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Contro il governo Meloni, il primo giugno manifestazione nazionale a Roma

Il genocidio impunito di Israele in Palestina, le missioni militari nel Mar Rosso, la guerra in Ucraina, i massacri in Congo e Sudan, i golpe in Sahel, le tensioni intorno a Taiwan, sono la manifestazione più evidente della centralità della guerra nella fase storica che ci troviamo a vivere.

L’Italia guidata dal Governo Meloni, con il consenso della finta opposizione euroatlantica, è pienamente a rimorchio di USA e NATO.

Non solo è complice del genocidio a Gaza, non solo guida la Missione Aspides contro gli Houthi, ma è uno degli sponsor principali della necessità dellaumento delle spese militari, in ossequio all’obiettivo del 2% del PIL fissato dalla NATO a cui, secondo Meloni in Italia, Ursula von der Leyen in Europa, bisogna obbedire.

Così, mentre i soldi per armi e guerra ci sono sempre con somma gioia delle imprese del settore, dalla Leonardo alla Fiocchi, passando per Beretta e RWM quelli per rispondere ai bisogni delle classi popolari non si trovano mai.

Non si vogliono trovare per alzare salari sempre più da fame, per rafforzare una sanità e un’istruzione pubblica perennemente sotto attacco, per garantire un tetto sulla testa a fasce di popolazione sempre più in difficoltà a potersi permettere un affitto.

Non si vogliono trovare per una vera transizione ecologica, così che proseguiamo supini alle volontà delle grandi imprese dellenergia, del cemento e della devastazione ambientale.

È l’economia di guerra, l’altra faccia socialmente devastante del piano inclinato verso la Terza Guerra Mondiale, ove ci spinge la follia delle classi dirigenti.

Il governo Meloni si appresta a fare riforme istituzionali reazionarie, l’Autonomia Differenziata e il Premierato, che distruggerebbero ciò che resta della Costituzione Antifascista.

Questo governo è il laboratorio europeo di una nuova miscela di liberismo e autoritarismo, la stessa che si sta sperimentando in Argentina con il fascista Milei. Intanto da Bruxelles al più piccolo dei Comuni tutta la classe politica confonde le istituzioni pubbliche per il proprio bancomat privato, come confermato dai continui casi di corruzione e voti di scambio.

Questo governo è ancor più reazionario e militarista, dopo che politiche di austerità, economia di guerra e guerra sono state decise da tutti i governi degli ultimi decenni (di destra, centro, sinistra o tecnici che fossero) e sono a tuttoggi condivise da gran parte delle forze che compongono il Parlamento italiano e quello europeo.

Ogni alternativa a queste politiche è sempre descritta come utopica, sulla base del TINA, there is no alternative, di thatcheriana memoria. Ogni qualvolta una alternativa la si prova concretamente a costruire, viene colpita e affondata dal sistema di potere occidentale.

Questo è il quadro che ha creato il terreno nel quale lultradestra reazionaria continua a crescere e il neofascismo viene riverniciato e legittimato. La principale fonte di legittimazione del Governo Meloni sta a Washington e a Bruxelles, nellatlantismo, centro dell’imperialismo, nuovo verbo su cui deve giurare chiunque voglia governare. Verbo condiviso da gran parte delle forze politiche.

Se si vuole ribaltare il piano, se si vuole sconfiggere unultradestra che combina austerità liberista, autoritarismo dentro e guerra fuori, bisogna affrontare le basi materiali e politiche della sua forza.

Noi vogliamo lottare con le parole, certo, ma soprattutto con la più ampia e diffusa mobilitazione popolare possibile – contro limperialismo, che deve essere sconfitto per il futuro ed il bene dellumanità.

Occorre costruire un fronte del rifiuto e della lotta contro il sistema di guerra partendo da questi punti cardine:

  • Stop al genocidio in Palestina e sostegno senza se e senza ma alla causa di liberazione palestinese, causa di liberazione per tutti i popoli, diritto alla resistenza dei popoli per la sconfitta del colonialismo e dellapartheid israeliano;

  • Basta guerra, armi e riarmo. Uscita dell’Italia dalla NATO e contestazione della politica di riarmo promossa dai vertici dell’UE. Stop allinvio di armi allUcraina e cessate il fuoco per il negoziato.

