Per il prossimo 5 ottobre è stata convocata dalle associazioni palestinesi in Italia una manifestazione nazionale contro il genocidio in atto a Gaza ma anche in Cisgiordania.
Una bozza di locandina della manifestazione aveva appena cominciato a circolare sui social e già mercoledi mattina è stata presentata un’interrogazione parlamentare, a prima firma del deputato e responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, indirizzata al ministro dell’Interno riguardante la manifestazione annunciata a Roma per il prossimo 5 ottobre 2024.
Nella perversione interpretativa di Donzelli la manifestazione sarebbe stata promossa dall’organizzazione ‘Giovani Palestinesi Italia’ “per celebrare il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Cosa smentita dal testo della locandina che sta circolando nelle chat e nei social.
L’interrogazione chiede al ministro dell’Interno “quali misure intenda adottare per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza nella città di Roma in occasione dell’annunciata manifestazione, nonché per contrastare la diffusione di messaggi che incitano all’odio e alla violenza”.
A luglio lo stesso Donzelli era andato all’attacco contro una conferenza di Amnesty International nella sala stampa della Camera con il giurista palestinese Shawan Jabarin ottenendone la revoca.
Ma la destra italiana minaccia chi esprime solidarietà con il popolo palestinese non solo sul piano della politica nazionale, lo fa anche e soprattutto a livello locale – con particolare accanimento nelle università – dove continua a minacciare e a chiedere sanzioni contro docenti che manifestano la loro empatia con i palestinesi.
Ultimo caso in ordine di tempo – dopo la campagna pre-estiva contro il prof. Zucchetti dell’università di Torino – è quella condotta dai giornali e dagli esponenti politici di Fratelli d’Italia contro la professoressa Monica Dall’Asta docente del Dams di Bologna.
La docente dell’Università di Bologna, viene accusata di aver pubblicato una serie di tweet in cui sostiene che la notizia degli stupri di massa compiuti nell’attacco del 7 ottobre da Hamas sia una “bufala” priva di “prove schiaccianti”. “Non ho mai negato che siano state commesse atrocità. Ma la storia degli stupri di massa è una costruzione della propaganda. Come quella dei bambini decapitati”, ha scritto in un post la professoressa Dell’Asta, secondo cui si tratta di “Speculazioni che lasciano il tempo che trovano. Intifada significa rivolta contro l’oppressione di un apartheid feroce”.
Basandosi su diverse inchieste condotte in questi mesi anche da giornalisti israeliani, la professoressa Dall’Asta afferma che “Qui si tratta di uso strumentale di una notizia non verificata, su cui non ci sono nemmeno testimonianze, ma solo info di seconda o terza mano riportate da organizzazioni israeliane, per giustificare lo sterminio dei bambini di Gaza”.
“Una persona così non può insegnare nulla a nessuno – ha immediatamente attaccato il viceministro FdI Galeazzo Bignami – e non ci interessa se pensano di essere degli impuniti perché di sinistra. A casa, loro e il loro ripugnante antisemitismo. Fuori dall’Università”.
In una nota i Giovani Palestinesi di Bologna sono scesi in campo in difesa della professoressa Dall’Asta. “Il governo fascista e filosionista di questo Paese, senza vergogna, attraverso la voce di Galeazzo Bignami, che ricordiamo in divisa nazista, strumentalizza l’accusa di antisemitismo e prova a censurare le voci dei docenti che si schierano con il popolo palestinese in lotta per la liberazione dal giogo coloniale. Al rettore Molari e alla sua governante ricordiamo che l’università di Bologna è tutt’altro che imparziale, poiché schierata apertamente su posizioni collaborazioniste con l’entità sionista, che sta perpetrando il genocidio a Gaza e l’aggressione coloniale in Cisgiordania”.
La mobilitazione solidale con i palestinesi non sarà un pranzo di gala, è bene saperlo, ma è altrettanto importante sapere che diventa decisivo non cedere di un millimetro.
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stefano caffagnini
Massima solidarietà alla professoressa. Rimane però un po’ infelice la data della manifestazione
Flavia Lepre
Credo che, benché la questione sia politica e questo ne resta il principale terreno, sia anche venuto il momento di procedere a querele e denunce per diffamazione, quando la “lotta politica” diventa gratuita falsificazione delle posizioni politiche. Nello specifico del deputato contro la manifestazione del 5 ottobre a Roma, è il caso anche di chiedergli se per puro caso non condivida lui il genocidio in atto da parte israeliana, a meno che non ne abbia già preso le distanze nell’interrogazione stessa o pubblicamente in altra occasione. Non devono dimenticare i “nostri” politici che su Netanyahu pende una condanna della Corte Internazionale e potrebbe (e sarebbe proprio il caso di rompere gl’indugi) sopraggiungere un mandato di cattura internazionale. Chi ne sostiene queste politiche genocidiarie e crudeli potrebbe incorrere nel reato di complicità.
Alessandro Di Meo
Sarebbe interessante sapere se in Parlamento qualcuno ha alzato la mano per replicare a tono al nazifascista del nuovo millennio.
Che dite, dormo tranquillo?
Pasquale
Resistenza e solidarietà col popolo palestinese sempre. Contro tutti i governi filofasciosionisti a cominciare da quello italiano.
E le don(i)nzellette che se ne tornino in campagna.
Enzo Barone
Per non cedere di un millimetro anzi per progredire nel sostegno, relativo, alla centenaria lotta del popolo palestinese che rivendica il suo diritto naturale a vivere libero occorre considerare queste prese di posizioni proprie di un governo fascista per quello che sono: provocazioni. Ciò comporta che occorre essere pronti a resistere cercando di apprendere dai nostri fratelli.