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Toti arrestato. Genova in mano alle gang imprenditorial-mafiose

Non è una novità, ma la conferma arriva sempre gradita: abbiamo la classe politica peggiore d’Europa.

Da settimane le forze politiche che sostengono il governo Meloni conducevano una campagna continua – peraltro motivata con dati di fatto inoppugnabili – contro gli esponenti del Pd protagonisti di diversi scandali per corruzione, specie a livello locale (in Puglia e altrove).

Stamattina, a guastare i giochi, è arrivato l’arresto di un pilastro storico del berlusconismo, il governatore della Liguria Giovanni Toti, che si era addirittura inventato un movimento personale (mai decollato, peraltro).

L’accusa è di quelle più frequenti, in questo tipo di politichetta arraffona: corruzione. E naturalmente non poteva essere solo, visto per corrompere un amministratore pubblico ci vuole necessariamente qualche manager privato.

Con lui infatti finisce indagato anche l’ex presidente dell’Autorità portuale genovese nonché – ora – amministratore delegato di Iren, multiutility del settore energetico – per cui è scattata l’accusa di «corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio».

Ma l’epicentro dell’inchiesta è il nome di Aldo Spinelli, imprenditore portuale tra i più noti.

Gli affari sotto esame riguardano alcune concessioni di aree portuali, come quella del Terminal Rinfuse, pagamenti in nero di spazi pubblicitari (come il maxi cartellone luminoso sul grattacielo più alto di Genova e dove spesso è apparsa la scritta Esselunga, il cui consigliere d’amministrazione Francesco Moncada è stato temporaneamente interdetto dall’attività imprenditoriale).

La corruzione di Toti si sarebbe concretizzata in 74.000 euro in cambio della trasformazione della spiaggia di Punta dell’Olmo da pubblica in privata (un classico da “mani sulla città” quella delle variazione delle “destinazioni d’uso”). Su cui oltretutto incombeva un complesso immobiliare nell’interesse di Spinelli, che però incontrava qualche difficoltà per l’approvazione. E infine il rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse (controllato di fatto sempre da Spinelli), egualmente “in stallo”.

L’attuale capo di gabinetto della Regione, Matteo Cozzani, è invece accusato di «corruzione elettorale», con l’aggravante del fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Un bell’ambientino, insomma, quello che governa sotto la Lanterna.

Gli altri nomi sono quelli di Mauro Vianelli, presidente dell’Ente Bacini (considerato l'”uomo ombra” del porto e vicino al Pd), Roberto Spinelli, figlio dell’imprenditore Aldo, Venanzio Maurici (sindacalista della Cgil), Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa: gli ultimi tre sono il collegamento nell’ambito della criminalità organizzata.

Qui il testo dell’ordinanza. Appena possibile faremo seguire le valutazioni dei lavoratori portuali.

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Porto di Genova 7 maggio 2024
Questo è il primo terremoto, sarebbe facile dire avevamo ragione su tutto, sarebbe facile dire che alcuni nostri compagni da tanto tempo denunciavano quello che sta venendo fuori adesso. Sarebbe facile e infatti lo diciamo a caldo senza neanche approfondire troppo, sapendo che questo è solo l’inizio, non ci hanno mai troppo entusiasmato gli interventi della magistratura, ma ormai le questioni che stanno portando in galera i padroni erano talmente evidenti da sembrare normali….ci sono tanti episodi che si fa fatica a ricordarli tutti.
Che il porto era diventato il centro di interessi che poco avevano a che fare con il lavoro era drammaticamente evidente e ripetiamo se questa inchiesta va avanti, se i coinvolti parlano si allargherà a macchia d’olio.. si dovrà parlare di soldi pubblici buttati, della diga, del tunnel sub portuale, delle concessioni, dei traffici di armi, del ruolo delle grandi multinazionali del mare, delle complicità di partiti e sindacati.
Della durezza e della difficoltà che i lavoratori trovano nel cercare di affermare i propri diritti…lo sapevamo, lo abbiamo sempre denunciato, si stavano abituando tutti a questo. Ma noi no!! Non ci siamo mai arresi, nemmeno quando i padroni ci hanno mandato la questura in casa, hanno provato a fermarci a fermare quello che gli fa più paura: la determinazione dei lavoratori!!
Nota positiva: oggi dovrebbero uscire le compagne e i compagni arrestati venerdì sera!!! Escono loro e entrano i padroni …

Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali

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𝗧𝗲𝗿𝗿𝗲𝗺𝗼𝘁𝗼 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗟𝗶𝗴𝘂𝗿𝗶𝗮. 𝗨𝗻 𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗺𝗮 𝗺𝗮𝗳𝗶𝗼𝘀𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝗻𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗱𝗶𝗿𝗶𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮
In mattinata un vero e proprio sisma giudiziario ha colpito la Liguria, toccando con arresti e altre misure varie altre parti d’Italia. Il presidente della regione ligure è stato posto ai domiciliari nel quadro di un’indagine che sta falcidiando varie teste illustri, mostrando quello che diciamo da tempo: tra la classe dirigente e l’imprenditoria italiana (in primo luogo quella che si è arricchita sulle privatizzazioni del pubblico) c’è un sodalizio criminale.

L’obiettivo è arricchirsi a scapito dei cittadini e delle finanze pubbliche.

In questa storia di corruzione e voto di scambio sono coinvolti l’Esselunga, che ha visto cinque operai uccisi in un suo cantiere a Firenze; l’amministratore delegato della multiutility Iren che non si faceva problemi a stringere accordi con la Mekorot, parte attiva dell’apartheid israeliana; i fratelli Spinelli che hanno ottenuto il rinnovo trentennale della concessione del Terminal Rinfuse del porto di Genova.

Il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, è accusato di corruzione elettorale con l’aggravante di agevolazione dell’attività di Cosa Nostra (il clan Cammarata del mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova).

Questa classe dirigente va spazzata via. Così come i grandi prenditori – più che imprenditori – italiani, che sono i parassiti e il vero problema del paese.

Marta Collot, portavoce di Potere al Popolo

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7 Commenti


  • Pasquale

    Tutti insieme appassionatamente!!!!!!!!
    Ladriiiiiiiiiiiiii.


  • Maurizio

    classe politica eredità berlusconiana, adesso si deve cominciare a pianificare dove colpire per liberarcene per sempre, la liberazione non deve essere solo il 25 aprile e le volanti rosse devono uscire dai garage


  • Marino Rosa

    Come mai è venuta fuori solo oggi questa notizia sulla corruzione mafiosa di Toti e dei suoi principali sostenitori, e, permettendogli così un secondo mandato come governatore.


  • Massimiliano

    Certe facce in un paese evoluto sarebbero buone per il bagarinaggio, invece infestano la pubblica amministrazione. Ribadisco che in questo paese “fangoso”, per non dire di peggio, servirebbe una rivoluzione culturale che al confronto quella di Mao fu una scampagnata. Ma sarebbe realizzabile se non fossimo un popolo sotto sedazione.


  • Oigroig

    L’arresto di Toti riguarda anche l’appalto da 1.3 miliardi di euro della diga foranea di Genova affidato senza una vera procedura di gara al consorzio WeBuild che è coinvolto anche nella costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, che è stato autorevolmente definito «ponte tra due cosche»…

    Il 18 maggio ci sarà una grande manifestazione No Ponte a Villa San Giovanni: vedi noponte.info

    Oltre la devastazione ambientale, c’è la devastazione sociale visto che per il ponte è prevista una spesa di 14 miliardi di euro, con il contributo anche della regione Sicilia e Calabria che faranno tagli ai loro magrissimi bilanci.



  • Tiberio

    Intanto il suo socio Salvini ha già messo le mani avanti sulla ricostruzione ucraina.
    Questo è il retroterra.

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