Appena ieri avevamo pubblicato un articolo sulla assurda vicenda di Seif Bensouibat, giovane algerino residente in Italia da dieci anni, educatore in un prestigioso liceo privato di Roma , licenziato per aver preso posizione a sostegno del popolo palestinesi e contro i crimini israeliani. Ma il caso è precipitato ieri, conformando quella che appare una vera e propria persecuzione politica ed ora giudiziaria sulla quale è stata presentata anche una interrogazione parlamentare.
Mercoledi gli amici di Seif avevano fatto un volantinaggio di solidarietà di fronte al liceo privato Chateaubriand che lo aveva licenziato a febbraio per alcuni post su Instagram su quanto avveniva a Gaza.
Dal 5 febbraio il suo permesso di soggiorno come rifugiato politico era stato sottoposto a revoca
Accade però che giovedi verso le ore 13 la polizia e’ entrata in casa di Seif. Lo ha prelevato e portato all’ufficio immigrazione di via Patini e da qui trasferito nel CPR (Centro Permanenza e Rimpatrio) di Ponte Galeria dove da ieri è recluso.
“Chi ha organizzato la caccia alle streghe contro Seif teme lo sviluppo della solidarietà e con il trasferimento di Seif in CPR cercano di schiacciarla prima che sia troppo tardi. Adesso è il momento di dimostrare nella maniera più forte solidarietà e vicinanza a Seif e rabbia contro i suoi aguzzini” scrivono i suoi amici in un comunicato diffuso ieri.
Per questa mattina alle 11.30 hanno convocato una conferenza stampa davanti al liceo Chateaubriand da cui è nata tutta questa assurda e inaccettabile vicenda.
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Pubblichiamo qui di seguito l’interrogazione parlamentare presentare dall’on. De Cristofaro di AVS.
Interrogazione scritta al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Interno
Premesso che:
l’interrogante ha appreso che il cittadino algerino Seif Bensouibat, rifugiato politico in Italia dal 6 dicembre 2013, educatore apprezzato da numerosi anni del liceo francese Chateaubriand, laico, incensurato e privo di carichi pendenti, in data odierna, 16 maggio 2024 a seguito dell’ingresso nella sua abitazione di numerosi agenti di polizia ha ricevuto la notifica di un provvedimento di revoca dello status di rifugiato e la sua espulsione dal territorio nazionale perché ritenuto persona pericolosa per la sicurezza dello stato italiano con conseguente trattenimento in un CPR;
quanto accaduto deve ricondursi all’episodio già segnalato con interrogazione del mese di gennaio u.s. dallo stesso interrogante, che ha condotto all’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dell’uomo;
in particolare, a seguito della visione quotidiana dei filmati provenienti dalla striscia di Gaza, scioccato per il numero di civili inermi uccisi dalle bombe israeliane e dalle tragiche immagini dei bambini mutilati, Bensouibat ha scritto alcuni post rabbiosi, carichi di risentimento per la potenza coloniale israeliana e noi confronti dei suoi alleati paesi occidentali. Detti post sono stati pubblicati su una chat chiusa alla quale partecipavano amici e colleghi dello stesso, mai su facebook e/o su siti aperti;
in conseguenza di tali esternazioni giunte a conoscenza dell’Istituto francese e prontamente da questo comunicate alla Digos, l’uomo è stato dapprima sottoposto a perquisizione domiciliare alla ricerca di armi ed esplosivi, e successivamente, a distanza di pochi giorni, convocato in Questura e informato dell’avvio a suo carico di una indagine penale e del procedimento di revoca dello status di rifugiato con relativa convocazione innanzi alla Commissione Territoriale per l’1 febbraio u.s.;
dopo oltre due mesi in totale libertà, nel corso dei quali ha proseguito a svolgere le sue ordinarie mansioni, tranne quella lavorativa – essendo stato nel frattempo licenziato dal Liceo francese in esito al citato procedimento disciplinare – come anticipato, nella giornata odierna in seguito alla notifica del provvedimento di revoca è stato condotto da una squadra di agenti verso un CPR non meglio identificato;
il provvedimento motiva la pericolosità dell’uomo connettendo il contenuto dei post al terrorismo religioso di matrice Jihadista, e in particolare con il fenomeno dei c.d. lupi solitari, evidentemente ritenendo che i moti di sdegno, anche scomposti, urlati e rabbiosi per quanto avviene in terra palestinese possano essere ricondotti all’Isis e alla propaganda religiosa.
Tutto ciò premesso,
Si chiede di sapere dai ministri interrogati ciascuno per quanto di propria competenza:
in quale CPR Seif Bensouibat sia stato condotto;
se non ritengano il provvedimento del tutto abnorme rispetto ai fatti contestati;
se non ritengano il provvedimento citato emanato in violazione del diritto fondamentale alla libertà di manifestazione del pensiero dell’uomo.
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Francesca
Solidarietà per Seif!