  • Rovesciamento del liberismo e dell’austerità, promossi da Unione Europea e governi italiani. Per avviare una stagione che coniughi giustizia sociale e giustizia climatica servono pianificazione, redistribuzione della ricchezza e un intervento attivo del pubblico. Strumenti oggi indisponibili anche a causa della macchina burocratica e tecnocratica che innerva i gangli decisionali.

  • Fine dello stato di polizia che sta sostituendo lo stato sociale, con le leggi di apartheid e muri per i migranti, con la repressione e la criminalizzazione del dissenso, con le carceri ed i manganelli per chi protesta.

  • Fermare la strage continua contro i lavoratori che è frutto di una logica di sfruttamento e di ricattabilità dei lavoratori. Introdurre il reato di omicidio sul lavoro, smontare il sistema degli appalti, più potere ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Abolire l’Alternanza Scuola Lavoro, che ha fatto sì che anche gli studenti fossero vittime di omicidi sul lavoro.

  • Contrasto e ribaltamento della vergognosa guerra ai poveria cominciare dalla questione del reddito, del diritto allabitare, dei salari da sfruttamento e dellaumento delle tariffe dei servizi. Per il rilancio del sistema sanitario pubblico, lintroduzione per legge di un salario minimo universale di 10 euro all’ora indicizzati, un piano generale di nuova edilizia residenziale pubblica, case per tutte e tutti;

  • Contro limbavagliamento della stampa e lattacco alle libertà democratiche e al diritto di sciopero. Contro il premierato, contro ogni progetto di Autonomia Differenziata e le modifiche autoritarie della Costituzione.

  • Contro lo sfruttamento del suolo e le grandi opere inutili come la TAV o il Ponte sullo Stretto. Si alla messa in sicurezza del territorio. No alle finte politiche green e alla speculazione urbanistica. Per uno stretto intreccio tra questione sociale e questione ambientale.

  • Contro lattacco al diritto allaborto, le proposte legislative a carattere restrittivo e la pretesa di subordinare il corpo femminile ad una logica che lo concepisce come strumento di alimentazione del sistema economico di sfruttamento. Contro ogni discriminazione di genere, di classe e di razza.

Il governo Meloni non è una rottura, ma una radicalizzazione reazionaria di tutta la regressione sociale, civile e democratica, della spinta guerrafondaia, dellOccidente UE e NATO. Opporsi a questo governo significa anche opporsi a tutte le politiche che hanno fatto sì che l’Italia sia il solo grande Paese della UE dove governano gli eredi diretti dei neofascisti del dopoguerra.

Non è il momento di generiche unità, che alla fine non producono nulla e nemmeno fanno il solletico alle classi dominanti. È, invece, il tempo di una battaglia rigorosa contro la logica della guerra che permea sempre più il capitalismo nella sua fase liberista.

Le forze da unire oggi sono quelle di tutte e tutti coloro che patiscono i colpi del bipolarismo liberista, con le sue alternanze nella stessa politica, e che hanno tutto da guadagnare dal rovesciamento di un sistema che ci sta portando allabisso.

Con questi impegni, facciamo appello a chi non intende arrendersi, o rassegnarsi al meno peggio, per costruire unampia mobilitazione contro il governo Meloni, le sue politiche e il blocco di potere che rappresenta.

Gli studenti ovunque in rivolta per la Palestina e contro la guerra, l’ingiustizia e l’ipocrisia occidentali, ci dicono che è giunto il momento di agire. Ci vediamo in questi giorni in tutte le piazze e il 1 giugno a Roma.

Contro il governo Meloni, reazionario, padronale e guerrafondaio

per una vera alternativa

il Primo Giugno manifestazione nazionale a Roma – h. 14.30 Piazza Vittorio 

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