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Medio-Oriente: la riflessione per il rilancio dell’iniziativa politica

Domenica 25 febbraio, a Milano, circa un centinaio di attivisti hanno seguito l’incontro organizzato dalla Rete dei Comunisti: “Il Medio-Oriente nel mondo multipolare e il conflitto arabo-israeliano”. L’incontro si è svolto all’indomani della riuscitissima manifestazione nazionale per la Palestina a Milano.

Per circa tre ore, al Circolo Familiare di Unità Proletaria, si sono succeduti una quindicina di interventi che hanno fatto il punto sulle dinamiche dei cambiamenti in atto da tempo in quel quadrante, rimettendo al centro dell’agenda politica la necessità dell’inversione della tendenza alla guerra e dello sganciamento del nostro paese in una spirale bellica.

L’incontro è stato mandato in diretta dalla pagina Facebook della Rete dei Comunisti ed è visibile integralmente.

Un momento di approfondimento organico che si è posto in ideale continuità con la manifestazione a sostegno della resistenza palestinese, svoltasi il giorno precedente nel capoluogo lombardo, e che ha “sintonizzato” nuovamente la piazza con le mobilitazioni che in tutto il mondo adottano parole d’ordine chiare a fianco della resistenza arabo-palestinese per chiedere la fine del genocidio in corso.

Come è emerso con forza dall’incontro i progetti di riconfigurazione imperialistici e neo-coloniali in quel quadrante che sembravano essersi affermati nei primi dieci anni del nuovo millennio hanno incominciato ad avere vistose battute d’arresto fino a fallire clamorosamente.

Se il decennio dal 2001 – anno dell’inizio della ventennale invasione dell’Afghanistan – al 2011 con il tentativo di destabilizzazione della Siria, i desiderata di Washington e di Bruxelles andavano affermandosi con “vassalli” regionali come la Turchia – nonché clientes come l’Arabia Saudita e soprattutto il principale alleato israeliano – a fare da perni della strategia occidentale, diversi fattori hanno cambiato il quadro, logorando quella che sembrava una indiscussa egemonia occidentale.

L’emergere contemporaneo della Federazione Russa non più solo come “potenza regionale” – come l’aveva definita erroneamente Obama – ma come global player dotato di una capacità militare e di un peso rilevante nella geopolitica energetica, e la della Cina che da potenza economica è divenuta attore diplomatico di primo piano, ha cambiato radicalmente l’”equilibrio di potenza” nella regione.

Dentro questo scenario di evoluzione multipolare la resistenza araba – in particolare quella palestinese – e quella della “mezza luna sciita” hanno non solo dimostrato la propria resilienza, ma la capacità di determinare un piano di offensiva politico-militare che ha rimesso in discussione fortemente sia il processo di normalizzazione delle relazioni con Israele sia la “naturalizzazione” della presenza militare occidentale nella regione.

La rappresentazione di un quadro d’insieme che si è avvalsa dei fondamentali contributi iniziali di un decano del giornalismo di guerra come Alberto Negri, delle puntuali analisi del sociologo franco-algerino Saïd Boumama, e della capacità di analisi critica del diritto internazionale dell’avvocato ed attivista Ugo Giannangeli.

A questi sono succeduti gli interventi di due esponenti arabo-palestinesi: Bassam Saleh della Comunità palestinese di Roma e del Lazio e Hroub Shokry, dell’Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP).

Sono seguiti poi gli interventi di esponenti di organizzazioni ed esperienze politiche della sinistra antagonista: PCI, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Cambiare Rotta insieme a Comunisti Milano e alla Panetteria Occupata.

Alessandro Perri, del Comitato Angelo Baracca, ha ripreso e rilanciato la necessità di una assemblea nazionale che rimetta al centro l’opposizione alla guerra per metà marzo, emersa nell’iniziativa promossa dal Comitato a Roma giovedì 23 febbraio.

Mentre Marta Collot – portavoce nazionale di Potere al Popolo – ha tra l’altro lanciato la necessità di una mobilitazione a maggio che coniughi l’opposizione alle politiche governo Meloni, sia dal punto di vista sociale che dei suoi indirizzi in politica estera, in un clima di sempre maggiore criminalizzazione del dissenso e di torsione autoritaria.

Si può dire che la riuscita dell’iniziativa è stata assicurata dall’equilibrio avuto da una parte tracciare un particolareggiato piano analitico e dall’altra delineare una prospettiva di iniziativa politica unitaria in continuità con ciò che fino ad ora si è espresso.

Un ottimo risultato che la Rete dei Comunisti intende “duplicare” con una iniziativa con lo stesso profilo che si svolgerà a Napoli il 23 marzo.

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