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Con i fondi del superbonus si potevano costruire 1,2 milioni di alloggi popolari

L’ultimo rapporto della Cgia di Mestre, l’associazione di artigiani e piccole imprese, ha prodotto un resoconto complessivo sul Superbonus, uno dei simboli del periodo di Conte a Palazzo Chigi. L’analisi ha evidenziato profonde storture, ma soprattutto come questa misura non sia stata utile né per l’ambiente né per i settori popolari.

A ricevere fondi è stato solo il 4% dei circa 12,2 milioni di edifici residenziali del paese, con circa 500 mila abitazioni a essere oggetto di ristrutturazioni per un valore dei lavori pari a 123 miliardi di euro (una media di 245 mila euro a struttura). Ma il problema principale è la platea di chi ne ha beneficiato.

Secondo lo studio della Cgia, il Superbonus “sembrerebbe aver favorito maggiormente i proprietari di immobili con una buona o elevata capacità di reddito, anziché rivolgersi in via prioritaria alle famiglie meno abbienti che, in linea di massima, presentano una probabilità maggiore di risiedere in abitazioni in cattivo stato di conservazione e con un livello di efficienza energetica molto basso“.

In pratica, questa grande massa di soldi messi a disposizione da Roma, da un governo che si basava su una maggioranza che in questi mesi ha provato a creare quello che hanno definito come il campo largo del centrosinistra, è andata tutta alla speculazione edilizia e ai proprietari benestanti. Tanto per diradare i dubbi su chi rappresentino PD, M5S e compagnia.

Anche sotto l’aspetto dell’efficientamento energetico delle abitazioni, nodo importante considerata anche la famosa direttiva europea sulle case green, il Superbonus si è dimostrato un fallimento. È mancato un vero incentivo all’elettrificazione di fornelli e riscaldamenti, che sono più efficienti di quelli a gas.

Pur osservando la questione dal mero punto di vista della ‘messa a valore’ della transizione verde, di nuovo la misura ha avuto scarsi risultati. Riporta la Cgia: “secondo la Banca d’Italia le prime evidenze dimostrerebbero che nello scenario migliore i benefici ambientali del Superbonus compenserebbero i costi finanziari sostenuti in quasi 40 anni“.

L’associazione fa poi un’ipotesi di cosa si sarebbe potuto fare con tutti quei fondi, ed è forse l’elemento più interessante del resoconto. Con quei miliardi “avremmo teoricamente potuto costruire 1,2 milioni di alloggi pubblici“, e in questo caso “avremmo compiuto un’azione di giustizia sociale che la misura attualmente in vigore ha paurosamente disatteso“.

Siamo quasi a un anno dalla manifestazione organizzata l’anno scorso dall’Unione Sindacale di Base, dove una delle richieste centrali era proprio la realizzazione di un milione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, ovviamente senza consumo di suolo. Questo studio dimostra che era possibile, ma che PD e M5S all’epoca hanno preferito lasciar fare al mercato.

Una condanna senza appello per il governo Conte II e per l’idea di paese che i partiti di quella maggioranza hanno in testa. Persino la Cgia ha scritto in una nota che “in un momento così delicato, dove con la prossima legge di bilancio verranno chiesti sacrifici a tutti, aver speso oltre 6 punti di Pil per efficientare uno sparuto numero di abitazioni, fa arrabbiare chiunque abbia un minimo di buon senso“.

Una storia che vediamo da decenni in Italia. Miliardi e miliardi regalati alla speculazione immobiliare ed edilizia, mentre per i settori popolari ci sono solo le briciole, quando va bene. E inoltre, assistiamo pure alla criminalizzazione delle lotte per il diritto alla casa, quando appunto mancano centinaia di migliaia di alloggi popolari.

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