I Giovani palestinesi di Bologna, sulla scia di quanto sta avvenendo nelle Università statunitensi, hanno dato vita un accampamento di una ventina di tende proprio davanti al rettorato dell’Alma mater, in piazza Scaravilli, per “chiedere immediatamente la fine del genocidio nella Striscia di Gaza e per mandare un messaggio forte alle nostre istituzioni accademiche e governative che da mesi ormai, nonostante le nostre ripetute proteste, continuano a sostenere a spada tratta Israele e i suoi crimini all’interno della Striscia di Gaza”.
Anche gli studenti dell’Università La Sapienza sono tornati a dare vita ad una accampamento di tende a sostegno della Palestina. Decine di ragazzi si sono accampati sul pratone a pochi passi dal Rettorato, al termine di un’assemblea pubblica organizzata dai collettivi e dalle organizzazioni studentesche. Un presidio permanente, sulla scia delle proteste in corso nelle università statunitensi.
Lo stato di agitazione proseguirà almeno fino alla prossima riunione del Senato accademico, prevista per il 14 maggio. L’obiettivo è un incontro pubblico con la rettrice, Antonella Polimeni. La richiesta è ancora quella di porre fine agli accordi di collaborazione con le università israeliane, una presa di posizione netta a favore di Gaza e il boicottaggio di Israele.
Dopo le cariche della polizia alla Sapienza tre settimane fa, alcuni studenti avevano dato vita ad uno sciopero della fame sotto il Rettorato ottenendo un primo incontro – ritenuto niente affatto soddisfacente dagli studenti – con la rettrice Polimeni. Successivamente erano stati ricevuti anche dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi per esporgli i motivi per i quali chiedono che le università cessino le collaborazioni con le industrie belliche e le istituzioni israeliane.
Alla tendopoli della Sapienza, mentre negli atenei di tutto il mondo si estende il sostegno alla resistenza palestinese contro la barbarie sionista, ospiteranno giovedì il movimento Bds Italia e Antonio Mazzeo, giornalista e storico compagno delle lotte antimilitariste.
Al presidio delle tende verrà presentato il libro “La catena dell’impunità”, che approfondisce le ragioni storiche, politiche ed economiche dell’impunità con cui Israele porta avanti un regime di apartheid da più di 75 anni, sfociato in un vero e proprio genocidio. L’esame dettagliato della rete di complicità che lega il nostro Paese ad Israele, e mette la filiera della guerra al centro della vita economica, è fondamentale per ridare sostegno e forza al boicottaggio accademico portato avanti in questi mesi.
Il boicottaggio ha toccato i nervi scoperti di un sistema articolato di complicità che si nutre anche della ricerca e dei suoi risultati scientifici e tecnologici. Di questo rapporto di collaborazione, gli studenti, i ricercatori e i docenti che si sono mobilitati hanno messo in discussione la spina dorsale: gli interessi economici che sono alla base dei finanziamenti delle partnership, così con Israele come con l’industria militare.
Con lo spirito con cui negli anni ’60 e ’70 un movimento di massa negli USA ha “portato la guerra in casa”, affiancando al sostegno della resistenza vietnamita un attacco diretto alla propria classe politica responsabile della guerra, dalle tende piantate in solidarietà alla Palestina può ripartire la critica e l’attacco a un governo che ha in agenda soltanto spese militari e riarmo e sta attivamente contribuendo alla guerra con le navi della nostra Marina schierate nel Mar Rosso.
Al dipartimento di Matematica della Sapienza nelle ultime settimane diversi studenti, docenti e lavoratori si sono impegnati a costruire una presa di posizione del dipartimento in solidarietà al popolo Palestinese.
La petizione si può firmare nei banchetti nel cortile del Guido Castelnuovo! Dacci una mano a farla arrivare a tutti gli studenti! “Porteremo la petizione nel prossimo consiglio di dipartimento di matematica e all’assemblea di tutte la facoltà di scienze di venerdì 10 maggio (ore 11 aula Ginestra a chimica)” scrivono in una nota gli studenti.
Anche all’università di Napoli gli studenti sono tornati a montare le tende solidali con il popolo palestinese nel chiostro dell’ateneo.
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