Cosa accadrebbe se la scuola smettesse di essere luogo di subordinazione ideologica a un modello di sviluppo che richiede solo manodopera silente, precaria e flessibile, soggetti atomizzati in continua competizione l’uno con l’altro, in un mix letale tra individualismo, aziendalismo e desensibilizzazione di massa?
Cosa accadrebbe se l’università smettesse di essere solo il luogo della produzione di un sapere, di un know-how sussunto al profitto e alla competizione globale?
Cosa potrebbe succedere se una generazione senza futuro iniziasse a percepire la contraddizione tra le favole raccontate e la realtà? E se questa generazione si rendesse conto che quelle favole vengono raccontate dalle stesse istituzioni scolastiche e universitarie che non garantiscono più alcun tipo di mobilità sociale?
E, ancor di più, cosa succederebbe se si accorgesse che di fronte a mobilitazioni e proteste la risposta delle suddette istituzioni non è altro che intensificazione dei meccanismi repressivi?
Intorno a queste domande e alla necessità di darvi risposta, gli studenti di Cambiare Rotta e OSA hanno convocato per oggi e domani a Roma un Forum nazionale sulle caratteristiche della formazione pubblica oggi e sulla necessità di mettere in campo una alternativa.
Alla luce della stagione di mobilitazione nelle università esplose intorno alla denuncia della collaborazione degli atenei italiani con le industrie belliche e gli apparati israeliani, la discussione nei due giorni del forum cerca di fare un passo avanti sul piano qualitativo allargando la visione dagli obiettivi di questi mesi al significato generale degli apparati funzionali alla conoscenza e alla formazione delle nuove generazioni.
Una aspettativa che stride apertamente con la terapia dei manganelli con cui il governo sembra voler approcciare alle mobilitazioni studentesche.
I governi liberisti, in Italia e in Europa, in questi tre decenni si sono accaniti contro scuole e università pubbliche per destrutturarle radicalmente e renderle funzionali alla competitività, al mercato, alla selezione sociale, alla riproduzione del comando capitalistico sulla società.
“Siamo convinti dell’urgenza di aprire un dibattito aperto e plurale tra studenti medi e universitari, ricercatori e docenti, lavoratori della filiera formativa, accademici e intellettuali, collettivi e organizzazioni impegnati nelle scuole e alle università, e tutti coloro che condividono con noi la necessità di costruire qui e ora l’alternativa a questa Scuola, Università e Ricerca”, scrivono Cambiare Rotta e OSA nella lettera di presentazione dei due giorni di Forum nazionale a Roma.
I lavori del Forum si svolgeranno sabato 18 maggio dalle ore 10.00 alle 18.00 alla facoltà di Ingegneria (San Pietro in Vincoli), domenica 19 maggio dalle ore 10.00 alle 14.00 al Nuovo Cinema Aquila (Via L’Aquila 66) vedi QUI il programma dei lavori.
Nei due giorni di discussione oltre agli studenti ci saranno i contributi del fisico Carlo Rovelli, Tomaso Montanari, Anna Falcone, Cristian Raimo, Vincenzo Nesi, Stefania Maurizi, Giulio Marcon, Luigi Del Prete, Paolo Quintili, Roberto Fineschi, Claudio De Fiores, Marina Boscaino, Franco Russo, Giorgio Cremaschi. Inoltre interverranno realtà come l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, il Collettivo Autorganizzato Universitario di Napoli, il Collettivo Dieci17 dell’università di Venezia, Potere al Popolo e Rete dei Comunisti.
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Milton
Ampliate il campo, la prospettiva delle lotte anche al mondo del lavoro e della disoccupazione!
Raf
la scuola è un’istituzione dello stato e in quanto tale luogo di pratiche di sottomissione e subordinazione permanente, ciò non toglie che al suo interno non possano esserci docenti che pensano e praticano tutto l’opposto, che provano a mettere in atto macchine di emancipazione e di liberazione, ma sono una esugua minoranza se non addirittura totalmente assenti. certo la scuola è frequentata anche dagli studenti, ma non solo loro i maestri di cerimonia, sono gli insegnanti a cui ho già fatto riferimento, insegnanti piccoli borghesi piccoli piccoli, incapaci di qualsivoglia pensiero critico, felicemante intruppati e soggiogati al pensiero unico, uno schifo, roba da vomitare. parola di insegnante che lavora da 32 anni. ahinoi!
FERDINANDO BEVILACQUA
comprendo quel che vai dicendo..sono in pensione da tre anni e ho lasciato un liceo affogato nel conformismo e nella demonizzazione del dissenso da parte di una dirigenza luciferina esecutrice dei mandati della normalizzazione neoliberista…la scuola italiana va rifatta da cima a fondo, oggi è un cumulo di macerie
yuri
Non generalizzare. Esigua minoranza, perfino assenza.. ma poi a che pensiero unico ti riferisci, come fai a dirlo, li conosci tutti?
Redazione Contropiano
E’ il testo di un movimento nazionale in lotta, non di una persona sola rinchiusa in casa davanti alla tastiera.
E probabile che abbiano visto qualcosa in più…
yuri
@Redazione Contropiano, il mio commento precedente era in risposta a Raf, non all’iniziativa del Forum.