termini di una vera e propria pulizia etnica.
Ancora una volta pare che qualsiasi tipo di discordanza con la narrazione dominante che vede Israele come unica democrazia del Medio Oriente venga non solo censurata, come è successo a Ghali durante il festival di Sanremo, ma addirittura repressa violentemente con Polizia e manganelli contro manifestanti pacifici.
Ciò mentre un recente sondaggio dimostra che oltre l’80% degli italiani vogliono un immediato e permanente cessate il fuoco.
Gli attivisti e le attiviste oggi denunciano come la televisione pubblica non sia altro che lo specchio delle politiche genocide, razziste e xenofobe del governo.
Pretendiamo una televisione pubblica che non minacci la libertà di parola, che non censuri e non neghi un genocidio in atto (oltre 100.000 tra uccisi e feriti gravi, di cui il 70% donne e bambini, come ha evidenziato la Corte Internazionale di Giustizia), non vieti a nessuno di parlare di Palestina nel tentativo di cancellarla dalla memoria e dalla storia in perfetto accordo con le politiche sioniste d’Israele.
Mentre siamo in presidio, Israele continua la sua opera di genocidio a Gaza, e solo ieri a Rafah ci sono stati più di 170 uccisi.
Alla fine della giornata di lotta la Rai ci ha concesso solo un minuto di intervista con una rappresentante dei palestinesi a Napoli appartenente al centro culturale Handala Ali. Pretendiamo un’informazione completa che rispetti le voci della popolazione palestinese e la realtà del genocidio.
Rete Napoli per la Palestina
Centro Handala-Ali
Potere al popolo
SiCobas Napoli
Laboratorio politico Iskra
Ex Opg Je So’ Pazzo
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De Magistris: ero presente dinanzi alla sede Rai di Napoli.
Manganellate e sangue per chi ha chiesto giustizia e cessate il fuoco. “Stamattina ero davanti alla RAI di Napoli per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio“, lo scrive oggi sui social Luigi de Magistris
“Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria“, conclude l’ex Sindaco di Napoli.
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CS Pap: Con il comunicato dell’ad Sergio, la RAI si conferma “scorta mediatica” del genocidio israeliano
Granato e Collot (PaP/UP) “Inaccettabile l’intervento dell’amministratore delegato RAI Roberto Sergio a Domenica In. È la conferma che la TV pubblica è la scorta mediatica del genocidio israeliano. Presidi in tutta Italia sotto le sedi Rai per chiedere le sue dimissioni. (aggiungere appuntamenti principali)”
Dopo le rivendicazioni di Dargen d’Amico e Ghali a Sanremo per un “cessate il fuoco” e contro il genocidio in corso in Palestina, l’ad RAI Sergio ha mandato in onda un messaggio, letto da Mara Venier, in cui dichiara vicinanza a Israele e agli ostaggi del 7 ottobre, cancellando completamente 28mila morti palestinesi (di cui almeno 12mila sono minorenni), 75 anni di occupazione coloniale e il progetto di pulizia etnica perpetrato da Tel Aviv.
Commentano così Giuliano Granato e Marta Collot (co-portavoce di Potere al Popolo! e coordinatori nazionali di Unione popolare):”Mentre è in corso un genocidio, mentre 1,4 milioni di palestinesi sono intrappolati sotto le bombe in un fazzoletto di terra di nome Rafah, la RAI ha pensato bene di intervenire direttamente al fianco di Israele, che continua a contravvenire a quanto disposto dalla Corte Internazionale di Giustizia dell’ONU e a macchiarsi ancora di crimini di guerra”.
“Visto che non sono riusciti a impedire che in diretta TV si pronunciasse la parola “proibita” – genocidio, quella che corre sulle bocche di milioni di persone in tutto il mondo, ma che è tabù per il potere politico e mediatico, l’ad RAI Sergio prova un’operazione di censura ex post. Mostra così, però, solo la paura e la debolezza di chi è consapevole che sta perdendo la “guerra del racconto” e che la propaganda israeliana non sfonda, perché i popoli sanno bene da che parte stare: quella della verità e della lotta di liberazione del popolo palestinese.
Come Potere al popolo! e Unione popolare stiamo contribuendo a organizzare presidi in tutta Italia perché Sergio si dimetta e la Rai cessi di essere uno strumento di guerra e un giocattolo nelle mani dell’ultradestra di Meloni e soci”.
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Mauro
…era ora…
Pasquale
E’ pieno regime. E noi siamo tutti antifascisti. Con la Resistenza Palestinese sempre.
Andrea Vannini
La massima solidarietà a chi manifesta contro i complici dei fascisti sionisti nell’ informazione scontrandosi con la violenza degli A. C. A. B. nostrani. Il conflitto contro il fascismo e l’ imperialismo sarà sempre più duro. É urgente organizzarsi e radicalizzarsi. Mi auguro che De Magistris, p. e., sia oggi consapevole di quanto insignificante e opportunista fosse auspicare il “superamento” della nato e non l’ uscita unilaterale da essa aldilà della sua fattibilità immediata.