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Cyberwar contro Cambiare Rotta, una provocazione da idioti

Venerdì pomeriggio gli studenti di Cambiare Rotta – collettivo molto attivo nelle attività di solidarietà alla Palestina – sono stati loro malgrado al centro di un anomalo caso di “false flag”, ossia l’invenzione di un finta storia volta a screditare l’attività del collettivo.

Andando con ordine, sul sito dell’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) è stato individuato dagli analisti della SonicWall, un’azienda statunitense di sicurezza informatica, un nuovo ransomware.

Un ransomware è un virus informatico che ha lo scopo di criptare (non rendere più disponibili) i file del computer in cui si introduce. Di solito, questa azione è seguita dalla richiesta di un riscatto alla vittima per poterli nuovamente utilizzare.

Nel nostro caso invece lo sconosciuto autore, nel messaggio che accompagna il codice del virus, non chiede un riscatto, ma presenta un finto “manifesto politico” in italiano.

Il virus viene presentato con il nome di “Cambiare Rotta Ransomware“, dal nome proprio dell’organizzazione studentesca.

Ciò vorrebbe fare intendere un legame con il collettivo giovanile che ha animato le proteste nelle Università italiane degli ultimi mesi.

Nel delirante comunicato l’autore, che si autodefinisce “marxista-leninista-maoista“, sostiene che la sua azione sia uno strumento per punire l’Italia per il suo supporto allo “Stato fascista di Israele“.

Gli utenti che incappassero nel virus si vedrebbero distruggere i dati – anche se i motivi per cui il singolo utente dovrebbe pagare per l’operato del Governo non è affatto chiarito dallo sconosciuto autore del ransomware.

Come se non bastasse, sullo sfondo del desktop verrebbe automaticamente inserita una foto dei ragazzi e delle ragazze di Cambiare Rotta con un striscione pro-Palestina.

Da notare che il virus è stato creato con un programma abbastanza banale, utilizzabile da chiunque abbia un po’ di dimestichezza con la sicurezza informatica.

A noi sembra chiaro, anche leggendo l’improbabile messaggio che lo accompagna, che questa operazione sia un patetico tentativo di screditare un’organizzazione studentesca e, con essa, un sentimento sempre più diffuso in tutto il mondo e fortunatamente anche tra i giovani di questo Paese, evidentemente sempre più scomodi per chi vorrebbe continuare a finanziare guerre e genocidi a pochi passi da noi, appena dall’altra parte del Mediterraneo.

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