Più sotto troverete il testo integrale del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che lo scrittore avrebbe dovuto portare a “Che sarà” ma censurato dalla Rai.
Le motivazioni avanzate da alcuni gerarchi meloniani – “voleva troppi soldi”, “ragioni editoriali” (all’insaputa della conduttrice della trasmissione?), “per aspetti di natura economica e contrattuale”, “difetto di comunicazione”, ecc – sono tutte diverse e quindi chiaramente inventate lì per lì. Toppe peggiori del buco…
Peggiore di tutti, ovviamente la stessa Meloni. La quale prima avalla la sciocchezza detta da un dirigente Rai nella sua scuderia – “la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro per un minuto di monologo” – facendo finta di non sapere che un qualsiasi editoriale su un giornale nazionale, a seconda della notorietà della “firma” (i Galli della Loggia, i Polito, ecc), viene pagato normalmente tra i 1.500 e i 2.000 euro (più Iva, ovviamente).
Perché – anche se può risultare sorprendente per un fascista – un testo va di solito pensato e scritto, prima di esser letto. E la cosa richiede sempre qualcosa più di un minuto…
Poi recita maldestramente la parte della “democratica” pubblicando il testo di Scurati sul suo blog. Facendo di nuovo finta di non sapere che la forza di un qualsiasi messaggio non sta soltanto nella sua “qualità”, ma anche e spesso soprattutto nel “medium” che lo pubblica.
E, con tutta la compassione che si può provare per qualche migliaio di appassionati lettori del blog della “premier”, la “potenza di fuoco” di quel medium non è neanche lontanamente comparabile con la terza rete della Rai.
Ma essere fascisti oscura il funzionamento dei neuroni. E dunque il polverone creato dalla mossa censoria di qualche oscuro gerarca è stato tale assicurare una quantità di letture persino esagerata al testo di Scurati. Che probabilmente sarebbe stato notato, altrimenti, solo dagli aficionados.
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“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.
Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini.
L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole.
Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.
Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista.
Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?
Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra.
Finché quella parola, Antifascismo, non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.”
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avv.alessandro ballicu
la cosa più grave non è che la meloni non rinneghi il suo passato quanto il suo presente:
manganellate ai minorenni inermi,
armi e denari al regime nazista ucraino,
sostegno incondizionato al regime sionista un paese nazista, razzista e genocida,
cieca obbedienza agli ordini criminali di usa e ue,
sottommissione ai voleri delle multinazionali,
svendita delle imprese italiane,
questo è fascismo reale , nei fatti, contro il popolo, contro i lavoratori, contro l’Italia
Manlio Padovan
Dovremmo rileggere ogni tanto “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo levi.
Esso ci ricorda “l’eterno fascismo italiano”.
E saremo sempre un paese fascista finché resteremo nella sudditanza di una teocrazia straniera che è, sul piano giuridico, un obbrobri0 di sacro e di profano che solo incalliti ipocriti potevano immaginare e che costituisce il nostro fondamentale e forse unico problema.
Ma la cos a nessuno interessa. Nemmeno alla sedicente sinistra. Prova inoppugnabile che ai politici interessa il voto, cioè il Potere, e basta…vogliono conquistarsi il voto dei cattolici e del resto in effetti nlla interessa.
Red
basta leggere ,il fascismo eterno ,di Umberto Eco!!
Pasquale
In tanti lo pensavano, alcuni lo andavano dicendo, soprattutto a sinistra, il fascismo non potrà tornare. E invece Brecht aveva proprio ragione.
“…il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.